Lo so, vi sto stressando da qualche settimana con Le cesoie di Busan, libro di Karen Waves. Ma se mi è piaciuto tanto e l'autrice è fantastica io che posso farci? U.U
Oggi infatti io e Karen vogliamo farvi conoscere qualcosa di più riguardo la cucina coreana, che è molto presente nel suo libro. Prima però lasciatemi presentare ancora una volta il libro, per chi non lo conoscesse ancora (in questo caso, dovete recuperare!).
LE CESOIE DI BUSAN
194 pp. | €9,98 (cartaceo) | €0,99 (eBook)
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Quando Valentina conosce Won-ho capisce subito tre cose: la prima, che è la persona più antipatica che abbia incontrato in Corea; la seconda, che le sue labbra bellissime non possono cambiare questo fatto; e la terza, che se le chiederà di uscire gli dirà sicuramente di no.
Dopotutto, non hanno niente in comune: solo un pessimo carattere, un umorismo tagliente, la profonda insofferenza per tutto ciò che non si possa fare in tuta e la passione che li consuma ogni volta che si incontrano.
Ma Won-ho è tanto abile nel convincere Valentina quanto lo è a potare gli alberi di Busan e così, tra picnic al chiaro di lampione e caldi pomeriggi nei frutteti, la loro relazione cresce e l’attrazione si fa sempre più intensa.
Anche se la coinquilina di Valentina insiste che si stanno innamorando e che sono fatti l’uno per l’altra, la famiglia di Won-ho si oppone e Valentina si trova di fronte a una scelta difficile.
La storia d’amore con Won-ho sopravviverà, o lei e il suo appassionato potatore hanno i baci contati?
Vi lascio di seguito i vari link dei post in cui ho parlato del libro.
Recensione Le cesoie di Busan: qui;
Recensione Bad Girl, la novella della serie: qui;
Presentazione Bad Girl + presentazione di Wo-ho e intervista a Karen Waves: qui.
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Arriviamo adesso al bello del post *-* ecco qualche informazione sulla cucina coreana, buon appetito!
Brevi avventure gastronomiche di Karen Waves in Corea del Sud
“Antonio” annunciai fermissima una sera. “Oggi si mangia coreano.”“Bene”, mi rispose burbero, “purché si mangi nei prossimi dieci minuti e non ci siano troppi piatti da lavare.”Sorrisi: avremmo mangiato in cinque minuti, ma di piatti da lavare (per lui) ne sarebbero rimasti moltissimi.
gogigui |
Il rapporto dei coreani col cibo è differente da quello che abbiamo noi
italiani, che tendenzialmente mangiamo una portata o due a pasto. Un pranzo
coreano è composto da una pietanza principale, come per esempio carne cotta in
padella con salsa piccante, o una zuppa di soia e verdure, del riso bianco e
vari contorni, che secondo la tradizione devono includere cinque colori e tre
tipi di sapori diversi. A meno che non si decida di fare la grigliata (gogigui), in cui si mettono a tavola
piatti di carne e pesce ancora crudi, un braciere portatile, alcuni contorni (banchan) e foglie di lattuga con riso e
salse per fare involtini (ssam). Il
tutto si mangia, naturalmente, con le bacchette di metallo e non di legno come
in Giappone.
banchan |
Confusi? È possibile. Quando cominciai a vedere k-drama (serie televisive
coreane), il cibo era una delle cose che mi affascinavano di più: guardavo i
protagonisti studenti che, nonostante vivessero in desolata povertà,
disponevano tanti piccoli piatti diversi sulla tavola (anche se forse nella
vita reale avrebbero dovuto accontentarsi di riso e alghe nori, ma gli sceneggiatori
di k-drama sono noti per il loro ottimismo). Ho osservato uomini d’affari
celebrare un nuovo contratto chiedendo imperiosi alla cameriera “manzo coreano
di prima qualità!” e facendoselo portare ancora sanguinante.
ramyeon |
Un’altra ossessione culinaria coreana ben rappresentata nelle serie
televisive è quella per il ramyeon (la
Corea batte persino il Giappone per il consumo di noodles istantanei!), gli
spaghetti istantanei: cucinati da soli e mangiati direttamente dalla pentola
usando il coperchio come piatto per un’atmosfera di casalinga tristezza, o
divorati da una cup in piedi al
bancone della bottega sotto casa. Oppure, sorpresa!, mangiati direttamente
dalla confezione senza cuocerli, come se fossero patatine croccanti.
