‘Io non sono mai nato’
Ingabbio la mia vera natura
dentro radici consumate d’indifferenza.
Mi sento memoria di un giorno
dimenticato fra gli istanti.
Ce ne sono tanti di attimi
annullati, come tra i supplizi di un’umanità invalidante, mentre l’aria circostante
rende il mio silenzio aliante di apparenza.
Sostengo l’assenza di una lacrima
in un urlo incessante, che il cuore blocca tramutando in cenere l’anima: ‘il
nessuno’ di un nome mascherato da colui che non vorrei essere, ma il quale ogni
giorno sono.
Inconsistente idea di travestirmi
dell’ignoto per celare veramente me stesso tra i vestiti strappati agli
scheletri del mio armadio.
Il mio ‘sentirmi’ lontano da ogni
‘dove’ e da ogni ‘quando’abbraccia l’incontinenza del volermi inadeguato agli
occhi altrui.
Sì, perché gli altri non ti
accettano per quello che sei: non vorrebbero mai vederti buono,sensibile,
paziente, sincero, onesto e semplice.
Ti rendono un fac-simile a ciò
che anche loro fingono di essere, un automa con indosso soltanto il sorriso per
compiacere chi come ‘noi’ sillaba un ‘sì’ per ingoiare la paura di un ‘no’.
Un assenso forzato per travestire di
‘carnevale’ ogni giorno che si aggiunge a questa vita chiamata ‘omertà’.
Traccio le assi di un percorso
fatto di voli di nebbia, la nebbia del mondo.
Perché l’universo è pieno di
nebbia, quella fitta foschia che acceca la nostra vera essenza per vibrare nel
cerchio vuoto dell’amarezza di non comportarci come vorremmo.
Dipingo sorrisi di falsa modestia
tra i cenni di un finto buonismo incorniciato da abominevole perbenismo.
Sosto inconsapevole fra le crisi
di coscienza di un’anima, che non vive di rimorsi, ma trasforma il senso di
colpa in corroborante silenzio.
Assenza di parole sezionata da
barlumi di asfissiante retorica fatta di espressioni marchiate dalla grottesca
e ignobile ‘maschera’ della menzogna.
Mi travesto da pusillanime, mi
spoglio di me stracciando brandelli di orgoglio, mentre misere vergogne vivono
in ancestrali nicchie, dove il ‘nessuno’ regna assoluto.
Graffio con unghie invisibili
questa faccia ‘non mia’ per mancanza di coraggio.
Mi addormento con l’angoscia di
non aver vissuto per come sono e mi risveglio ogni giorno con la voglia di
essere ciò che l’istinto mi dice, ma che non ho mai avuto la forza di sfidare,
sconfiggendo il ‘mostro’ della vigliaccheria.
Attimi di scompenso decifrano la
mia anima nuda, scolpendo battiti di un cuore abbandonato in un circo di bestie
feroci.
Quelle ‘bestie’ di fantasmi che
amano farmi cadere in ginocchio attraverso la sola paura di guardarmi allo
specchio.
Sì, perché non posseggo solamente
il pensiero pregno del rimpianto di non esser stato me stesso, ma ho un atroce
delitto sulla coscienza.
Ti ho ucciso, anima terrena,
piena di aspettative e sogni per diventare ciò che vogliono gli altri.
Ho ammazzato me stesso per
vestirmi di quella agognata libertà, che il giudizio altrui non mi permetteva
di avere.
Ed ora che agli occhi di tutti
sono quello che volevano, sono ancor più prigioniero della mia stessa vita.
Un sogno sfumato tra le labbra
del destino, mentre Dio non mi giudica, ma prova soltanto pietà per quest’anima
derelitta in un nubifragio di facce diverse.
Una tempesta perfetta di maschere
accartocciate, dove di ‘perfetto’ non rimane niente.
Solo l’ombra di una persona mai
nata.
Francesca Ghiribelli
Ricordiamo ai vari partecipanti che possono richiedere la propria posizione e scheda di valutazione all'email: eziocammisa@hotmail.it.
Grazie a tutti per aver partecipato e vi aspettiamo
per la terza sessione!
Complimenti, pubblicherò a breve il testo anche nel mio blog!
RispondiEliminaGrazie mille Ilenia :)
Eliminawow non ci avrei mai creduto davvero! sono emozionata e commossa! ringrazio tutti di vero cuore!
RispondiElimina:D Complimenti!!
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