Oggi voglio parlarvi di un autore che ho scoperto l'anno scorso e che è divenuto il mio preferito grazie a uno stile sperimentale e innovativo, a una visione critica della realtà e delle istituzioni, a un profondo senso umano che aleggia tra le pagine e che proprio per questo, per un possibile miglioramento auspicato, critica la nostra società e noi che lo abitiamo. Tanto è vero che, come lo definì Harold Bloom, "è uno degli ultimi titani di un genere letterario in via di estinzione."
Josè Saramago
Iniziamo con qualche cenno biografico..
Il padre di Saramago, José de Sousa, era un agricoltore, che si trasferì con la famiglia a Lisbona nel 1924, dove trovò lavoro come poliziotto. A causa delle difficoltà economiche, Saramago fu costretto ad abbandonare gli studi all'Istituto Tecnico. Dopo occupazioni precarie di ogni tipo, trovò un impiego stabile nel campo dell'editoria e per dodici anni lavorò come direttore di produzione. Saramago sposò Ida Reis nel 1944. La loro unica figlia, Violante, nacque nel 1947. Nel 1947 scrisse il suo primo romanzo Terra del peccato (che in seguito ripudiò come un figlio scapestrato), ma il dittatore del Portogallo, Salazar, a cui Saramago si era sempre opposto tenacemente e dal quale era sempre stato pesantemente censurato nella propria attività giornalistica, non l'accolse benevolmente. S'iscrisse clandestinamente al Partito Comunista Portoghesenel 1969, riuscendo sempre ad evitare di finire nelle mani della polizia politica del regime. Durante gli anni sessanta riscosse molto successo la sua attività di critico letterario per la rivista Seara Nova. La sua prima raccolta di poesie I poemi possibili risale a quegli anni, precisamente al 1966.Negli anni settanta diventò direttore di produzione per una casa editrice e, dal 1972 al 1973, curò l'edizione del giornale Diario de Lisboa. In quegli stessi anni pubblicò diverse poesie,Probabilmente allegria , diverse cronache, come Di questo e d'altro mondo , Il bagaglio del viaggiatore e Le opinioni che DL ebbe , ma anche testi teatrali, romanzi e racconti.Dal 1974 in poi, in seguito alla cosiddetta "Rivoluzione dei garofani" Saramago si dedicò completamente alla scrittura e gettò le fondamenta di quello che può essere definito un nuovo stile letterario ed una nuova generazione post-rivoluzionaria.Saramago pubblicò qualche anno dopo, nel 1977, il romanzo Manuale di pittura e calligrafia e, nel 1980, Una terra chiamata Alentejo. Il successo arrivò, però, con Memoriale del convento. Nello spazio di pochi anni videro la luce altre due opere importanti, L'anno della morte di Ricardo Reis e La zattera di pietra, che gli varranno, oltre al successo di pubblico, numerosi riconoscimenti della critica.Il riconoscimento a livello internazionale arrivò solo negli anni novanta, con Storia dell'assedio di Lisbona, una delle più belle storie d'amore mai scritte, il controverso Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Cecità. Nel 1998 gli venne assegnato il premio Nobel per la letteratura perché "con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare". Del discorso che tenne alla consegna del premio famoso è l'incipit: "l'uomo più saggio ch'io abbia mai conosciuto non era in grado né di leggere né di scrivere", disse riferendosi a suo nonno. Sempre nel 1998 Saramago sposò, in seconde nozze, Pilar del Rio che ha tradotto le sue opere in lingua spagnola. Saramago è morto il 18 giugno 2010 intorno alle 13,00 nelle Isole Canarie.
E lo stile particolarissimo..
Uno dei tratti che più caratterizzano le opere di Saramago è il narrare eventi da prospettive piuttosto insolite e controverse, cercando di mettere in luce il fattore umano dietro l'evento. Sotto molti aspetti, alcune sue opere potrebbero essere definite allegoriche. Saramago tende a scrivere frasi molto lunghe, usando la punteggiatura in un modo anticonvenzionale. Ad esempio, non usa le virgolette per delimitare i dialoghi, non segna le domande col punto interrogativo; i periodi possono essere lunghi anche più di una pagina e interrotti solo da virgole dove la maggior parte degli scrittori userebbe dei punti. Molte delle sue opere, come Cecità, Saggio sulla lucidità e Le intermittenze della morte iniziano con un avvenimento inaspettato, surreale o impossibile, che si verifica in un luogo imprecisato. Non ci si deve domandare come sia potuto accadere: è successo, punto e basta. Da questo avvenimento scaturisce poi una storia complessa, occasione per studiare le mille forme del comportamento e del pensiero umano. I protagonisti (spesso senza nomi propri) devono cercare con le loro sole forze di uscire dalla situazione che si è venuta a creare. È frequente l'uso dell'ironia: ai personaggi non vengono risparmiate critiche per i loro comportamenti, spesso discutibili, ma profondamente umani. Non ci sono eroi, ma semplicemente uomini, con i loro pregi ed i loro difetti. E in effetti non manca la pietà e la compassione dello scrittore per essi, piccoli rappresentanti del genere umano.
