1-Come e quando è
nata l'idea di aprire una casa editrice?
L’idea è nata tre anni fa. L’obbiettivo è quello di dare spazio a nuovi talenti senza costringerli a pagare per giungere alla pubblicazione. Il principio che si è andata pian piano formando è però soprattutto quello di creare un tipo di letteratura anche sociale, che riduca il gap che si è formato tra i libri e la vita quotidiana. È sbagliato considerare i libri con un senso di devozione auto-referenziale, così come non vanno intesi come solo intrattenimento domenicale. Sono strumenti, ma strumenti di cultura popolare, come la musica e lo sport. In sostanza: non va avvicinata la gente ai libri, ma i libri devono essere avvicinati alle persone. Questa è la nostra filosofia.
L’idea è nata tre anni fa. L’obbiettivo è quello di dare spazio a nuovi talenti senza costringerli a pagare per giungere alla pubblicazione. Il principio che si è andata pian piano formando è però soprattutto quello di creare un tipo di letteratura anche sociale, che riduca il gap che si è formato tra i libri e la vita quotidiana. È sbagliato considerare i libri con un senso di devozione auto-referenziale, così come non vanno intesi come solo intrattenimento domenicale. Sono strumenti, ma strumenti di cultura popolare, come la musica e lo sport. In sostanza: non va avvicinata la gente ai libri, ma i libri devono essere avvicinati alle persone. Questa è la nostra filosofia.
2-Siete soddisfatti
del vostro lavoro? C’è ancora tanto da fare?
Siamo molto soddisfatti delle nostre pubblicazioni. Cerchiamo di crescere sempre di più a livello nazionale e come presenza nelle librerie. Nessuno può dormire sugli allori, l’editoria è un meccanismo che si inceppa di continuo. Tutto ciò che si guadagna va reinvestito e se si pubblica un libro di successo, può essere un disastro se non si riesce a replicare. Si procede quindi a piccoli passi con una crescita costante, che è molto più importante del caso letterario isolato che può capitarmi tra le mani.
Siamo molto soddisfatti delle nostre pubblicazioni. Cerchiamo di crescere sempre di più a livello nazionale e come presenza nelle librerie. Nessuno può dormire sugli allori, l’editoria è un meccanismo che si inceppa di continuo. Tutto ciò che si guadagna va reinvestito e se si pubblica un libro di successo, può essere un disastro se non si riesce a replicare. Si procede quindi a piccoli passi con una crescita costante, che è molto più importante del caso letterario isolato che può capitarmi tra le mani.
3-Che tipologia di
scrittori cercate? Cosa cercate in un libro?
Libri scritti in maniera decente, almeno questo ce lo auguriamo. Molti pensano che la scelta sia semplice: mando un manoscritto alla casa editrice, viene valutato come un buon testo e quindi pubblicato. Non funziona così, e le case editrici che pubblicano in questo modo sbagliano. Pubblicare un testo solo perché è scritto bene e ha una buona trama non ha alcuna logica. Si sprecano talenti così. La prima domanda che un editore deve farsi è: sono capace di pubblicizzare quest’opera? So come proporla al mercato? Ci sono molte case editrici con cataloghi di qualità che non vendono nulla e poi falliscono. Ritorniamo al concetto che bisogna avvicinare i libri alla gente e non il viceversa.
Libri scritti in maniera decente, almeno questo ce lo auguriamo. Molti pensano che la scelta sia semplice: mando un manoscritto alla casa editrice, viene valutato come un buon testo e quindi pubblicato. Non funziona così, e le case editrici che pubblicano in questo modo sbagliano. Pubblicare un testo solo perché è scritto bene e ha una buona trama non ha alcuna logica. Si sprecano talenti così. La prima domanda che un editore deve farsi è: sono capace di pubblicizzare quest’opera? So come proporla al mercato? Ci sono molte case editrici con cataloghi di qualità che non vendono nulla e poi falliscono. Ritorniamo al concetto che bisogna avvicinare i libri alla gente e non il viceversa.
4-Quali generi
vengono trattati dalla vostra casa editrice?
La collana Lgbt è molto florida, ma anche quella per bambini è apprezzata per la bellezza delle illustrazioni e il valore educativo dei testi. A tematica sociale abbiamo appena iniziato il nostro impegno contro il razzismo e la xenofobia con la collana FRONTIERE APERTE e presto sarà inaugurata anche la collana di letteratura “Anarchica”. Per quanto riguarda quest’ultima sono dell’assoluta convinzione che politica e civiltà siano a estremi opposti. Ci battiamo per un senso sociale che sia a prescindere da qualsiasi credo, fede o partito.
La collana Lgbt è molto florida, ma anche quella per bambini è apprezzata per la bellezza delle illustrazioni e il valore educativo dei testi. A tematica sociale abbiamo appena iniziato il nostro impegno contro il razzismo e la xenofobia con la collana FRONTIERE APERTE e presto sarà inaugurata anche la collana di letteratura “Anarchica”. Per quanto riguarda quest’ultima sono dell’assoluta convinzione che politica e civiltà siano a estremi opposti. Ci battiamo per un senso sociale che sia a prescindere da qualsiasi credo, fede o partito.
