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domenica 15 dicembre 2013

Il calendario dell'avvento #15: Intervista a Giovanni Garufi Bozza

Buona Domenica a tutti. Cosa avete letto durante questa settimana? Io sono rimasta un po' indietro e sto ancora leggendo "La volontà di Dio" di Marco Bettini.
Ma andiamo alle cose più importanti ^^ apriamo la casella numero 15


Oggi vi facciamo leggere l'intervista che abbiamo fatto all'autore italiano Giovanni Garufi Bozza, autore del libro "Selvaggia", che abbiamo messo in palio qualche giorno fa in un giveaway del calendario: QUI
Buona lettura...


Ciao Giovanni, grazie per la disponibilità. Ti va di parlarci un po’ di te e della tua carriera?
Ciao e grazie a te di avermi permesso di essere ancora una volta ospite sul tuo sito. In poche battute posso dirti che sono nato il 18 agosto del 1985 a Roma, città in cui vivo e lavoro.
Laureato in Psicologia, dal 2010 sono iscritto all’Albo degli Psicologi del Lazio. Frequento la scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute a Orvieto.
Dal 2011 sono vice-direttore di una web-radio, Radiovortice.it. Dal 2012 sono autore e conduttore della trasmissione Crisalide, dedicata agli autori emergenti, e dalla stessa emittente ho condotto per più di un anno il programma GPS (Giovani, Politica e Società).
Mi assumo un po’ il rischio di promuovere una nuova psicologia, che superi la visione classica del terapeuta che scava nel passato e che si affermi come scienza delle relazioni, che aiuti l’uomo a promuovere le sue risorse, le sue competenze, le sue qualità. In breve una psicologia che promuova il benessere dell’individuo e del contesto in cui vive, che veda il sintomo come una risposta adattiva, occasione di crescita.
Amo viaggiare e sono un lettore bulimico.


Quando e come è nata l’idea di scrivere Selvaggia? Già l'avevi in mente o si è delineata a poco a poco mentre scrivevi?
Avevo in mente solo l’idea di scrivere su una doppia personalità, la trama si è a poco a poco sviscerata da sé. Mi piace condividere con te un’immagine che spesso mi regalano i lettori: in molti mi dicono che non avrebbero mai voluto arrivare alla parola fine, leggendo questo romanzo. La cosa che mi fa più piacere non è solo il fatto in sé, ma questa empatia che si crea con chi legge il romanzo con questa sensazione, la stessa che ho avuto io nel redigerlo, non avrei mai voluto finirlo per quanto mi stava emozionando!
L’idea nacque durante una notte brava in un locale dark che ero solito frequentare. Mi stupivo di come alcuni habitué di quel disco-pub (vestiti rigorosamente di nero con borchie, monili vari e via dicendo), spesso si ritrovassero in settimana a indossare vestiti classici, o per lavoro o per scelta. Alcuni di essi, senza quei vestiti dark addosso, sembravano perfino più impacciati e insicuri di quanto non lo fossero il venerdì o il sabato sera in quel locale. Durante quella notte, forse un po’ su di giri, mi misi a fantasticare su una ragazza presente nel locale. Era davvero bella e sensuale (hai presente Selvaggia?), non ebbi mai modo di conoscerla personalmente, ma solo di osservarla. Lasciò in me la traccia del romanzo che ho scritto, che parti da una domanda: chissà come è lei durante la settimana, chissà quanto muta la sua personalità? E da lì, fantasticando, è venuto fuori Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità.

Nel tuo libro hai aggiunto qualche aspetto autobiografico?
A parte il nome del locale, il Jungle, che effettivamente esisteva e che frequentavo assiduamente prima che chiudesse, e il caos dell’aula universitaria nel primo giorno di lezione, gli aspetti autobiografici sono pochissimi. C’è un Sé ideale, probabilmente, rappresentato da Daniel: lui ha tante caratteristiche che io non ho e che avrei sempre voluto avere. Sa ascoltare senza giudizi (cosa che ho imparato a fare solo dopo anni di studio, per lui è una dote naturale), sa cogliere l’attimo, ha sempre la battuta pronta e sa fare tutte quelle piccole cose che io non ho mai saputo fare, come guidare un motorino o suonare una chitarra, per dirne due. Dovresti vedermi provare a fare una delle due cose, ti faresti un sacco di risate. ;)

Prima di Selvaggia hai scritto altri romanzi o racconti?
Ho scritto tanto, lasciando quel tanto tutto a metà. Quindi possiamo dire che non ho scritto nulla né mi è rimasto qualcosa di tutti quegli inizi di romanzi , di racconti o di storie, che sono rimasti per anni nel cassetto, per poi finire nel dimenticatoio o nel cestino. Selvaggia è stato l’unico testo in grado di prendermi di peso e obbligarmi a scriverlo tutto. È stata una passione durata sei lunghi anni, ce ne ho messo di tempo per terminarlo! Potevo lasciarlo lì, a sopire per qualche mese, ma poi scattava nuovamente la voglia di tuffarmi in questa folle storia.

