Buon pomeriggio carissimi lettori ^^ In attesa di dare avvio ai festeggiamenti in onore del nostro compliblog, ci dilettiamo con le letture (nella speranza possano essere tante questa estate). Oggi vi propongo la recensione sull'ultimo romanzo che ho letto in circa due giorni >.< Si, devo dire che la storia mi ha incuriosito molto tanto da divorarlo!
LA SOTTILE LINEA SCURA
Einaudi | 300 pp. | €14,50
Nell'afosa estate texana del 1958, il tredicenne Stanley Mitchell lavora nel drive-in del padre, e mette il naso in un segreto che doveva rimanere celato. E la "perdita dell'innocenza" di Stanley, in quell'estate in cui il mondo per lui cambia per sempre, coincide con il miracolo di una resurrezione davvero magica. In perfetta naturalezza, Lansdale ricrea le voci, il sapore, la vita, di un tempo scomparso del tutto, come non fosse mai esistito. La "sottile linea scura", che segna per Stanley la scoperta del male del dolore e della morte insieme con l'esplosione del sesso e la consapevolezza del conflitto razziale, diventa la parete trasparente da varcare per immergerci in quegli anni Cinquanta lontani ormai come la preistoria.
Mi scrutai il viso: chissà come, mi sembrava diverso. Più vecchio. Spaventato. Confuso, forse. Mi sedetti per un istante a riprendere fiato. A tentare di recuperare la forza, sia fisica che d'animo. Era come se mi avessero rubato qualcosa che viveva al mio interno, come se me l'avessero sottratto e maltrattato, per poi restituirmelo senza più punti di appoggio.
Non c'è più spazio per il mondo dei fumetti e dei supereroi, non è più tempo di cullarsi tra fantasie e immaginazione, le illusioni e le finzioni lasciano spazio alla verità.
Quanto può essere duro il percorso di crescita personale? Quanto graffiante può essere la mano della verità sulla propria faccia? Quanto amaro può essere il primo ingresso nel mondo degli adulti, delle responsabilità, dei problemi? Lo sa bene Stanley, il nostro piccolo ometto, ingenuo ma intraprendente e coraggioso, protagonista non solo di un percorso di formazione (durante i quali conoscerà elementi estranei fino ad allora come la morte e il sesso), ma di una serie di avventure e di un giallo decennale rimasto irrisolto. La sottile linea oscura che Stanley oltrepassa rappresenta un punto di non ritorno, ma non la macchia di una colpa, il sangue versato di un misfatto, bensì
il limite tra la spensieratezza dell'infanzia e la consapevolezza del mondo degli adulti che ci costringe a vedere il mondo per quello che è realmente. Il giallo funge da filo conduttore per narrare, come un telescopio puntato su un microcosmo del vecchio Texas, vizi e virtù di una piccola cittadina che si innalzano a rappresentare di fatti caratteristiche tipiche dell'essere umano in generale. Se da un lato Stanley e la sua intera famiglia rappresentano la capacità di comprensione, l'accondiscendenza, un rapporto genitoriale basato più sul dialogo che sulla violenza, l'altruismo e l'atteggiamento di difesa nei confronti dei più deboli, dall'altra parte altre famiglie (tra cui la stessa dell'amico di giochi Richard) si fanno carico di comportamenti ostili e di puro razzismo, di una violenza inumana consumata tra le mura quotidiane, di una mentalità alquanto ristretta e priva di ogni barlume. Proprio in questo confronto tra due mondi antitetici, si pone il piccolo Stanley che dovrà imparare a proprie spese come di fatti esiste un altro mondo oltre a quello che fino a questo momento aveva conosciuto. Bianco o Nero? Povero o Ricco? Donna o Uomo?
Fino a questo momento non c'era nessuna differenza per lui. Ma per il mondo invece si apre un baratro desolante. L'importante è non lasciarsi sopraffare, non farsi inghiottire dal conformismo e dalla società circostante mantenendo saldi i propri valori, le proprie credenze, la propria verità. Così il percorso di crescita si snoda lasciandoci, alla fine del romanzo, un ragazzino più cresciuto, più consapevole, più esperto in un certo senso, preparato a quello che gli anni a venire gli mostreranno lungo la via. Ci tengo a sottolineare due diversi aspetti di questo romanzo.
Prima di tutto, la capacità con cui l'autore ha descritto, senza un'invettiva o condanna particolarmente esplicita, l'atteggiamento di razzismo e di odio che serpeggiava a quei tempi (e forse ancora adesso in molte parti del mondo purtroppo), dove neri e bianchi non potevano mischiarsi, dove i neri erano rilegati indeterminati quartieri e guai a loro a mischiarsi con il resto della popolazione, dove se un bambino bianco attraversava il marciapiede il nero doveva addirittura scendere e lasciare spazio. La maggior parte di tutti questi aspetti emerge proprio grazie a Rosy, la "governante", oltre che amica e confidente di Stanley, una donna di colore costretta a fuggire dal proprio marito violento, ospitata a casa di Stanley e trattata nel migliore dei modi (nonostante qualche riserva iniziale da parte del padre). L'altro aspetto che ho particolarmente apprezzato è la storia misteriosa che si dipana in sottofondo che riguarda un duplice omicidio e un incendio avvenuti una notte di tanti anni prima, raccontata tramite le lettere ritrovate dentro una cassetta di metallo sepolta e le indagini del nostro piccolo protagonista. Il vaso di Pandora è stato aperto: segreti di famiglia, oscuri omicidi irrisolti, fantasmi di un passato mai dimenticato, case abbandonate. Ce la farà Stanley a sopportare tutto questo?Non essendo infatti l'aspetto più importante del romanzo, risulta tuttavia indispensabile allo svolgimento della storia stessa oltre ad aggiungere un pizzico di mistero e giallo che non guastano ma rafforzano la valenza del romanzo. Chi ha ucciso Jewel e Margret? Che legame ha la potente più ricca dell'intera città? Cosa è successo realmente quella notte? Alla fine del romanzo tutte le risposte verranno a galla e, vi avverto, non saranno quelle che vi aspettate, sarà un fulmine a ciel sereno. Spero di poter leggere in futuro qualche altro romanzo dell'autore: lo stile è fluido ma non noioso, la storia è stata ben architettata, i personaggi sono descritti in maniera sublime rendendoli tanto reali quanto vicini.
VOTO:
E voi lo avete letto?
Che ne pensate?