5-Chi
legge/analizza/decide se i manoscritti inviati sono potenzialmente soggetti a
pubblicazione?
Lo staff della Milena, editor attenti e capaci che aiutano l’autore passo per passo con consigli utili per migliorare l’opera.
Lo staff della Milena, editor attenti e capaci che aiutano l’autore passo per passo con consigli utili per migliorare l’opera.
6-Quali sono le fasi
pragmatiche dell'editoria? Come avviene la stampa, la scelta del titolo e della
copertina?
Anche qui c’è molta confusione, perché i più pensano che la casa editrice pubblichi opere, invece non fa altro che pubblicare libri, ossia creare edizioni cartacee dell’opera d’ingegno dell’autore. È un’osservazione per nulla banale, perché l’editoria di successo è sempre una fabbrica in cui ognuno fa la sua parte per dar vita al prodotto da commercializzare. L’autore è uno dei principali “addetti ai lavori” che con la sua opera da vita al progetto libro, ma poi ci sono editor, curatori editoriali, grafici, illustratori, uffici stampa, promotori editoriali, e il prodotto perfetto praticamente è raro, ma solo se tutti questi attori fanno al meglio la loro parte si avrà successo.
Anche qui c’è molta confusione, perché i più pensano che la casa editrice pubblichi opere, invece non fa altro che pubblicare libri, ossia creare edizioni cartacee dell’opera d’ingegno dell’autore. È un’osservazione per nulla banale, perché l’editoria di successo è sempre una fabbrica in cui ognuno fa la sua parte per dar vita al prodotto da commercializzare. L’autore è uno dei principali “addetti ai lavori” che con la sua opera da vita al progetto libro, ma poi ci sono editor, curatori editoriali, grafici, illustratori, uffici stampa, promotori editoriali, e il prodotto perfetto praticamente è raro, ma solo se tutti questi attori fanno al meglio la loro parte si avrà successo.
7-Quali strumenti
utilizzate per pubblicizzare le vostre opere?
Su quest’argomento
si potrebbe discutere per ore. Ci sono autori che contano i post su facebook
riferiti ai loro libri, altri che taggano e condividono ovunque, altri che
hanno davanti a loro un solo DIO: la classifica di Amazon! La realtà è che la
migliore pubblicità in assoluto rimane la presenza in libreria, perché è la
Libreria la vera chiesa di un autore e di un lettore. E nelle librerie si fa
molta selezione naturale, anche spietata. I libri che non vendono scopaio dagli
scaffali e nessuno può impedirlo. Ovviamente la presenza nelle librerie è solo
la conseguenza di una serie di impegni promozionali che la casa editrice svolge
intorno al libro pubblicato. Ma la pubblicità è un’arma a doppio taglio,
soprattutto se in mani incompetenti.
Dimentichiamoci
subito dell’illusione che ogni pubblicità è buona. Questa teoria ha creato
mostri come book trailer pessimi o thriller fotografati sopra cuscini a forma
di cuore. No, se la pubblicità è di cattivo gusto, il lettore penserà per
associazione che il libro è di cattivo gusto. Una foto o un video amatoriale
farà credere che il libro stesso non è creato da professionisti.
Secondo mito da
screditare: investire in pubblicità è sempre buono. Non lo è, se i guadagni
sono inferiori alla spesa. Se investo 10€ in pubblicità e mi frutta 1€ di
vendite mi pare che sia una pubblicità fallimentare. Per tale ragione non
approvo gli uffici stampa, hanno una logica abominevole. Dovrebbero far
crescere la casa editrice, invece l’affossano con spese folli per ricavarne
noccioline.
Invece per ogni
libro va studiata la promozione ideale, che non è mai standard. E se pare che
sulla pagina facebook della casa editrice pubblicizziamo più un libro che un
altro, è solo limitatezza di vedute, perché altri libri li stiamo promuovendo
tramite canali più adeguati. Facebook è spesso molto limitativo, perché non
tutti gli argomenti si possono trattare con uguale interesse. È vero che tutti
il mondo è iscritto ai social, ma è anche vero che ogni social network ha le
sue tematiche preferenziali.
8-Quale consiglio vi
sentireste di dare agli emergenti?
Di scrivere tenendo sempre presente il lettore e non
soltanto il proprio ego.
Intervista molto interessante!! Ho alcune domande da fare :o) Molte piccole e medie case editrici non hanno una grande distribuzione e senza questa è davvero difficile che un libro possa essere, non dico presente sugli scaffali, ma ordinato in libreria. All'inizio della mia esperienza di autrice cercavo case editrici free, poi ho spostato la mia attenzione su quelle che, oltre a essere free, avessero una migliore distribuzione, ben presto mi sono resa conto che l'auto-pubblicazione era una strada migliore e molte mie colleghe la pensano come me. Cosa pensate voi a questo proposito e soprattutto come gestite il problema della distribuzione? Grazie!
RispondiEliminaUn'intervista davvero interessante!!
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