Oggi dedichiamo un po' di tempo alla scrittura. Laddove c'è un libro c'è sempre uno scrittore quindi lettura e scrittura sono finemente correlate tra di loro. Come ben sapete, da un anno abbiamo iniziato un laboratorio di scrittura creativa "Narrami O Musa" con l'intento di migliorare insieme le proprie capacità linguistiche, lessicali, creative, dando continuamente nuovi spunti con i temi delle diverse sessioni. Oggi invitiamo a parlare dell'arte dello scrivere proprio due partecipanti del nostro laboratorio... da una parte un autore emergente che ha già pubblicato qualcosa, dall'altra una scrittrice non ancora conosciuta ma che si diletta nel personale. Vi presentiamo Antonio Polosa e Josy Monacho.
Cosa significa per voi scrivere?
Josy: Credo che in molti casi, certe storie chiedono solo di essere raccontate. Scrivere per me significa dare vita a personaggi capaci di farti da specchio sulla tua stessa realtà della quale prendi coscienza parola dopo parola.
Antonio: Per me scrivere significa molte cose. Nella scrittura riesco a esprimermi naturalmente, scrivere mi da sicurezza, distrugge le mie ansie e paure e quindi mi permette di essere veramente spontaneo. Scrivo per dare una forma più duratura alle immagini che mi attraversano la mente, scrivo perché voglio condividere con tutti ciò che sento e provo ma scrivo soprattutto perché amo raccontare storie. Fin da quando si conosce la vita senziente, è certo che le persone hanno sempre raccontato storie sia reali che inventate, per questo sono convinto che un libro possa davvero salvare le persone.
Avete qualche "maestro"? Cercate ispirazione o insegnamenti nella lettura di qualche grande del passato?
Josy: Quando riuscite a scoprire da dove mi viene l'ispirazione fatemelo sapere perché anche io l'ho chiesto a me stessa ma non ho trovato risposta. Scherzo. Ho letto e leggo vari autori per studiare e imparare. Però, quelli che considero i miei << insegnanti di scrittura>> sono Umberto Eco, Stephen King, Edgar Allan Poe e William Shakespeare.
Antonio: Beh, io tendo sempre a estraniarmi, a ricercare un mio stile per risultare in qualche modo originale ma se devo citare qualche nome, direi Tolkien nel passato e potrei aggiungere Martin nel moderno con le sue cronache. Mentre il primo mi ha insegnato valori talmente puri che trascendono la realtà, il secondo mi ha ricordato che il mondo è un posto brutale dove gli eroi non esistono o se esistono, non prevalgono mai. Ho fuso queste due idee e ho cercato una via di mezzo. Per quanto riguarda lo stile di scrittura ogni singolo libro letto mi è stato di aiuto.
Avete qualche "maestro"? Cercate ispirazione o insegnamenti nella lettura di qualche grande del passato?
Josy: Quando riuscite a scoprire da dove mi viene l'ispirazione fatemelo sapere perché anche io l'ho chiesto a me stessa ma non ho trovato risposta. Scherzo. Ho letto e leggo vari autori per studiare e imparare. Però, quelli che considero i miei << insegnanti di scrittura>> sono Umberto Eco, Stephen King, Edgar Allan Poe e William Shakespeare.
Antonio: Beh, io tendo sempre a estraniarmi, a ricercare un mio stile per risultare in qualche modo originale ma se devo citare qualche nome, direi Tolkien nel passato e potrei aggiungere Martin nel moderno con le sue cronache. Mentre il primo mi ha insegnato valori talmente puri che trascendono la realtà, il secondo mi ha ricordato che il mondo è un posto brutale dove gli eroi non esistono o se esistono, non prevalgono mai. Ho fuso queste due idee e ho cercato una via di mezzo. Per quanto riguarda lo stile di scrittura ogni singolo libro letto mi è stato di aiuto.
Cosa significa pubblicare un libro? E pensare di volerlo pubblicare?
