venerdì 6 dicembre 2013

Il calendario dell'avvento #6: Intervista Silvia Avallone

Carissimi lettori, oggi vi proponiamo l'intervista di un'autrice che ho avuto l'onore di intervistare e che molti di voi sicuramente conosceranno *_*
Apriamo la sesta casella...


L'intervista che oggi vi faremo leggere, è rivolta alla scrittrice italian Silvia Avallone. Sicuramente in molti avrete letto i suoi libri. Vi sono piaciuti?



Chi è Silvia Avallone?
Ho un’incrollabile fiducia nella letteratura e nella parola letteraria. Amo leggere, specialmente romanzi e poesie. Credo che i libri possano cambiare non il mondo, ma il nostro modo di guardarlo e di percorrerlo. E amo scrivere per raccontare storie che desidero strappare al silenzio.

Quando e come nasce la scrittrice che è in te? Quali sono state le prime occasioni in cui ti sei cimentata a comporre dei brani? Ricordi qualche episodio in particolare?
Scrivere è stato per me il naturale proseguimento della mia passione per la lettura. Ricordo un pomeriggio d’inverno, in quarta elementare, in cui ero impegnata a imparare a memoria una poesia di Giovanni Pascoli: “Novembre”. Fu una specie di folgorazione. Da quel giorno cominciai a scrivere poesie. Ma ho dovuto arrivare all’Università prima di trovare il coraggio di cominciare un romanzo, e di vivere la scrittura con costanza e fatica, oltre che con gioia.

Diceva Zafòn che leggere è un'arte in via di estinzione.. Cosa ne pensi? Hai dei suggerimenti?
Penso che leggere sia una necessità meravigliosa, e un atto di libertà. In questo senso, credo che sia inestinguibile. Ogni giorno leggiamo una grandissima quantità d’informazioni su internet, sul display del cellulare, per strada. Ma la lettura di un libro richiede senz’altro più tempo, più cura, e anche un desiderio diverso: quello di vivere le vite altrui, d’immedesimarsi in altri occhi. Da bambina sono sempre stata incuriosita da chi leggeva: lo vedevo rapito, assorto tra le pagine. Mi chiedevo quale mistero ci fosse sotto. Credo che per diffondere la curiosità della lettura sia importante far capire che i libri non sono mondi separati dalla vita, tutt’altro. E che una vita soltanto (la nostra) non ci basta. Per questo ci caliamo in un romanzo o in una poesia o in un racconto, per questo lo percorriamo come fosse una strada. Una volta chiuso il libro, in qualche misura, la nostra esperienza, la nostra emotività, la nostra conoscenza di noi stessi e del mondo, sono aumentate.

Il mondo della letteratura è colmo di figure femminili. C'è qualche scrittrice che avresti voluto conoscere? Perchè?
Senza dubbio, Elsa Morante. La considero la mia “Maestra”. Ritengo che “La Storia” e “Menzogna e sortilegio” siano tra i più straordinari romanzi del Novecento italiano. Sulla “Storia” ho scritto la mia tesi di laurea specialistica, ho indagato anche le lettere e i diari della Morante per venire a capo dei suoi molti misteri. È stato impossibile svelarla: la Morante rimane una scrittrice e una donna per molti aspetti inafferrabile, di grande libertà e di grande coraggio, oltre che di genio. Avrei voluto conoscerla semplicemente per poterla ascoltare e osservare da vicino, nella sua quotidianità, nei suoi piccoli segreti. Corre voce, tra chi l’ha conosciuta e ne ha scritto, che avesse un carattere difficile e avvicinarla, specialmente negli ultimi anni, fosse un’impresa. Ad ogni modo, dopo aver amato così tanto i suoi libri, non posso che provare per lei una grande stima e un grande affetto, come se l’avessi conosciuta davvero.

Se un giorno dovessi consigliare a tuo figlio tre libri che reputi fondamentali per la sua formazione, quali gli indicheresti?
“La storia” di Elsa Morante. “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij. “A sangue freddo” di Truman Capote.

Parliamo del tuo primo romanzo.. Acciaio ha avuto un buon successo dopo essersi posizionato secondo al premio Strega. Quali sono i suoi connotati essenziali?
Desideravo raccontare la grande fabbrica siderurgica che mi aveva incantato sin da bambina, e le storie dei giovani operai di oggi: i loro nuovi problemi, i loro nuovi desideri. Desideravo anche raccontare il dramma delle morti sul lavoro, i pericoli, la fatica, la solidarietà e la dignità che si trovano in questi luoghi. E, all’ombra delle acciaierie, la storia di un’amicizia tra due adolescenti che crescono affamate di futuro, sfidando il mondo difficile che le circonda. Desideravo infine raccontare il coraggio delle donne: di queste due ragazze, delle loro madri, in un’Italia ferita dalla violenza domestica e dalle discriminazioni. La necessità di un cambiamento forte.

