venerdì 5 aprile 2013

Recensione: Amore e Psiche


Dopo aver parlato precedentemente di Seneca e del suo concetto di tempo e vita, strettamente correlate tra di loro, nel suo De Brevitate Vitae, presento oggi un altro bel classico da leggere e gustare, una primordiale storia d'amore, una delle prime che venne scritta dal genere umano.

AMORE E PSICHE


Amore e Psiche è, prima di tutto, la più nota delle favole contenute nell'opera "Le Metamorfosi" di Apuleio e si estende per tre degli undici libri di cui è costituito il romanzo. La favola, come il resto de Le metamorfosi, ha nel libro un significato allegorico:Cupido- identificato con il corrispondente greco Eros, signore dell'amore e del desiderio-, unendosi a Psiche- ossia l'anima- le dona l'immortalità. Tuttavia questa, per giungervi, dovrà affrontare quattro durissime prove, tra cui quella di scendere agli Inferi per purificarsi. Già il nome Psiche (in greco ψυχή significa "anima") allude al significato mistico della storia, e riconduce alle prove che la donna dovrà affrontare nel corso della storia, simbolo delle iniziazioni religiose al culto di Iside. Anche la posizione centrale della favola nel testo originale aiuta a capire lo stretto legame che lega questo racconto con l'opera principale; è infatti facile scorgervi una "versione in miniatura" dell'intero romanzo: come Lucio, protagonista de Le Metamorfosi, anche Psiche è una persona simplex et curiosa; inoltre, entrambi compiono un'infrazione, alla quale seguirà una dura punizione. Solo in seguito a molte peripezie potranno raggiungere la salvezza.

Quanti di voi conoscono la vicenda che vede come protagonisti questi due amanti?

Psiche una bellissima fanciulla che non riesce a trovare marito, diventa l'attrazione di tutti i popoli vicini che le offrono sacrifici e la chiamano Venere. La divinità,gelosa per il nome usurpatole, invia suo figlio Eros perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro della terra e sia coperta dalla vergogna di questa relazione, ma il dio sbaglia mira e la freccia d'amore colpisce invece il proprio piede ed egli si innamora perdutamente
della fanciulla. Intanto, i genitori di Psiche consultano un oracolo che risponde: "Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un'alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni bui."Psiche viene così portata a malincuore sulla cima di una rupe e lì viene lasciata sola. Con l'aiuto di Zefiro, Cupido la trasporta al suo palazzo dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua; così per molte notti Eros e Psiche bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, con un pugnale ed una lampada ad olio decide di vedere il volto del suo amante, nella paura che l'amante tema la luce per la sua natura malvagia e bestiale. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia d'olio cade dalla lampada e ustiona il suo amante che subito fugge.Psiche inizia così a vagare per diverse città alla ricerca del suo sposo, si vendica delle avare sorelle e cerca di procurarsi la benevolenza degli dei, dedicando le sue cure a qualunque tempio incontri sul suo cammino. Arriva però al tempio di Venere e a questa si consegna, sperando di placarne l'ira per aver disonorato il nome del figlio. Venere sottopone Psiche a diverse prove:l'ultima e più difficile prova consiste nel discendere negli Inferi e chiedere alla dea Proserpina un po' della sua bellezza. Durante il ritorno, mossa dalla curiosità, apre l'ampolla (data da Venere) contenente il dono di Proserpina, che in realtà altro non è che il sonno più profondo. Questa volta verrà in suo aiuto Eros, che la risveglia dopo aver rimesso a posto la nuvola soporifera uscita dall'ampolla e va a domandare aiuto a suo padre. Solo alla fine, lacerata nel corpo e nella mente, Psiche riceve con l'amante l'aiuto di Giove: mosso da compassione il padre degli dei fa in modo che gli amanti si riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Eros.


4 commenti:

  1. adoro la favola di Amore e Psiche dalla prima volta che l'ho letta. Purtroppo al liceo, avendo avuto una professore davvero impedita, Apuleio (come altri autori) è stato trattato poco e niente, troppo velocemente... fortunatamente ho deciso di leggerlo per conto mio, e mi ha tanto colpito da farmi trovare l'argomento per la tesina di maturità!
    comunque nuova iscritta, passa da me se ti va il mioblog è nato da poco :)

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  2. Certo!
    Io invece avendo fatto il classico e avendo una passione sfrenata per i classici ho letto tanto e molto :)

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    1. ho fatto anche io il classico, ma ho trovato la sfortuna di trovare gli ultimi due anni di liceo la professoressa incapace e con poca voglia di insegnare :( io anche sono una grande amante dei classici :)

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  3. Questo è un classico che mi manca e mi dispiace profondamente perchè vorrei leggerlo. Spero di riuscirci quest'estateo!

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