Proprio per questo abbiamo ricercato diverse recensioni online e opinioni di blogger amici nonchè chiesto i vostri pareri sui social network.
Cosa abbiamo amato
- Originalità della trama. Il romanzo fa parte del genere distopico, uno dei più in voga negli ultimi anni, e come tale presenta caratteristiche comuni agli altri: la popolazione è soggiogata sia fisicamente che moralmente, l'ignoranza è un'arma che viene utilizzata per far dimenticare la vera storia e imporre quella che fa più comodo ai governatori, le condizioni sanitarie e alimentari sono misere e degradanti, nessuno ha la forza di ribellarsi perché sa di mettersi nei guai o perché è ormai pervaso da un senso di rassegnazione, quasi di accettazione della vita che Capitol City detta per loro. La parte originale consiste proprio nella creazione degli Hunger games, giochi annuali di caccia in cui l'uomo è contemporaneamente preda e cacciatore, dove ogni arma e tecnica di distruzione è concessa, un vero e proprio reality show da seguire in diretta assistendo alle difficoltà e alle azioni crudeli dei tributi animati da uno spirito di sopravvivenza e autoconservazione.
- Semplicità. Il mondo creato dalla Collins è un mondo distopico pulito senza troppe innovazioni o nuovi slogan da sapere a dimostrazione del fatto che bastano pochi elementi ma mescolati per bene per creare un buon romanzo.
- Stile fluido e lineare. Assenti orpelli o lessico ricercato.
- Suspence e adrenalina. Chi non ha almeno trattenuti il fiato per un attimo?
- La vita da reality. Incredibile la preparazione dei tributi, le loro interviste da star, le loro maschere costruite addosso che non lasciano trapelare le emozioni, le reazioni del pubblico che a tratti esulta a tratti rimane deluso (e a tratti sembra quasi impazzire).
- Un'eroina anziché un eroe. La Collins lascia spazio a una figura femminile decisamente forte che diviene il simbolo della libertà e della speranza.
Cosa non abbiamo amato
- Cambiamento dei volto della protagonista. Nel terzo libro Katniss sembra perdere i connotati che la contraddistinguevano nei primi due libri: la spontaneità e l'impulsività sembrano essere state perse e hanno lasciato posto a insensibilità e mancanza di sentimenti creando una barriera tra lettore e vicende narrate.
- Personaggi stereotipati. Solo in penombra si scorge un potenziale sviluppo, per il resto rimangono superficiali e acerbi a tratti, quasi a un livello embrionale. Sopratutto Katniss avrebbe dovuto avere forse una maggiore caratterizzazione psicologica di fronte agli avvenimenti cui si trova di fronte (meno flash mentali e più maturità).
- Sentimentale. A molti potrebbero piacere la storia d'amore inserita, un legame che oscilla tra disperazione e solitudine sino alla fine, ma non se questo toglie spazio all'adrenalina. (Inutile per molti anche il fatidico triangolo Katniss-Peeta-Gale).
- Da avvincente a noioso/superficiale (?). Se il primo libro incita a leggere e a andare avanti trattenendoti col fiato sospeso, la prima parte del secondo e parte del terzo assumano un rallentamento narrativo. Inoltre molti temi rimangono in sospeso o in sottofondo (e forse proprio questi se sviluppati avrebbero creato una grande suspense emotiva e narrativa così come ci aspettiamo da giochi come gli Hunger Games).
E voi cosa avete amato e cosa non?
Siete d'accordi con tutti i punti?
Penso che sia questione di gusti, ma non ho apprezzato molto la semplicità dello stile.
RispondiEliminaSpesso mi sono chiesta perché la Collins non abbia preferito usare la terza persona piuttosto che la prima (era un poco ovvio come sarebbe andato a finire il primo libro dato che era raccontato in prima persona da un tributo che doveva sopravvivere o morire nell'intento!).
Invece ho apprezzato molto il personaggio di Katniss, che si discosta dalle solite eroine proprio per questa antipatia sbandierata senza timore, che la rende un personaggio diverso dal solito che non cerca di piacere a tutti i costi.