Ultimamente è uscito il tuo ultimo romanzo pubblicato con Rizzoli. Quali sono state le emozioni durante la stesura? C'è una distanza con Acciaio? A quale delle due storie sei particolarmente legata?
Marina Bellezza è una storia che, come Acciaio, covavo da anni. Mi sento legata a entrambi i romanzi, sento tutti i personaggi come “figli”. Per una questione cronologica, oggi mi sento ancora molto coinvolta da Marina Bellezza: è stato pubblicato da poco, non sono ancora riuscita ad allontanarmene. Con questo nuovo romanzo intendevo anzitutto raccontare una storia di reazione e di conquista da parte di piccoli eroi della mia generazione che, nonostante tutto, come pionieri coraggiosi, tentano la loro strada verso il futuro. E lo fanno qui, in Italia, in una provincia non molto conosciuta che è la mia: Biella, le sue montagne, la sua pianura, la libertà dei suoi spazi. Oltre a questo, desideravo anche raccontare una storia d’amore ai tempi della crisi: una storia che fosse assoluta, di alleanza di fronte alle incertezze. L’amore come scelta, non come semplice attrazione. I miei eroi sono agli antipodi: Andrea, stanco di desiderare quello che ci hanno insegnato a desiderare per decenni (che devi vincere sempre e per forza, che devi fare carriera, diventare visibile, ricco, famoso – tutti miti che la crisi sta sgretolando), a un certo punto si ribella, risale la montagna, recupera il mestiere che lo rende davvero felice: quello di suo nonno; dall’altra Marina, che mi ha tiranneggiata dall’inizio alla fine con il suo carattere impossibile e la sua feroce fragilità. Marina è un personaggio difficile da amare, eppure spero che alla fine i lettori la ameranno quanto l’ho amata io. Perché è una giovane donna ferita con un talento straordinario, perché la sua furia è la stessa delle forze allo stato nascente. Perché insegue il successo, ma non ne è schiava: sogna le capitali della tv nazionale, ma è capace anche di tornare indietro, nella valle dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Perché è affamata di riscatto, ma riesce a perdonare. Forse, in ultima istanza, Marina Bellezza è un romanzo su come si trova il coraggio di diventare adulti.

Se dovessi fornire una serie di suggerimenti a un aspirante scrittore, quali sarebbero le indicazioni principali?
Leggere, sopra ogni cosa. Non si scrive mai da soli, ma in costante dialogo con gli scrittori e i libri che abbiamo amato. La nostra voce, il nostro modo di raccontare, emerge dal confronto con altre voci, con altri stili. Ma non si tratta solo di questo: leggere insegna l’immedesimazione, la capacità di mettersi nei panni degli altri. Insegna a non essere mai indifferenti, anzi, sempre curiosi. Ed il secondo consiglio è proprio questo: essere curiosi, indagare e percorrere il mondo che ci circonda, andare a caccia di storie, interrogare luoghi e volti. Infine: scrivere e riscrivere, non accontentarsi mai di quello che si è scritto in prima stesura. Essere spietati con se stessi, lavorare con metodo, scegliere le parole necessarie, limare, cesellare, mettere in discussione ogni frase e ogni capitolo. L’ispirazione è uno stato di grazia meraviglioso, ma non basta. E il bello di scrivere è anche la fatica necessaria a costruire con le parole il mondo che abbiamo immaginato.




Saluto con gratitudine e affetto tutti coloro che si sono presi cura dei miei personaggi, delle storie che ho raccontato facendole proprie, dando loro una nuova vita e nuove possibilità.

Silvia Avallone

6 commenti:

  1. La citazione di Zafòn ha persino migliorato questa già bella intervista! ;)
    In bocca al lupo all'autrice!

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  2. diciamo che sono arrivata a più di metà del primo libro 'acciaio', datomi in prestito da una conoscente, ma purtroppo nonostante a molti piaccia il suo stile, non è proprio tra i miei preferiti! farò fatica a finirlo, ma comunque bella intervista! :)

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  3. Non ho letto nessuno dei suoi libri.. Dite che devo rimediare?

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    Risposte
    1. Personalmente ho letto finora soltanto Acciaio e m è piaciuto ^^

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  4. Marina bellezza è un libro che devo assolutamente leggere!!!

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  5. "Penso che leggere sia una necessità meravigliosa, e un atto di libertà".
    Bellissima questa affermazione! Condivido in pieno. Non ho mai letto niente di questa autrice, dovrò rimediare :)

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