Josy: Pensare di voler pubblicare un libro significa avere la fortuna di incontrare addetti ai lavori realmente interessati ad aiutarti ,non a scoraggiarti per poi appropriarsi delle tue idee e che si impegnano a darti una risposta anche se questa è negativa. Non ho ancora pubblicato un libro e mi auguro di farlo un giorno.
Antonio: Inizialmente pensavo che pubblicare mi avrebbe spinto a scrivere di più. Ci fu un periodo di calma piatta tra la mia posta che mi portò a pensare: "Non ci riuscirà mai, nessuno risponderà, allora perché continuare a scrivere? A buttare via intere nottate davanti al pc?" Alla fine invece è stato l'esatto contrario. Pubblicare vuol dire farsi divorare da ansie e dubbi, da doveri e giudizi. Un'arma a doppio taglio per chi come me vuole solo star bene soprattutto con se stesso. La difficoltà prima di pubblicare è trovare un editore onesto che voglia puntare sulla tua opera, la difficoltà dopo la pubblicazione è molto relativa ma quella che abbraccia tutti, credo sia il farsi conoscere. Tra centinaia di pubblicazioni mensili, se non settimanali, ci si accorge che scalano le vette solo i fortunati o le persone che, per un motivo o per un altro, hanno già un proprio pubblico che li segue.
Quale può essere la più grande ambizione di uno scrittore?
Josy: L'ambizione più grande di uno scrittore credo sia quella di avere dei lettori e di sapere di essere arrivato a toccare le corde della loro anima.
Antonio: Beh anche qui cadiamo nella relatività. Generalmente direi che conquistare il titolo di "maestro" del proprio genere, anche solo nella propria nazione, sia già un bel traguardo. Purtroppo questo dipende in buona parte dalle vendite, e le vendite sono questione di pubblicità e la pubblicità richiede tempo, soldi e molta fortuna. Il momento giusto nel posto giusto aiuta ma è difficile da trovare e raggiungere. Certamente anche la bravura fa il suo dovere ma sappiamo tutti ormai che in un mondo basato sul consumismo, una buona pubblicità può far sfondare il mercato anche a opere mediocri. Fortunatamente quello che resta nel tempo è l'opinione delle persone, non solo la fama.
I vostri sogni nel cassetto?
Josy: Più che sogno nel cassetto parlerei di un armadio di sogni. Di certo, pubblicare un libro o meglio un romanzo e di riuscire in seguito a renderlo un film,una serie tv o uno spettacolo teatrale.
Antonio: Ho due cassetti. Anzi, ho un armadio enorme e una scrivania piena di fogli sparsi. Nell'armadio c'è il desiderio (che certamente da solo non basta) di scrivere quella storia capace di salvare le persone e il mondo; da chi o da cosa questo non è molto importante. Il sogno che abita caotico la scrivania invece, è quello di riuscire a scrivere tutti i numerosi romanzi da me già iniziati o solamente abbozzati. Tanti, troppi, probabilmente non basterebbe una sola vita e continuano ad aumentare di mese in mese; l'ispirazione non mi da tregua e a mio parere non esiste cosa più negativa di questa.
Scrivete per voi stessi, per la pubblicazione, la fama, il ricavato economico?
Josy: Andiamo in ordine: Ricavato economico, non so cosa sia. Nel senso, non ho ancora avuto il piacere di poter guadagnare con i racconti che scrivo. Anzi, faccio un appello a chi volesse commissionarmi dei racconti da scrivere. Vorrei poter fare la scrittrice a tempo pieno e trasformarlo in un lavoro vero e proprio. Per adesso i racconti li pubblico nel mio blog “I racconti della fata uncina”
Antonio: Scrivo principalmente perché lo sento come un bisogno primario senza il quale non potrei sopravvivere. Per quanto riguarda il ricavato economico, beh potrei citarti le basse percentuali che l'autore ha su ogni copia del proprio libro, di certo riusciresti da solo a trarre le tue conclusioni! Per un autore esordiente, prima di ricevere il misero frutto del proprio lavoro, potrebbero passare addirittura anni. Non siamo cantanti, se il nostro libro non vende i locali non ci pagano la serata live. Al contrario, di solito presentare un libro in termini economici è più una spesa che un guadagno. Solo autori di grosso calibro potrebbero vivere di sola scrittura e questa è una triste realtà che ormai tutti conoscono, anche chi non scrive o non legge.
