Potrebbero trascorrere mesi, se non addirittura anni, prima di vedere pubblicato il manoscritto tanto amato finito in un mucchio di email forse mai aperte, forse eliminate in maniera rapida, a cui forse non giungerà mai una risposta. Di certo, la maggior parte delle case editrici (piccole e medie, ma sopratutto i grandi colossi come Mondadori) ricevono più email al giorno da parte di scrittori che non vogliono fare altro che provarci, credere nella propria capacità creativa, il semplice desiderio di pubblicare, di condividere le proprie emozioni, di regalare a qualcuno le proprie pagine di inchiostro e pensieri. Due sono le principali vie che sembrano aprirsi di fronte all'invio di uno manoscritto:
1-Passano mesi, a volte anni, e nessuna risposta (positiva o negativa che sia) arriva. Avranno letto la mia email? Avranno prestato attenzione almeno al titolo del romanzo?
2-Risposta celere, in tempi brevi, anzi brevissimi. E un contratto. E un assegno bancario a tuo carico per tutte le spese di pubblicazione.
3-Pazientiamo e la risposta arriva. "Non siamo interessati/Saremmo interessati ad approfondire il suo lavoro".
Quali di questi tre scenari sono alla stregua del giorno? Girovagando per il web sembra proprio che il primo e il secondo siano i più comuni mentre soltanto i più fortunati ricevono un assenso o un diniego nel pieno rispetto delle regole. A caso, opinioni, o meglio esperienze, dal web:
In genere, dopo un anno di silenzio, decido che il manoscritto non è stato accettato dall’editore. Di solito, comunque, mi rispondono nel giro di 6/8 mesi (ammetto di contattare più di un editore alla volta)
Lavoro per un editore, sono editor e mi occupo personalmente della selezione delle pubblicazioni. Ti/vi posso garantire che ho sempre risposto a tutte le proposte che sono arrivate nel giro di qualche giorno (e ne riceviamo a centinaia). Il problema è che gli autori fanno molta fatica a capire che un editore ha dei criteri interni standard e – soprattutto se di fascia medio-alta – richiede alcuni passaggi obbligati (chiamateli “burocratici”, se volete, ma non è corretto) per la selezione. Non sarà il caso dei presenti, ma conosco fior fior di scrittori che strabuzzano gli occhi se chiedi loro di compilare una scheda con i presunti dati di marketing ipotizzabili per il suo progetto
E so per certo che molti editor vanno a caccia la notte col mantello nero senza il fastidio di tutti quei disperati che li martellano con le loro mail di proposte scialbe e mal confezionate.
Io ho perso la fiducia del 99% degli editori, soprattutto di quelli piccoli che sui loro siti dicono di rispondere a tutti e che lo fanno perché diversamente sarebbe maleducazione e poi se ne fregano di quello che scrivono sul loro sito e non ti rispondono lo stesso. Avrei tanta voglia di riscrivergli e dire: “Ipocriti e maleducati!” Senza aggiungere altro. Ma è tanto difficile scrivere “Rispondiamo solo se interessati”. È difficile, dico? Ma se è così che un editore si comporta, perché deve dichiarare il contrario? Mi fanno andare in bestia.
E voi in quale categoria vi ritrovate?
Quali sono state le vostre esperienze positive/negative?
Io, da una parte, mi ritengo molto fortunata. Le mie esperienze in merito sono diverse.
RispondiEliminaPer il mio primo romanzo, "La città nascosta. Alla scoperta del mondo parallelo", avevo pensato di inviarlo a due case editrici della mia zona. A distanza di una manciata di settimane, ho ricevuto la proposta di contratto (e posso assicurare che non ho sborsato un centesimo per vedere pubblicata la mia opera!).
Per il secondo romanzo, le cose sono andate in modo diverso. Avevo voglia di darmi qualche possibilità in più, così ho deciso di inviare "Sogni di Carta" agli editori più grandi (Mondadori era tra questi), pur sapendo che le possibilità di essere presa in considerazione si sarebbero aggirate intorno allo 0... Pochi mesi dopo aver inviato il libro "ai piani alti", ho iniziato a spedirlo anche a qualche casa editrice intermedia. Posso dire che nessuna mi ha risposto, nonostante sui siti ci fosse scritto che fornivano risposte anche in caso di non interesse... La cosa mi ha infastidita un po', sarò sincera.
Dopo di che, è arrivata la proposta dell'editore del mio romanzo d'esordio, così alla fine ho optato per pubblicare "Sogni di Carta" con loro. Attualmente ho un terzo romanzo che volge al termine, ora mi chiedo quale possa essere la vita migliore da offrigli. Vorrei crescere, salire un po' di livello, ma l'editoria è davvero una giungla. Sto cercando da un po' editori consoni al nuovo libro, ma sono piena di dubbi al riguardo. Non tanto per il genere di appartenenza del mio scritto, quanto piuttosto per la coerenza degli editori...