Pagine

giovedì 2 maggio 2013

Recensione: Le notti bianche

«Sapete cos’è un sognatore di Pietroburgo, signori? […] Nelle strade cammina a capo chino, ma se osserva qualcosa, sia pure l’inezia più comune, il fatto più insignificante assume un colore fantastico nella sua mente. Anzi la sua mente sembra fatta apposta per percepire in ogni cosa elementi fantastici».

LE NOTTI BIANCHE 
Newton Compton | €0,99 
Le notti bianche è un romanzo sentimentale in cui appaiono molti dei temi fondamentali dell'opera di Dostoevskij. Un sognatore, isolato dalla realtà e da qualsiasi rapporto di amicizia, durante una sua passeggiata notturna incontra, sul lungo fiume, una ragazza che risveglia in lui il sentimento dell'amore. Lei si chiama Nasten' ka, è una diciassettenne e viene subito colpita dal carattere timido e impacciato di lui, tanto che si incontrano di nuovo la notte dopo. Il romanzo si svolge in quattro notti, durante i quali i due si aprono l'un l'altra, il protagonista rivela tutto il suo distacco dalla realtà, e il suo mondo di fantasie, tetro e illusorio, mentre lei si sfoga sulla sua vita privata, ovvero che vive con una vecchia nonna e attaccata a lei con uno spilo, e che sta aspettando, da un anno ormai, il suo amore perduto, un inquilino della nonna che dopo la sua rivelazione d'amore, le aveva chiesto un anno di attesa, data la povertà di lui, senza però prometterle nulla. Nasten' ka, cominciando a conoscere lui, cerca di dimenticare l'altro, con scarsi risultati. Il sognatore è convinto che lei vi riuscirà, ma tutto finisce quando l' uomo, che non l'aveva dimenticata, li incontra per caso la quarta notte ricomparendo nella vita della ragazza. Allora capisce che è tutto inutile, e riscivola nella sua tana, nella solitudine dei sogni.



Un uomo che rifiuta la realtà, che si rifugia nelle sue visioni, che non riesce a vivere quella vita razionale e materiale che a nessuno è proibita se non a lui, che cammina tra gli angoli e le strade di una Pietroburgo che sembra perdere le proprie fattezze terrene per farsi evanescente e impalpabile, che viaggia nella sua mente, immagini vivide più della realtà, vite mai vissute e desideri realizzati in un mondo onirico. Questa è la storia del sognatore, protagonista del romanzo, che riuscirà ad aprire un varco soltanto dopo aver incontrato Nasten’ka, una ragazza disperata per l'attesa di un amore promesso, partito e non ancora ritornato: l'intero romanzo si snoda attraverso le parole dei due personaggi che, sotto la luce dei lampioni, si confidano a vicenda, raccontano le loro storie e condividono speranze, dubbi, amarezze, gioie, banali avvenimenti, futuri, presenti in bilico. Il sognatore rivela alla giovane e fragile ragazza la sua incapacità di vivere, di creare legami con le altre persone, di farsi strada tra la folla, di amare e sentire realmente se stesso; il suo è semplicemente un mondo onirico, fatto soltanto di se stesso e della sua immaginazione, dove non vi è spazio per alcun individuo se non quelli creati dalla sua fervida fantasia ricordando così quegli inetti di Svevo che erano ubriachi di letteratura, che erano appagati da sogni da megalomane, che, non riuscendo ad affrontare la vita e sentendosi incapaci di vivere quella 
vita dai canoni borghesi fissi e immutabili, si rifugiavano nei romanzi esistenti o in quelli creati da se stessi. Anche il sognatore sogna, fugge, prova a vivere e l'unica speranza appare con l'incontro di Nastn’ka che costruisce insieme a lui un legame forte e , verso la conclusione, la speranza di un futuro insieme, destinato però a crollare, a essere e rimanere semplice illusione. Il sognatore si ritrova così nuovamente solo, divorato dal sogno che lo rende solo e incapace di vivere, soffrendo per l'essere diverso, estraneo al mondo, alla quotidianità, alle esperienze comuni, alla normalità: emerge quindi un senso di sconfitta e amarezza per la lontananza dalla vita,  anche se alla fine del libro il sognatore concludendo dicendo «Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?».  ammettendo come sia stato sufficiente anche un piccolo attimo di beatitudine nella sua vita che il sogno, invece di illuminare, oscura.
Particolare, che mette in evidenza il desiderio di vivere e contemporaneamente la sua estraneità, è il seguente frammento: 
"Perchè in quei momenti già inizia a sembrarmi che non sarò mai capace di cominciare a vivere una vera vita; perchè ho già avuto l impressione di aver perso ogni misura, ogni senso della realtà, della autenticità,; perchè infine ho maledetto me stesso; perchè dopo le mie fantastiche notti mi capitano ormai momenti di ritorno alla realtà che sono terribili. Nel frattempo senti rumoreggiare e turbinare in un vortice vitale una folla di gente intorno a te, senti, vedi la gente vivere, vivere nella realtà, vedi che la vita per loro non è proibita, che la loro vita non si dilegua come un sogno,come una visione..."

VOTO:



2 commenti:

  1. un romanzo breve ma intenso e dolce!!

    RispondiElimina
  2. Ho recentemente letto questo romanzo e mi ha particolarmente colpita! Alcune frase e alcune riflessioni mi sono rimaste dentro! Se ti va da uno sguardo alla mia recensione!

    RispondiElimina