Un consiglio ai giovani esordienti come te?
Josy: Scrivete, scrivete, scrivete. Buttate giù ogni storia che vi viene in mente. La prima storia sarà leggibile, la seconda forse carina, la terza comincerà a pulsare nella vostra mente pregandovi in ginocchio di non essere lasciata a metà.
Antonio: Giovani esordienti come me, se credete in ciò che avete scritto, non mollate mai e soprattutto non pensate al guadagno, ciò che più dovrebbe soddisfare uno scrittore che per la prima volta si mette in gioco, è vedere il proprio lavoro apprezzato dagli altri. Credete nel vostro racconto ma con cautela perché l'editoria è un mondo che delude anche le aspettative del più forte. Spesso, nonostante il vostro libro piacerà, vi metteranno da parte per pubblicare autori già affermati (esperienze personali) perché loro cercano una sicurezza di guadagno. Per questo, se i soldi li chiedono a voi, io vi consiglio di alzare i tacchi e riprovare altrove, perché vorrà dire che quella specifica casa editrice non avrà la minima intenzione di investire sul vostro lavoro nemmeno in termini di visibilità. Fortunatamente però esistono anche numerosi editori onesti. In conclusione, abbiate molta pazienza e vedrete che anche senza la fortuna, se il vostro romanzo merita davvero, qualcosa di buono accadrà.
Prima di dirvi i numeri di oggi, voglio avvisarvi che nel pomeriggio saranno estratti altri 3 numeri, perché siamo in ritardo con il programma ^^" scusate, ma non pensavamo fosse così difficile vincere tutte le tappe.
Josy: Pensare di voler pubblicare un libro significa avere la fortuna di incontrare addetti ai lavori realmente interessati ad aiutarti ,non a scoraggiarti per poi appropriarsi delle tue idee e che si impegnano a darti una risposta anche se questa è negativa. Non ho ancora pubblicato un libro e mi auguro di farlo un giorno.
Antonio: Inizialmente pensavo che pubblicare mi avrebbe spinto a scrivere di più. Ci fu un periodo di calma piatta tra la mia posta che mi portò a pensare: "Non ci riuscirà mai, nessuno risponderà, allora perché continuare a scrivere? A buttare via intere nottate davanti al pc?" Alla fine invece è stato l'esatto contrario. Pubblicare vuol dire farsi divorare da ansie e dubbi, da doveri e giudizi. Un'arma a doppio taglio per chi come me vuole solo star bene soprattutto con se stesso. La difficoltà prima di pubblicare è trovare un editore onesto che voglia puntare sulla tua opera, la difficoltà dopo la pubblicazione è molto relativa ma quella che abbraccia tutti, credo sia il farsi conoscere. Tra centinaia di pubblicazioni mensili, se non settimanali, ci si accorge che scalano le vette solo i fortunati o le persone che, per un motivo o per un altro, hanno già un proprio pubblico che li segue.
Quale può essere la più grande ambizione di uno scrittore?
Josy: L'ambizione più grande di uno scrittore credo sia quella di avere dei lettori e di sapere di essere arrivato a toccare le corde della loro anima.
Antonio: Beh anche qui cadiamo nella relatività. Generalmente direi che conquistare il titolo di "maestro" del proprio genere, anche solo nella propria nazione, sia già un bel traguardo. Purtroppo questo dipende in buona parte dalle vendite, e le vendite sono questione di pubblicità e la pubblicità richiede tempo, soldi e molta fortuna. Il momento giusto nel posto giusto aiuta ma è difficile da trovare e raggiungere. Certamente anche la bravura fa il suo dovere ma sappiamo tutti ormai che in un mondo basato sul consumismo, una buona pubblicità può far sfondare il mercato anche a opere mediocri. Fortunatamente quello che resta nel tempo è l'opinione delle persone, non solo la fama.
I vostri sogni nel cassetto?
