Lui è Ernesto Di Lorenzo, ha partecipato anche al salone del libro di Torino con uno stand.
Ernesto ha accettato di rispondere a delle domande... quindi eccovi un'intervista esclusiva per il blog!
Un piccolo editore lancia a se stesso una grande sfida: raccontare con i propri libri le emergenze del pianeta. Una nuova sigla editoriale per affrontare i temi della solidarietà internazionale, attraverso le testimonianze degli operatori umanitari e i reportage di giornalisti e fotografi dalle periferie del mondo.Così scrive Ernesto nel sito della casa editrice. Ed è la verità, ErnestoDiLorenzo editore si propone di pubblicare i libri che parlano di temi importanti, che non si distanziano dalla realtà.
Quando e come è nata l’idea di fondare una casa editrice? Che cosa significa fare l’editore?
La mia casa editrice nasce nel 2009 ( nel dicembre dello stesso anno vi fu la prima uscita). Sin dall’università ho intrapreso l’attività di giornalista occupandomi anche di solidarietà internazionale, di interviste televisive anche con figure di spicco nel panorama religioso e non solo. L’idea è nata con l’intento di approfondire grandi temi come i diritti umani, il dialogo interculturale (temi che a mio avviso non sono facilmente reperibili sulla stampa). Tra i libri pubblicati, ad esempio, ve ne è uno sull’infanzia, uno sull’acqua come diritto universale, uno sui Pigmei e l’essere missionario. Voglio quindi far, attraverso i libri, da cassa di risonanza.
Richiede molto tempo essere editore?
Non mi possono dedicare del tutto all’editoria dovendo sostenere l’attività di farmacista ma è comunque un lavoro dispendioso sia economicamente ( spesso le uscite sono maggiori delle entrate) che pragmaticamente perché, per una piccola casa editrice come la mia, è necessario un lavoro maggiore di informazione e promozione dei prodotti. Ho qualche collaboratore ma mi piace comunque seguire tutto l’iter di un libro, dalla creazione alla pubblicazione. La parte più bella è quella creativa, la scelta del titolo, della copertina, la stesura della quarta di copertina, mentre l’aspetto commerciale è un po’ più noioso ma necessario.
Per poter pubblicare con lei, cosa dovrebbe fare un autore?
Ricevo diverse proposte e di continuo, non soltanto da autori siciliani ma anche dal resto dell’Italia, eppure se i temi trattati non sono omogenei con le mie collane, sono costretto a declinare.
Non ha mai pensato di creare collane diverse?
No. Al momento vorrei insistere sul libro-intervista. Ho diverse idee e vorrei avere nuovi interlocutori, nuovo materiale stimolante, nuovi scrittori, giornalisti, che riescano a trattare temi come i diritti umani. Creare altre collane al momento non è nei miei piani, intensificare quelle che già ho invece si.
Oltre all’editoria ha mai pensato di intraprendere l’attività di scrittore?
Scrittore come giornalista. La scrittura mi è sempre interessata, ha avuto sempre un interesse primario, mi piace scrivere come sa e deve fare un giornalista e non spaziare con la mente e la fantasia, preferisco parlare di eventi reali e concreti.
È difficile pubblicare in un paese come Alcamo?
Alcamo non è l’orizzonte, non pubblico i libri per avere un riscontro o venderlo qua, non è Alcamo che decide le sorti della mia casa editrice anche se è pur vero che al nord sarei agevolato notevolmente con occasioni e un pubblico diverso ( ad esempio il libro fotografico lì sarebbe più apprezzato). I libri sono universali, non li ho pubblicati per rivolgermi solo ai siciliani.
Si possono acquistare i libri sul sito?
Si. Inoltre da un anno sono un fornitore di Ibs. Online è possibile tutto e questo ci ha fatto superare l’”handicap” di vivere in un piccolo paese e di essere una piccola casa editrice.
Cosa pensa dell’editoria italiana?
Credo che punti molto spesso sugli stessi autori, magari quelli che hanno venduto di più o sono più rinomati mentre bisognerebbe essere aperti alle novità, dare un po’ più di spazio agli emergenti, e dovrebbe essere meno “commerciale”. Non condivido assolutamente il self-publishing o l’editoria a pagamento: nel primo caso viene a mancare il lavoro di editore che credo sia essenziale, nel secondo la casa editrice non è interessata al libro quanto ai soldi che l’autore deve sborsare per acquistare una percentuale delle copie.
Ringraziamo infinitamente Ernesto per aver risposto alle nostre domande!
Domani pubblicheremo un nuovo post, per farvi conoscere alcune pubblicazioni di questa casa editrice! Tenete d'occhio il blog!
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