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giovedì 9 giugno 2016

Recensione: Inferno di Dan Brown

Buongiorno carissimi lettori! L'estate è ormai arrivata e il caldo infernale si sta facendo sentire T.T
Non a caso ho deciso di farmi accompagnare in questi giorni dal profilo di uno dei personaggi più famosi del mondo letterario: Dante Alighieri. E no, non ho letto la Divina Commedia, ma mi sono inoltrato nel thriller di Dan Brown che vede lo stesso Dante quasi protagonista pur se inconsapevolmente! Bene, non ci resta che addentrarci nei gironi dei dannati ^^



INFERNO
Mondadori | 522 pp. | €15,00

Il profilo di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di "infernale" ha molto. Il ritmo e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi. Non è sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale. È un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.



Dannati lanciati a capofitto nella melma oscura, grida disperate intrecciate a un olezzo di carne putrida, un cocchiere all'orizzonte, intorno solo fiamme e oscurità, un mosaico di peccatori destinati alle pene più terribili: qualcuno corre dietro una bandiera, qualcun altro viene istigato dai suoi stessi vizi, altri ancora vengono soggiogati da demoni terribili. Sono queste le prime immagini che vengono richiamate alla mente pensando all'inferno dantesco. E se l'inferno si aprisse la strada al nostro mondo? Se fossimo noi i protagonisti di quel mondo non più immaginario e ultraterreno ma reale? Se la nostra vita acquisisse l'essenza dell'inferno? Destinati a soffrire, destinati a soccombere. L'estinzione dell'umanità causata dallo stesso sfrenato desiderio di vivere, sopravvivere, mantenere la specie. Questa deve essere la chiave di lettura: riflessione, assunzione di "colpa", elaborazione di strategie atte a trovare una soluzione. Non utopia, non giustificazioni blande, non proposte effimere. Il nuovo romanzo di Dan Brown porta in scena un problema reale estremizzandolo forse, ma neanche esageratamente. Se nei precedenti romanzi che ho letto ("Angeli e Demoni" e "Il simbolo perduto") l'autore mette in scena dei complotti innescando una certa curiosità, insieme a alcuni dubbi, riguardo associazioni segrete, sette ancestrali, monumenti e cultura, in questo romanzo aggiunge un ulteriore elemento: una stretta correlazione con la vita reale. Finito il romanzo, basato su teorie fondate e documentate, ci si chiede: "è questo il reale futuro che ci attende?". 

Ancora una volta il nostro ormai fidato amico Robert Langdon si trova invischiato in una nuova avventura tra Firenze, Venezia e Istanbul. Spetterà ancora una volta a lui il ruolo di protagonista ed eroe. Ma come può agire un uomo senza ricordi, senza la minima consapevolezza di eventi recenti avvenuti alle sue spalle? Robert soffre infatti di una terribile amnesia che non gli permette di ricordare cosa gli sia successo: si ritrova improvvisamente con una ferita alla testa, su un letto di ospedale, senza ricordare cosa sia successo né come sia finito dal suo campus universitario a chilometri di distanza. Di chi fidarsi a quel punto? Qualcuno lo sta inseguendo, qualcuno vuole ucciderlo, forse il suo stesso governo. Chi sono quegli uomini vestiti di nero e armati che lo cercano in ogni angolo della cittadina dell'antico Dante? Esiliato dalla verità, Robert dovrà imparare quale sia il prezzo della fiducia non solo negli altri ma anche in se stesso. Ma spesso la realtà è solo illusione, bisogna distinguerne il limite abissale. Chi è poi realmente Sienna Brooks, la sua compagna di viaggio e salvatrice? Quali misteri dovrà risolvere aiutato dal volto immobile del Sommo Maestro? 

Un viaggio nella cultura, un viaggio tra i monumenti più belli e ammirati del mondo. In sottofondo il richiamo delle terzine di Dante con un oscuro messaggio da decifrare da parte di Zobrist, uno dei pionieri delle nuove scoperte genetiche e tecnologiche. Un uomo, vestito come gli antichi medici della Peste Nera, si avvicina beffardo: è lui il salvatore, è lui l'ombra da cui rinascerà la luce, è lui l'estremo creatore di un nuovo Rinascimento. La popolazione sta aumentando a sproposito, gli abitanti iniziano ad accavallarsi tra di loro, le risorse inizieranno a venir meno. L'uomo diventerà un animale nel momento in cui cesseranno agio e piaceri, quando bisognerà lottare per il proprio sostentamento, quando la morte dell'altro rappresenterà la sua salvezza. Vuole davvero arrivare a tanto il mondo? Correndo da un capitolo all'altro, tra dubbi, intrighi, sotterfugi, travestimenti e scappatoie, il lettore giungerà a un finale inaspettato trovandosi di fronte a una cruda verità. Difficile da accettare ma forse vicina, pronta a colpirci dietro il prossimo angolo. Secondo quanto afferma il matematico Malthus l'aumento esagerato della popolazione porterà a un vero e proprio sovraccarico con maggior dispendio di spazio, energie, risorse. Una nuova evoluzione, seppur da certi punti di vista macabra e ripugnante, potrebbe essere la nostra salvezza? Ricco di colpi di scena, sopratutto dalla seconda parte in poi, sino alla rivelazione del futuro che attende l'umanità. Un futuro imprevedibile, incontrollabile, inaspettato. Il tempo sta per scadere. L'inferno come metafora del mondo terreno. Un Dan Brown meno utopico ma più tangibile di quanto si pensi. 


“Il mio dono è il futuro. Il mio dono è la salvezza. Il mio dono è l’Inferno.” 




VOTO:



Voi lo avete letto? 
Che ne pensate?



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4 commenti:

  1. Andrea piacere. Possibile che solo io non l'ho trovato bello?
    A me non mi è piaciuto.

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    1. Tra tutti è quello che invece mi è piaciuto di più!

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  2. Io invece lo ricordo ancora con vivo piacere :)

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  3. Ho letto molte stroncature di questo romanzo, ma si tratta sempre di giudizi eccessivamente pignoli che valutano questa opera più come libro di testo che come romanzo.
    Secondo me, un romanzo deve essere soprattutto avvincente e coinvolgente.
    Una volta soddisfatti questi due requisiti, tutti gli eventuali errori storici o logistici passano in secondo piano.
    E questo romanzo non annoia mai il lettore. Se lo cominci, devi finirlo.
    Quindi il mio giudizio è totalmente positivo.
    Se volete studiare storia dell'arte, leggete un libro d'arte. Questo è un romanzo.
    È un ottimo romanzo!

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