lunedì 15 settembre 2014

Recensione "Follia" di Patrick McGrath

Finalmente dopo anni che questo libro era stato acquistato e deposto sugli scaffali della mia libreria, mi sono buttato a capofitto nella lettura dello stesso... e bè, potevo pensarci anche prima!

FOLLIA



AUTORE: Patrick McGrath
EDITORE: Adelphi
PAGINE: 296
PREZZO: 12,00

Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.



Un viaggio sofferto all'interno della fortificazione di un'anima tormentata: il lettore viene tuffato a capofitto nei meandri più oscuri della mente umana tralasciando la bellezza agognata di una tranquillità illusoria... se ogni nostro atteggiamento sembra essere meccanico e assolutamente normale, soffermiamoci per un attimo a pensare quali meccanismi inconsci vi sono alla base, ma anche facendolo non arriveremo mai a comprendere quella sfera che ci appartiene, forse la nostra essenza più importante. Patrick McGrath mi ha stupito e  affascinato. Ammetto che le prime sessanta pagine sono state un po' noiose incentrandosi sopratutto sulla narrazione di una storia originale ma poco attraente all'inizio.. tanto che pensavo di abbandonarne la lettura: mai avrei fatto sbaglio più grande! Con delle nozioni psichiatriche che però rimangono in superficie, con uno stile fresco e leggero, veniamo posti di fronte alla domanda "Perché agiamo in un modo piuttosto che in un altro?Siamo veramente consapevoli di noi stessi, dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti?"
Attraverso il contrasto tra il punto di vista della protagonista e quello del Dottor Cleave (entrambi sembrano però essere dei narratori poco attendibili), vengono messi in evidenza i meccanismi di censura, di rimozione, di illusione che la protagonista si crea non rendendosene conto ma credendo di agire razionalmente: la mente sfugge al suo controllo eppure lei se ne sente ancora padrona.. ma la nostra psiche ha vita propria e pretendere di dominarla è pura follia. Sembra quasi che tra le pagine si muovano due diverse Stella, ognuna con una personalità, un portamento, un'indole completamente opposta rispetto all'altra. Chi è la vera Stella? Colei che ci appare sotto le sembianze di una donna tranquilla, pacata seppur piena di desideri nascosti, o colei che si confonde al di sotto della maschera?

""Oh si diceva ma che assurdità, e che banalità, oltretutto, l'idea di scambiare due parole con un paziente nell'orto potesse avere importanza. E allora, se era tutto così banale, che motivo aveva di ragionarci su? "

Il moto del romanzo è l'amore folle (sopratutto dal punto di vista sociale), passionale, travolgente, oscuro e inoppugnabile tra Stella Raphael, moglie del nuovo psichiatra del manicomio, e Edgard Stark, un paziente paranoico ricoverato lì da anni che ha ucciso la moglie credendo che questa lo tradisse. Ma per Stella Edgard non rappresenta un pericolo: lui è l'emblema dell'artista eversivo, delle passioni e sensazioni che mai il marito Max le aveva regalato, rappresenta per Stella tutto ciò che le è mancato nel corso della vita. Stella a mio parere non soltanto è attratta dall'uomo in sè, sopratutto dal punto di vista fisico, ma dalla nuova possibilità di vita che questo poteva rappresentare, si aggrappa al mondo completamente nuovo del suo amante dimenticandosi, anzi, decidendo di rifiutare e di distruggere il proprio troppo convenzionato, troppo "borghese", troppo infelice. Ma può essere l'amore così folle e violento? Aggressivo? Esasperato? Capace di scalfire e contemporaneamente di procurare sollievo? Il Dottor Cleave definisce più volte questo rapporto come un'ossessione morbosa sessuale.. Ma nelle ultime pagine si instilla il dubbio nel lettore se questo non fosse vero amore, considerato semplicemente folle per le convenzioni comuni e la società del tempo: poteva forse la società accettare mai che una donna di alta classe, rispettabile e rinomata, si abbandonasse al "vero" amore (o comunque più travolgente) piuttosto che restare rilegata a un matrimonio infelice/ di convenienza? Piano piano i due si lasciano travolgere... ma la marea da questo momento in poi sarà implacabile, susseguendosi le onde infrangeranno non soltanto loro stessi ma tutto ciò che li circonda.

"Per la prima volta Stella sentiva che era valsa la pena di saltare nel vuoto, perchè alla fine avrebbero trovato il posto sicuro dove amarsi senza paura. E fu in quello spirito che fecero l'amore: senza paura, liberamente, mentre i treni rombavano sul viadotto della notte. E stella lo fece ridendo, gridando, urlando al magazzino intero tutta la vita che aveva dentro."

Il decisivo punto di svolta nella vicenda di Stella si ha, non tanto quando decide di abbandonarsi a Edgard per la prima volta, quanto nel momento in cui si rende conto che l'unica soluzione è fuggire, nonostante sia consapevole, in uno sprazzo di lucidità, cosa comporterebbe tutto questo.. distruzione di un matrimonio che mai sacro ella considerò, di una famiglia rispettabile, della sua immagine di moglie borghese fedele e dignitosa, dell'affetto da parte del figlio Charlie..
Qui faccio un confronto tra questo personaggio e Eveline di James Joyce: mentre quest'ultima rimane affascinata dalla nuova prospettiva di vita ma rimane paralizzata nel punto stesso in cui si trovava a inizio racconto, tra ricordi passati e mobili impolverati, Stella è audace, ha il coraggio di rischiare tutto e affidarsi al futuro, all'imprevedibile

"Ma se si muoveva subito, se andava subito da lui, che cosa avremmo potuto fare? Niente, se si muoveva subito non potevamo fare niente. Se si muoveva subito. Tornò di sotto, in soggiorno. La casa era vuota. Max si fermava a colazione in ospedale e Mrs Bain era tornata a casa sua. Charlie era a scuola. Bevve qualcosa. Se si muoveva subito. Camminò avanti e indietro per il soggiorno. Faceva freddo, e c'era una leggera foschia. Da fuori arrivava l'odore del fumo. Muoversi subito significava salire di sopra, riempire una valigia e chiamare un taxi per farsi portare alla stazione. Da lì sarebbe andata in Horsey Street senza più tornare indietro. Dopo un altro bicchiere chiamò il taxi. Rimase per qualche attimo inchiodata dov'era a pensare a cosa ne sarebbe stato di Charlie, e per poco non cambiò idea. Ma non lo fece, scacciò quel pensiero."

Durante tutto il romanzo sembra quasi di attraversare gradino per gradino un girone dantesco: aria di inquietudine, di dramma, di esasperazione, di battaglie mentali destinate a infrangersi sul muro della ragione; è un viaggio senza ritorno sin dalla prima pagina. 



Qui vi lascio invece il trailer del film omonimo che vedrò prossimamente: "Follia" (film)



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