Il
tema dominante nell'intera opera è il rapporto speculare che esiste
tra realtà e finzione: attraverso la menzogna e l'invenzione della
favola, Basile racconta la verità del mondo.
"Lo
cunto de li cunti" pose le radici per tutte le fiabe conosciute
al mondo, inspirando autori postumi come i fratelli Grimm, fornendo
una ricca collezione di personaggi e dinamiche, scenografie e
intrighi, storie e avventure. L'opera nasce come una
raccolta di 50 fiabe scritte in lingua napoletana tra il 1634 e il
1636 da Giambattista Basile. Le
50 fiabe sono collocate all'interno di una cornice che segue il
modello del Decameron di Boccaccio,
anche se il linguaggio e i temi trattati
sono diversi. L'opera ha le caratteristiche della novella
medievale mostrando tuttavia una certa differenza in quanto si
orienta verso toni fiabeschi e surreali, nonostante i quali l'opera
sia dedicata prevalentemente a un pubblico maturo capace
di cogliere i significati morali alla base di ogni racconto:
infatti alla
fine di ognuna delle prime quattro giornate compare un dialogo in
versi, o egloga, a carattere satirico e morale, in cui si colpiscono,
rappresentandoli in stile iperbolico e grottesco, i vari vizi
umani, dall'ipocrisia alla cupidigia. La cornice
narra la vicenda della principessa Zoza, una principessa triste che
non riesce più a sorridere nonostante gli sforzi del padre che
invita a corte saltimbanchi, buffoni, giocolieri, cantastorie e
uomini di spettacolo. Zoza non riesce tuttavia ad uscire dal suo
perenne stato di malinconia finchè un giorno, mentre si trova
affacciata alla finestra della sua stanza, scoppiò a ridere
allorquando vide una vecchia cadere che, per rivalsa e vendetta, le
lanciò una maledizione: Zoza si sarebbe potuta sposare solo con
Tadeo, un principe che a causa di un incantesimo giace addormentato
in un sepolcro in uno stato di morte apparente, e che riuscirà a
svegliarsi solo se una fanciulla riuscirà a riempire in tre giorni
un’anfora con le sue lacrime.
Come ogni fiaba che si rispetti,
indefinito è l' asse spazio-temporale, gli stessi
protagonisti hanno nomi e caratteri che non garantiscono nulla
riguardo alla loro identità, l'unica connotazione è l'appartenenza
ad una certa gerarchia sociale. Uno
dei temi più importanti è la metamorfosi: la
realtà in continua evoluzione, il divenire dei fatti e delle storie
è una risoluzione, una tappa obbligatoria del percorso dei
protagonisti che prima del termine del racconto cambiano sempre
la propria condizione. La
costante presenza del cambiamento e, soprattutto, del miglioramento è
uno degli elementi ricorrenti in una società quale quella del XVII
secolo, tendenzialmente statica, ma pervasa dal desiderio di
modernità.
La
prima trasposizione cinematografica de "Lo cunto de lo cunti"
è Il racconto dei racconti (titolo originale Tale of Tales), un film
a episodi del 2015 co-scritto, co-prodotto e diretto da Matteo
Garrone, primo film in lingua inglese del regista e presentato in
concorso al 68° Festival di Cannes nello stesso anno; il film si
basa su tre delle fiabe scritte da Basile: La regina, La pulce, Le
due vecchie.
Una
regina che non sa più
a sorridere, consumata dal desiderio di quel figlio che non arriva.
Due anziane sorelle fanno leva su un equivoco per attirare le
attenzioni di un re erotomane sempre affamato di carne fresca. Un
sovrano organizza un torneo per dare in sposa la figlia contando sul
fatto che nessuno dei pretendenti supererà la prova da lui ideata,
così la figlia non lascerà il suo fianco e i confini angusti del
loro castello. La brama con cui la regina vuole per sé (e solo per sé) un figlio
annulla il sacrificio del marito e soffoca il desiderio di essere
amato (per sé) del nuovo nato, che una volta cresciuto incontra il
suo "gemello" più povero ma infinitamente più libero. La
lascivia insaziabile del re erotomane, archetipo predongiovannesco, è
una sfida inesauribile alla morte e alla decadenza del corpo, così
ben incarnata dalle due anziane sorelle impegnate in una corsa a ritroso nel tempo
che finirà per dividerle, "separando ciò che è inseparabile":
come l'unione fra i due "gemelli" dell'episodio precedente,
come il legame fra un padre immeritevole e una figlia degna di
ereditare un regno nell'episodio successivo.
Conoscevate il libro? Lo avete letto?
E il film, lo avete visto o guarderete?
Sembra davvero interessante e molto "favoloso" nel vero senso della parola cioè da favola.
RispondiEliminaNon conoscevo ne il libro ne il Film Ezio ma sarei curiosa di vedere il Film ..... quanto al libro non ne ho idea se è in napoletano preferisco darmi ad altre letture ;-) quantunque sia sicuramente interessante. Mi piacciono tutte le raccolte di favole antiche e/o popolari
Buona serata
C'è anche la traduzione italiana :P
EliminaComunque il film l'ho visto, il libro magari capiterà prima o poi di leggerlo!
He he he per fortuna che c'è anche una traduzione italiana Ezio ......
Eliminanon mi dispiacerebbe il libro .... come era il Film ? Bello ? Fatto bene o male oppure Così Cosi !
A me sinceramente, nonostante i pareri discordanti, è piaciuto!
EliminaBene ...... se ti è piaciuto - questo è l'importante quando si guarda un Film, che piaccia a chi lo guarda ;-)
Eliminaio personalmente sono meno interessata al parere degli altri - se un Film mi è piaciuto continua a piacermi anche se altri lo giudicano in modo diverso ;-)
Cari confratelli e care consorelle, io l'ho letto moltissimi anni fa, attratta da singole trasposizioni per bambini come "Vardiello." Ricordo di aver faticato un po', dato il napoletano del '600, ma arrivai interessata fino alla fine. Spero di poter vedere il film. Che la Dea vi benedica
RispondiEliminaNon ho letto il libro, non ho visto il film: devo rimediare al più presto! Un saluto :)
RispondiEliminaInteressante! In realtà mi attira più il libro che il film, ma forse perchè io odio vedere film tratti da libri se prima non ho letto i libri XD
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