Ti sei ispirato a qualche autore per scriverlo? Se sì, a chi?
Molti pensano che io mi sia ispirato al celebre testo di Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde). In realtà sono stati due gli autori che più mi hanno ispirato, ovvero Wilde, con Il ritratto di Dorian Gray (che a sua volta fu ispirato dal testo di Stevenson, a quanto so) e Pirandello, con Uno, nessuno e Centomila e altre opere, tra le quali Sei personaggi in cerca di autore. A Pirandello devo le mie riflessioni sulle maschere che indossiamo per stare nel mondo.

Il tuo autore e libro preferito?
Mi stai di chiedendo di scegliere la più bella tra le sette meraviglie del mondo, sai che non saprei risponderti? Ogni giorno scopro una lettura nuova e un autore tutto da gustare. Chi lo è stato ieri, potrebbe non esserlo oggi, perché c’è un autore per ogni circostanza e situazione di vita.
Facciamo così, ti rispondo citandoti un’autrice di cui parlerò tra poco tempo sul mio sito, una Signora che mi ha finalmente fatto apprezzare un femminismo sano, che mi ha permesso di ripercorrere con un suo famosissimo saggio buona parte della letteratura degli ultimi secoli. Ti dirò che è la mia preferita in questo momento, questo stesso in cui ti sto scrivendo, perché mi piacerebbe che leggessi questo testo, che critica tanto gli uomini in apparenza, ma in realtà sa raddrizzarli bene bene tra le righe (posto che abbiano mente, cuore e capacità di mettere da parte l’orgoglio per porsi in ricezione, ovviamente).
Lei si chiama Virginia Woolf e il libro è Una stanza tutta per Sé, e dato che nella mia mente già sta comparendo in palese concorrenza uno Schnitzler che mi urla “Ma come, non hai amato Doppio Sogno e Il ritorno di Casanova?”, per aiutarla a trionfare in questo mio momento di vita in cui ti sto scrivendo, ti cito una delle frasi più famose del suo libro: Avete un'idea di quanti libri si pubblicano sulle donne in un anno? Avete idea di quanti di questi libri sono scritti da uomini? Sapete di essere, forse, l'animale più discusso dell'universo?

Che progetti hai per il futuro?
Ho tante idee e poco tempo per rimetterle in ordine, ma a una di esse in particolare sto dedicando tanta attenzione. Sta per uscire la mia secondogenita, e in esclusiva ti dirò il titolo, passibile di cambiamenti, ma ormai quasi confermato: Alina, autobiografia di una schiava. Un titolo un po’ crudo, un romanzo che si discosterà molto dalle tematiche trattate in Selvaggia, ma che in qualche modo tornerà a parlare della protagonista del primo libro… perché leggendolo scoprirai un collegamento… non dirlo troppo in girò, però, è un segreto! ;)

Abbiamo finito con le domande. Vuoi aggiungere qualcosa?
Voglio aggiungere due regali per i lettori di questo sito. Il primo è l’anteprima di Selvaggia, ben tre capitoli che potrete trovare a questo link. Visto che ne abbiamo parlato tanto, potranno assaporare i primi tre capitoli.
Il secondo è per chi vincerà il giveway e per chi vorrà acquistare il romanzo: la versione e-book costa 3,99 euro (in tempi di crisi, leggiamo a risparmio, ma mi raccomando leggiamo!), la trovate cliccando qui, come pure visitando mille altri store on line.
Il regalo consiste in questo: a chi lo leggerà e lo avrà scoperto attraverso questo sito, e mi manderà un suo commento alla mail giovanni.garufibozza@gmail.com invierò due doni personali, sta a voi scoprire quali ;)
Unica raccomandazione: siate critici nel leggerlo!


In bocca al lupo da tutti i lettori.
Come dice sempre una mia amica scrittrice, Anita Borriello, viva i lupi! ;)


Ringrazio infinitamente Giovanni, perché è sempre stato disponibile, una persona eccezionale, che mi ha permesso di leggere il suo libro, che ho davvero apprezzato. Grazie!












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