Lettori, ci scusiamo per l'assenza in questa settimana! Ritorniamo postando una nuova recensione, del libro di Nicola Brunialti che ho finito un pò di tempo fa ma ancora non avevo avuto il tempo di pubblicare la recensione, quindi finalmente eccola...
IL MUMMIFICATORE
AUTORE: Nicola Brunialti
EDITORE: Newton Compton
PAGINE: 192
PREZZO: 9,90
Sophie ha tredici anni e tutti pensano che sia una ragazzina “strana”. Sarà per quel ciuffo di capelli fucsia davanti agli occhi, o forse perché è indipendente, introversa, ama la musica gothic e parla poco. L’unico con cui si confida è nonno Thomas, che l’ha sempre accettata e amata così com’è. Ma il nonno è morto, da tre anni... Eppure Sophie non lo ha mai dimenticato: ogni mattina, prima di andare a scuola, lo va a trovare a Ober St Veit, il cimitero di Vienna, e gli racconta segreti e paure. Ma un giorno, tra tombe e alberi spogli, Sophie scompare, senza lasciare traccia. La polizia indaga, ha pochi indizi e un unico terribile sospetto… Che l’introvabile serial killer che terrorizza la città possa aver colpito ancora? Nessuno può immaginare che la ragazza sia stata risucchiata in un inquietante mondo parallelo… Tra fantasmi che camminano sulla Terra, città infestate e case pericolanti, Sophie si troverà coinvolta in un’avventura più grande di lei. Riuscirà mai a tornare a casa?
Cimiteri infestati, case pericolanti e fantasmi vendicativi: vieni a scoprire un universo da brividi.
Il mummificatore è un libro molto particolare, mi ha colpita per l' unicità della trama. La storia è davvero molto imprevedibile e surreale.
Sophie è una ragazza tredicenne come tante altre, ma diversamente dalle ragazze della sua età, ogni giorno va al cimitero della propria città a visitare la tomba del nonno Thomas, a cui racconta sempre segreti e paure. Ma un giorno Sophie scompare misteriosamente, tutti pensano che sia stata l'ennesima vittima del serial killer che gira per la città e che tutti chiamano "Il mummificatore". Che fine ha fatto Sophie?
In realtà, la ragazza è stata vittima di una seduta vivitica (una seduta spiritica al contrario), messa in atto da due bambini abbastanza sprovveduti, Alma e Andreas.
Ma non voglio accennarvi nient'altro della storia, perchè rischierei di fare degli spoilers, piuttosto mi soffermo sul carattere della protagonista che per certi versi mi ha incuriosita. Leggendo nella trama del ciuffo di capelli fucsia ho subito idealizzato nella mia mente una ragazzina diversa dal resto dei suoi coetani, non so cosa che mi abbia spinto a immaginarla ribelle e coraggiosa, ma ho sempre avuto la sensazione che Sophie riesca ad affrontare le sue paure anche grazie all'aiuto del nonno, nonostante sia morto da tre anni.
Insomma, immagino la protagonista come l'eroina di qualche battaglia. Ma il libro non narra assolutamente di guerre o battaglie.
Questo libro può essere considerato un horror - giallo, ma non completamente infatti a mio avviso, nonostante ci sia uno strato di mistero e qualche scena di paura, vi è anche un lato comico e divertente che rende la lettura molto più leggera, però senza far perdere quella curiosità che fa sì che il lettore si immerga nel racconto pagina dopo pagina.
Brunialti è riuscito a creare un libro pieno di fantasia, senza allontanarsi molto dal mondo reale. Ciò, secondo me, è molto positivo poichè non fa allontare troppo il lettore dalla realtà che lo circonda e dai suoi problemi. Sono d'accordo con il definire l'autore di questo libro l'inventore del nuovo genere letterario "Il surrealismo magico".
Per quanto riguarda il linguaggio, mi è sembrato abbastanza ricercato e facile da comprendere, questo rende la lettura più leggera e semplice, cosa che a parer mio attira molti più lettori. Inoltre, può essere compreso anche dai più piccoli. Infatti, considero questo libro una buona lettura sia per i grandi, sia per i ragazzi.
INTERVISTA ALL'AUTORE:
Durante il periodo natalizio abbiamo pubblicato l'intervista a Nicola Brunialti, la potete trovare: QUI
Ecco alcune domande e risposte:
Come ti sei avvicinato al mondo della letteratura?
<<Ho sempre desiderato scrivere. Fin da piccolo. Probabilmente per tanti motivi insieme. Uno di questi è sicuramente il fatto di avere una mamma professoressa di italiano che a cinque anni, non sapendo dove lasciarmi, mi portava a vedere Pirandello a teatro. Un altro è questa mia discendenza manzoniana, appunto, per cui in casa ho sempre sentito parlare del mestiere dello scrittore.
E poi, ultimo ma non per importanza, ho sempre avuto il piacere della lettura.
Che devo anche ad una suora molto brava. Proprio leggendo ho deciso che scrivere sarebbe stato il mio mestiere: potevo realizzare le storie che volevo io, con i personaggi che sceglievo io e i finali che mi piacevano di più. Bastava solo un po’ di fantasia e una penna.>>
Quando e come è nata l’idea di scrivere Il mummificatore?
<<Una notte, prima di addormentarmi, mi è venuta l’idea in mente: una seduta spiritica al contrario!
Ci sono moltissimi libri che parlano di sedute spiritiche, di presenze e spettri che passano dal mondo dei morti a quello dei vivi.
Nessuno però, aveva ancora parlato di una seduta spiritica al contrario, una seduta “vivitica”, come l’ho chiamata io: fantasmi che evocano un vivo nel loro mondo.
Mi è sembrato un ottimo spunto per costruirci sopra una storia.
Ribaltare le consuetudini: questo è quello che mi piace di più.
Così come mi piace immaginare che ci sia qualcosa dopo la morte...>>