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mercoledì 12 ottobre 2016

Recensione: Il mentore

Cari lettori sono tornata, ho poco tempo a disposizione e credo che presto vi spiegherò il motivo. Ma avevo questa recensione pronta da un po' e così ho deciso di pubblicarla adesso, avendo una mezz'oretta libera.
Si tratta de Il mentore di Rita Carla Francesca Monticelli. È il primo libro di una serie thriller dedicata al detective Eric Shaw.

IL MENTORE
268 pp. | €7,99 (cartaceo) | €2,99 (eBook)
Il quasi cinquantenne detective a capo di una squadra scientifica di Scotland Yard, Eric Shaw, si trova a investigare insieme alla detective Miriam Leroux sulla morte di un pregiudicato, ucciso con due colpi di pistola: uno al collo, in uno stile simile a quello di una inusuale esecuzione, ma preceduto da uno all’inguine, che sembra avere una connotazione più personale.
La sua attenzione sul lavoro è, però, spesso distratta dalla presenza di una criminologa della sua squadra, Adele Pennington, oltre vent’anni più giovane di lui, per la quale si rende conto di avere un interesse extra-professionale, peraltro non ricambiato.
Nel frattempo i dettagli di un delitto molto simile vengono descritti in uno dei tanti blog anonimi sulla rete, della cui esistenza la polizia londinese è completamente all’oscuro. L’autrice del blog si firma col nome Mina, come una delle vittime di un caso di Shaw di molti anni prima.

Leggendo un po’ in giro sul web del successo dell’autrice tra gli autori self, ho iniziato la lettura de Il mentore con grandi aspettative. Mi aspettavo di più, ma tutto sommato non ne sono rimasta delusa.

Protagonista de Il mentore è Eric Shaw, capo della squadra della scientifica di Scotland Yard. Squadra che si ritrova ad indagare su una serie di omicidi, tutti diversi, ma con collegamenti utili a far sospettare di uno spietato serial killer. Il caso però si complica proprio quando sembra essere arrivati alla soluzione, con la scoperta di un blog in cui l’assassino ha lasciato la testimonianza del proprio operato. Il nome dell’autore del blog riporta la mente di Eric ad un caso di pluriomicidio avvenuto anni fa. In che modo i due casi sono collegati?

Il lettore sa già fin dall’inizio dell’esistenza del blog, a differenza dei protagonisti, e può quindi già iniziare a dare un nome all’assassino. Cosa che inizialmente mi ha dato fastidio, perché la soluzione sembrava fin troppo semplice. Solo alla fine un grande colpo di scena mi ha fatto ricredere su tutte le mie convinzioni. La mia idea era totalmente sbagliata. Questa sicuramente è stata una mossa astuta dell’autrice, che riesce ad ingannare il lettore per buona parte del libro e solo alla fine svelare la verità. 
Eric mi è piaciuto molto, ho letto con piacere la sua storia sia personale sia lavorativa, perché mi è sembrato molto realistico. 
Non ho apprezzato però la scelta di inserire una storia d’amore nel libro. Avrei preferito che l’autrice si fosse concentrata maggiormente sui casi di omicidi, piuttosto che leggere di questo amore quasi idilliaco. Stiamo parlando di un thriller e non mi aspettavo di scoprire troppo sulla vita sentimentale del protagonista. 
Inoltre penso che manchi un po’ di suspense, mi aspettavo un libro adrenalinico, così come i thriller dovrebbero essere. Invece la storia è piatta e solo alla fine il lettore percepisce un po’ di pericolo, ma per il resto poche emozioni. 
Nonostante tutto la storia mi è piaciuta, per questo non mi sento di bocciarlo totalmente. Voglio essere fiduciosa per il seguito e penso che lo leggerò, soprattutto per scoprire se la storia migliora e come l’autrice abbia strutturato il tutto. 


VOTO:




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