Dell'autore ho già letto Il metodo della fenice (qui la mia recensione), terzo libro della serie del Commissario Casabona. Questo di cui vi parlo oggi è il secondo, quindi sto procedendo al contrario xD ma vi assicuro che non comporta problemi per la lettura e la storia, in quanto sono storia separate seppur legate dai personaggi.
LA PIETÀ DELL'ACQUA
Giunti | 208 pp. | €6,90
E' un ferragosto rovente e sulle colline toscane ai confini di Valdenza viene trovato il corpo di un uomo, ucciso con una revolverata alla nuca, sotto quello che in paese tutti chiamano ''il castagno dell'impiccato''. Non un omicidio qualunque, ma una vera e propria esecuzione, come risulta subito evidente all'occhio esperto del commissario Casabona, costretto a rientrare in tutta fretta dalle ferie, dopo un'accesa discussione con la moglie. Casabona non fa in tempo a dare inizio alle indagini, però, che il caso gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano, molto strano. Come l'atmosfera di quei luoghi: dopo lo svuotamento della diga costruita nel dopoguerra, dalle acque del lago è riemerso il vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina, con le sue casupole di pietra, l'antico campanile e il piccolo cimitero. E fra le centinaia di turisti accorsi per l'evento, Casabona si imbatte in Monique, un'affascinante e indomita giornalista francese. O almeno, questo è ciò che dice di essere. Perché in realtà la donna sta indagando su un misterioso dossier che denuncia una strage nazista avvenuta proprio nel paesino sommerso.Un dossier scottante, passato di mano in mano come una sentenza di morte, portandosi dietro un'inspiegabile catena di omicidi. E tra una fuga a Parigi e un precipitoso rientro sui colli, Casabona sarà chiamato a scoprire che cosa nascondono da decenni le acque torbide del lago di Bali. Qual è il prezzo della verità? E può la giustizia aiutare a dimenticare?
Torno a dedicarmi al Commissario Casabona dopo aver letto
il terzo libro della serie (non sto seguendo l’ordine cronologico di scrittura,
ma ciò ha poco influenzato sulla storia), e anche questa volta devo fare un
plauso all'autore Antonio Fusco, perché con la sua scrittura riesce a tenermi
incollata alle pagine fino alla fine, con il desiderio di conoscere sempre di
più la storia.
Questa volta abbiamo a che fare con una vicenda che affonda
le sue radici nel passato, in cui la vendetta viene fuori dopo anni, ma
ugualmente potente.
Un uomo viene ritrovato ucciso ai confini di Valdenza,
sotto un albero il cui nome mette già paura: “il castagno dell’impiccato”.
Tutto fa pensare ad una fredda esecuzione, inflitta proprio nei giorni di festa
del paesino, quando dalle acque della diga riemerge il vecchio paese, con il
suo spettrale cimitero. Il commissario appena arrivato in vacanza dovrà subito
recarsi sul posto, per dare un volto al brutale assassino. Ma sicuramente
quello che Casabona non si aspetta è di dover fare i conti con gli altri
delitti a questo associati, avvenuti in diversi Stati e in diversi tempi.
Partendo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Perché è proprio qui che ha
origine l’intricata storia scritta da Antonio Fusco.
La pietà dell’acqua ci racconta una storia sicuramente
originale ed interessante, ricca di colpi di scena, che aiuteranno il lettore a
risolvere il mistero e che forse, se sarà tanto bravo, riuscirà ben presto ad
arrivare una giusta conclusione. La scelta di voler portare alla memoria la
guerra e quindi intrecciare presente e passato, è secondo me il punto vincente
del romanzo.
Peccato che nella seconda metà del libro, sicuramente la
più interessante, la storia inizia ad affrettarsi. Sembra che l’autore abbia
corso per scrivere il finale e ciò ne ha risentito parecchio, facendo apparire
il punto clou scarno di dettagli e quasi privo della giusta enfasi.
Da questo punto di vista, nel libro successivo ho notato
una crescita stilistica, che rende il seguito ben più studiato e apprezzato. Ma
comunque resta un noir valido, adatto ai lettori del genere e a chi invece,
vuole avvicinarsi a questo genere per la prima volta. Il commissario Casabona
riuscirà a intrigarvi e a tenere alta la vostra attenzione, per buona parte del
libro.
Con uno stile semplice e lineare quindi La pietà
dell’acqua risulta essere un libro da leggere velocemente, in un paio di ore e
in cui immergersi per vivere un’avventura alla ricerca dell’assassino.
Che ne pensate di questo libro?
Adoro Fusco, l'ho conosciuto con questo suo secondo lavoro e dopo ho recuperato anche gli altri!
RispondiEliminaMi fa piacere sapere di non essere l'unica a cui piace *-* :D io spero di recuperare al più presto il primo!
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