Carissimi lettori, oggi voglio parlarvi
dell' incontro con l'autore che si è tenuto ieri nella mia scuola: noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di incontrare l'autore
Fabio Stassi.
Di questo autore ho letto l' ultima opera “L'ultimo ballo di Charlot”, ed è stata una delle migliori
letture del 2013.
Ma potrete leggere la mia recensione
tra qualche giorno, sto ancora cercando di mettere insieme le idee e
le emozioni che il libro mi ha lasciato.
In una sera di Natale la Morte va a trovare Charlie Chaplin nella sua casa in Svizzera. Il grande attore e regista ha passato gli ottant’anni ma ha un figlio ancora piccolo e vorrebbe vederlo crescere accanto a sé. In un lampo di coraggio Chaplin propone un patto alla Vecchia Signora: se riuscirà a farla ridere si sarà guadagnato un anno di vita. Inizia così un singolare balletto con la Morte, e quella notte a salvarlo non sarà la tecnica consumata dell’attore ma la comicità involontaria che deriva dagli impacci dell’età. La questione però è solo rinviata: anno dopo anno, a Natale, la Vecchia tornerà a reclamarlo e bisognerà trovare il modo di suscitarle almeno una risata. Nell’attesa dell’incontro fatale Chaplin scrive una lunga e appassionata lettera al figlio. Vuole raccontargli la storia vera del suo passato, quella che nessuno ha mai ascoltato, ed ecco che dalle sue parole scaturisce l’avventura rocambolesca di una vita e il ritratto di un’epoca rivoluzionaria.
Con questo suo ultimo libro Fabio ha vinto
diversi premi letterari, come il Premio Sciascia. Ed è arrivato
secondo al Premio Campiello, prestigioso premio letterario istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto, che viene assegnato a opere di narrativa italiana.
Durante l'incontro di ieri il mio
professore Paolo Arena, ha letto un paio di pagine del libro, il
tutto accompagnato dalla musica di un sassofono. Il risultato è
stato davvero straordinario ed emozionante, sarei stata ore ed ore ad
ascoltare quella lettura, con i brividi che mi percorrevano tutto il
corpo.
Ma voglio farvi leggere un po' cosa ha
detto lo stesso scrittore riguardo la sua vita e la sua carriera:
Fabio dice di essere sempre stato
attaccato alla scrittura, inizia a scrivere da piccolo e continua per
tutta la sua vita. Lui stesso definisce la sua prima poesia
“orrenda”, una poesia sulla musica, scritta dopo la morte del
famoso Luis Armstrong.
Da lì continua a scrivere
ininterrottamente, scrive sopratutto in treno, essendo un
pendolare tra Viterbo e Roma. Fabio ritiene che il treno sia la sua
vita, è un luogo che si sposa con la scrittura perché non stai da
nessuna parte. Anche nel libro c'è un lungo viaggio che si svolge in
treno, dove il protagonista incontra tre persone. L'autore confessa
che quei tre tipi strani esistono veramente, sono suoi amici e
compagni di treno.
Nonostante Fabio lungo la sua vita
continui sempre a scrivere, la telefonata arriva dopo tanti anni, a soli tre giorni dall'invio del manoscritto. Insieme a quella,
arrivano altre due telefonate da altre case editrici. Ed è così che
Fabio inizia a pubblicare. Afferma: “Non si scrive per sé stessi e scrivere è come un allenamento, per migliorarsi, ci vuole molto esercizio.”
Ma il suo sogno si avvera quando
riesce, finalmente a pubblicare con la casa editrice Sellerio.
Poi Fabio inizia a parlare della
Sicilia, del suo rapporto con essa, definendolo “profondissimo”.
Nasce a Roma ma i genitori sono siciliani e quindi in qualche modo
lui inizia ad instaurare un rapporto con questa terra, che può
soltanto immaginare. Fino a 6 anni Fabio parla in siciliano e proprio
per questo, la madre lo porta a studiare dizione da un'attrice che
abita nel suo stesso palazzo, così perde definitivamente il
dialetto.
Lui ritiene molto importante il legame
con la propria lingua, ancora più importante del luogo dove si
nasce. A tal proposito, consiglia il libro di Elia Scanetti, “La
lingua ritrovata”.
Fabio racconta un suo ricordo: la nonna
apparecchiava anche per chi era morto o emigrato, lasciando quel
posto libero, questa era un'occasione per Fabio per immaginare i
volti o le storie di queste persone invisibili. Per l'autore il tema
della Memoria è uno dei più importanti.
Fabio parlando della scrittura, dice
una cosa che ritengo sia molto attuale e veritiera: In Italia
ormai scrivono tutti, ma la maggior parte lo fa solo per apparire.
E
fa riferimento ad una famosa frase: Non si scrive per il
proprio onore, ma per il proprio disonore.
Fabio
conclude dicendo che “I
libri belli, lasciano cicatrici”.
Durante
l'incontro abbiamo avuto la possibilità di porre delle domande a Fabio, riguardanti
il suo ultimo lavoro, ecco cosa ha risposto (le risposte non sono
trascritte parola per parola, ma abbiamo dovuto cambiarle non avendo
registrato, ma soltanto scritto):
- C'è attinenza tra Chaplin e il tuo attaccamento alla Sicilia?Certamente, è stato intenzionale, tutto era compiuto. Chaplin veniva da un'isola (Inghilterra) e va in America: 20 anni, povero, ma con un grandissimo talento nella recitazione. La prima cosa che fa in America, gli va male ed è distrutto da ciò. Anni dopo sarà espulso dall'America perché sospettato di comunismo.
- Nel tuo libro, c'è qualche elemento autobiografico?Tutte le opere sono autobiografiche, finisci sempre a parlare di ciò che hai nel cuore.
- Come mai hai scelto il personaggio di Charlot?Volevo raccontare la storia del cinema, ma in chiave fantastica. Volevo che la comicità fosse rappresentata al contrario, che andasse contro i potenti. Avevo pensato a tanti personaggi prima di lui, come Frank Capra. Ma successivamente mi è venuto in mente lui: Charlot, un mito per me fin dall'infanzia. Era perfetto per il mio scopo, Charlot incarna il debole che va contro il potente.
Fabio Stassi è un grande scrittore, ha dimostrato un'umiltà che in pochi hanno. Ha quasi sempre parlato di altri libri e pochissimo del suo. Il prossimo anno uscirà il suo nuovo lavoro, spero di poterlo leggere prima o poi.
Questi sono alcuni dei suoi libri precedenti:
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