Josy: Più che sogno nel cassetto parlerei di un armadio di sogni. Di certo, pubblicare un libro o meglio un romanzo e di riuscire in seguito a renderlo un film,una serie tv o uno spettacolo teatrale.
Antonio: Ho due cassetti. Anzi, ho un armadio enorme e una scrivania piena di fogli sparsi. Nell'armadio c'è il desiderio (che certamente da solo non basta) di scrivere quella storia capace di salvare le persone e il mondo; da chi o da cosa questo non è molto importante. Il sogno che abita caotico la scrivania invece, è quello di riuscire a scrivere tutti i numerosi romanzi da me già iniziati o solamente abbozzati. Tanti, troppi, probabilmente non basterebbe una sola vita e continuano ad aumentare di mese in mese; l'ispirazione non mi da tregua e a mio parere non esiste cosa più negativa di questa.
Scrivete per voi stessi, per la pubblicazione, la fama, il ricavato economico?
Josy: Andiamo in ordine: Ricavato economico, non so cosa sia. Nel senso, non ho ancora avuto il piacere di poter guadagnare con i racconti che scrivo. Anzi, faccio un appello a chi volesse commissionarmi dei racconti da scrivere. Vorrei poter fare la scrittrice a tempo pieno e trasformarlo in un lavoro vero e proprio. Per adesso i racconti li pubblico nel mio blog “I racconti della fata uncina”
Antonio: Scrivo principalmente perché lo sento come un bisogno primario senza il quale non potrei sopravvivere. Per quanto riguarda il ricavato economico, beh potrei citarti le basse percentuali che l'autore ha su ogni copia del proprio libro, di certo riusciresti da solo a trarre le tue conclusioni! Per un autore esordiente, prima di ricevere il misero frutto del proprio lavoro, potrebbero passare addirittura anni. Non siamo cantanti, se il nostro libro non vende i locali non ci pagano la serata live. Al contrario, di solito presentare un libro in termini economici è più una spesa che un guadagno. Solo autori di grosso calibro potrebbero vivere di sola scrittura e questa è una triste realtà che ormai tutti conoscono, anche chi non scrive o non legge.
Un consiglio ai giovani esordienti come te?
Josy: Scrivete, scrivete, scrivete. Buttate giù ogni storia che vi viene in mente. La prima storia sarà leggibile, la seconda forse carina, la terza comincerà a pulsare nella vostra mente pregandovi in ginocchio di non essere lasciata a metà.
Antonio: Giovani esordienti come me, se credete in ciò che avete scritto, non mollate mai e soprattutto non pensate al guadagno, ciò che più dovrebbe soddisfare uno scrittore che per la prima volta si mette in gioco, è vedere il proprio lavoro apprezzato dagli altri. Credete nel vostro racconto ma con cautela perché l'editoria è un mondo che delude anche le aspettative del più forte. Spesso, nonostante il vostro libro piacerà, vi metteranno da parte per pubblicare autori già affermati (esperienze personali) perché loro cercano una sicurezza di guadagno. Per questo, se i soldi li chiedono a voi, io vi consiglio di alzare i tacchi e riprovare altrove, perché vorrà dire che quella specifica casa editrice non avrà la minima intenzione di investire sul vostro lavoro nemmeno in termini di visibilità. Fortunatamente però esistono anche numerosi editori onesti. In conclusione, abbiate molta pazienza e vedrete che anche senza la fortuna, se il vostro romanzo merita davvero, qualcosa di buono accadrà.
Prima di dirvi i numeri di oggi, voglio avvisarvi che nel pomeriggio saranno estratti altri 3 numeri, perché siamo in ritardo con il programma ^^" scusate, ma non pensavamo fosse così difficile vincere tutte le tappe.
Ma intanto vediamo i 2 estratti questa mattina...
L'intervista doppia è molto interessante. Per gli scrittori è importante anche leggere, leggere sempre tanto. Un saluto:)
RispondiEliminaleggere è fondamentale, aiuta uno scrittore ad evolversi a crescere e a creare :)
RispondiEliminaIntervista bellissima! *-*
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