Ho sempre amato cucinare e, quando mi sono appassionata alla Corea, ho
cominciato a documentarmi sulla cucina, preparando ricette da sola a casa e
portando fidanzato e amici in lunghe escursioni in macchina per trovare
ristoranti coreani da provare. “Per una volta i tuoi ragazzini ballerini hanno
portato a qualcosa di buono” ha commentato un amico scettico ma sazio dopo la
nostra prima esperienza di grigliata coreana. E quando mi sono messa a scrivere
di un’italiana in Corea, il cibo è stata una delle cose di cui ho voluto
parlare. Anche se a tutti può mancare il cibo di casa, e il momento più
commovente per la mia protagonista Valentina nelle Cesoie è quello in cui il
suo potatore le prepara la polenta con il cavallo, non volevo che fosse la
classica studentessa all’estero che non si degna neppure di provare il cibo
locale e si lamenta per la mancanza di lasagne e spaghetti.
E così ho parlato di tteokbokki,
gnocchi di riso con salsa piccante, kimbap,
rotoli di riso, pesce e verdure avvolti in foglia d’alga, e poi cibo cinese
secondo i coreani, che ne sono appassionati e hanno varianti specifiche
nazionali sui piatti mandarini, tanto che alcuni ristoranti cinesi americani
hanno un menu diverso per i piatti sino-coreani.
tteokbokki e kimbap |
Per noi occidentali il cibo coreano è allo stesso tempo familiare e
diverso: piccante, ricco di carne, di spaghetti, di gnocchi, zuppe anche a
colazione, ma anche di combinazioni e porzioni diverse dalle nostre. Un pranzo
coreano è come un mosaico di sapori e la grigliata una vera attività di gruppo,
in cui ci si passano piatti, ci si scambiano le pinze per la carne, ci si
offrono a vicenda gli involtini di lattuga.
Allo stesso tempo, in Corea, un paese che negli ultimi vent’anni ha visto
una velocissima crescita economica, il cibo è una questione di status symbol, e quello che ci si può
permettere di mangiare dice molto sulla classe sociale e la ricchezza
personale. Ho cercato di trasmettere anche questo nei miei libri, descrivendo
il modo in cui mangiano il mio eroe, Won-ho, e la coinquilina di Valentina,
Yae-rim.
Yae-rim, una ragazza raffinata, di famiglia benestante e con un fidanzato
della stessa classe sociale, si fa portare continuamente in ristoranti europei,
possiede una macchina per il caffè espresso ed a colazione mangia croissant
freschi di pasticceria (anche se per guardare k-drama con Valentina non
disdegna i tteokbokki).
miyeok guk |
Won-ho, invece, appartiene a una famiglia molto più modesta e mangia in
maniera tradizionale. All’inizio di Bad
Girl sua madre gli prepara zuppa d’alghe (miyeok guk) per colazione, il tradizionale piatto che i coreani
preparano per il compleanno; per pranzo ha il bi bim guk su, spaghetti freddi piccanti con uovo e kimchi, il cavolo fermentato amatissimo
in Corea, che è stato “ospite speciale” al padiglione della Corea del Sud a
Expo Milano 2015.
bi bim guk su e kimchi |
Ho scritto di cibo non solo per riempire una scena, dimostrare che avevo
fatto ricerca o dare un tocco più autentico all’ambientazione, ma per
aggiungere una dimensione in più ai personaggi e al loro retroterra, al tipo di
persone che sono.
Il cibo è uno degli aspetti più immediati di una cultura diversa, una cosa
che letteralmente ci entra sotto la pelle, ci cambia, diventa parte di noi.
Dopo aver scoperto la Corea del Sud, tentare di riprodurre questi sapori e
questo modo di mangiare così diverso da quello cui sono sempre stata abituata
mi ha fatta sentire più vicina al paese che stavo scoprendo. E descrivere il
cibo che i miei personaggi mangiavano, quello che piaceva e non piaceva loro,
ha dato corpo al mondo che costruivo.
Intanto, nella vita reale, mi sono fatta una mappa mentale dei ristoranti
coreani delle città del nord Italia; ho segretamente propinato kimchi a
mio padre nel giorno del suo compleanno e l’altro giorno, tornando a casa, ho
trovato Antonio che tutto fiero mi fa: “Stasera si mangia coreano. Ho trovato
la ricetta del pollo marinato con soia, zenzero e olio di sesamo (dak bulgogi) su Google”. Mi sono
commossa. Ora non ci resta che trovare i soldi per andare a Busan e mangiare
del delicatissimo hoe (pesce crudo)
in riva al mare...
Che ne pensate di questi piatti?
Non vi è venuta fame? *-*
Mi hai fatto venire voglia di assaggiare queste prelibatezze. Il libro non lo conosco ma mi ha incuriosito non tanto la trama quanto l'atmosfera.
RispondiEliminaTi consiglio vivamente il libro ^^ magari prova a leggere la novella gratuita. Per quanto riguarda i piatti, spero di provarne qualcuno *-* sembrano deliziosi!
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