Di questo strabiliante autore ho letto ben tre libri che vi presento e che vi consiglio vivamente perché sono pilastri, pietre solide per la riflessione, per la nostra umanità. Saramago ha la capacità di mostrare all'uomo moderno tutta la sua crudele natura, le abiezioni di un mondo degenerato, le false ancore cui aggrapparsi per sopprimere il senso di fragilità e non risparmia nessuno ma attacca violentemente noi e il mondo che abbiamo creato, nessuno sembra essere risparmiato, la sua penna è più forte, più dura di una guerra, uno strumento di verità e di ribellione. I suoi libri ci costringono ad aprire gli occhi o meglio a renderci conto che siamo "cechi, cechi che pur vedendo, non vedono".
In una città mai nominata, un automobilista fermo al semaforo si accorge di essere diventato improvvisamente cieco. La sua malattia, però, è peculiare: infatti egli vede tutto bianco. Tornato a casa con l'aiuto di un altro uomo (che ben presto si rivelerà un ladro) racconta l'accaduto a sua moglie. I due si recano da un medico specialista, dove trovano un vecchio con una benda nera su un occhio, un ragazzino che sembrava strabico, accompagnato da una donna e una ragazza dagli occhiali scuri. Il medico, dopo aver esaminato l'uomo (che, nel seguito della storia, sarà chiamato il primo cieco), si accorge di non avere spiegazioni per quella improvvisa cecità. Ben presto, però, la cecità comincia a diffondersi. Il ladro di automobili, il medico, la moglie del primo cieco, sono tutti colpiti dalla strana malattia. La moglie del medico sembra l'unica a non essere contagiata. L'epidemia si diffonde in tutta la città e il governo del paese decide, provvisoriamente, di rinchiudere i gruppi di ciechi in vari edifici, allo scopo di evitare il contagio. Ogni giorno le guardie avrebbero fornito il cibo agli internati. Il medico, la moglie del medico (l'unica dotata della vista), il primo cieco e sua moglie, la ragazza dagli occhiali scuri, il ladro di automobili e il ragazzino strabico si ritrovano tutti nello stesso edificio, un ex manicomio. Inizialmente, la distribuzione degli alimenti avviene regolarmente, ma ben presto i ciechi si ritrovano abbandonati, perché la cecità si diffonde anche tra i soldati e i politici, fino a colpire tutto il paese (tranne la moglie del medico).
Crudo e vero, BISOGNA leggerlo.
Dio crea Adamo ed Eva e li pone nel paradiso terrestre. Adamo ed Eva, mangiando il frutto dell'albero del bene e del male, infrangono il comando divino e vengono cacciati dall'Eden; a guardia del paradiso terrestre viene posto un cherubino con una spada di fuoco. Trovandosi senza cibo, Eva decide di chiedere all'angelo guardiano di poter rientrare per poter raccogliere i frutti con cui sfamarsi; l'angelo, oltre a portare i frutti a Eva e probabilmente ingravidarla, confida ad Adamo ed Eva che esistono altri uomini sulla terra e consiglia loro di incontrarli.Adamo ed Eva, accendono un falò per richiamare a sé gli uomini che vivono sulla terra e aggregarsi a loro. Durante la vita nella nuova comunità umana, Adamo ed Eva hanno tre figli: Abele, Caino e Set. Una volta diventati adulti, Abele diventa pastore e Caino agricoltore; per onorare Dio, Abele sacrifica i suoi agnelli, mentre Caino offre i prodotti della terra. I doni di Abele sono preferiti da Dio, mentre quelli di Caino non vengono ritenuti soddisfacenti. Gli sberleffi di Abele portano Caino al fratricidio; come conseguenza di questo gesto, Dio, ritenuto da Caino unico colpevole della morte di Abele, castiga Caino a viaggiare per la terra con un segno sulla fronte. Come mediazione e divisione della colpa della morte di Caino, Dio rende impossibile a tutti gli uomini di ucciderlo.Lasciate le terre in cui abitavano Adamo ed Eva, Caino si trasferisce nelle terre di Nod: questo territorio è governato in maniera assoluta da Lilith, moglie infedele di Noah. Caino viene sedotto da Lilith, diventa il suo amante e viene rinchiuso nel suo palazzo. Dopo esser scampato a un tentato omicidio progettato da Noah, Caino mette incinta Lilith e lascia il palazzo. Per Caino comincia un peregrinazione nel tempo, nel passato e nel futuro, nella quale vive alcuni episodi principali che compaiono nell'antico testamento sino alla conclusione finale che vi lascerà senza fiato, nè parole.
In una nazione mai citata nessuno più muore perché, semplicemente, la Morte ha smesso di fare il suo lavoro. Invece, appena fuori dal confine, il ciclo procede normalmente. L'avvenimento suscita nel popolo sentimenti di trionfo e felicità e per le strade avvengono manifestazioni di patriottismo, perché la continua ricerca dell'immortalità ha avuto termine. Superato il primo momento d'euforia, si manifestano i primi problemi: nelle agenzie di pompe funebri e nelle compagnie d'assicurazione restano senza lavoro migliaia di lavoratori e di imprenditori; alle case di riposo si continuerà a badare ad anziani sempre più vecchi ed in quantità sempre maggiori, nelle case e negli ospedali ci saranno persone in condizioni terribili, incapaci di guarire, ma ora anche di morire. Perfino le comunità religiose, fra cui la Chiesa, sono seriamente preoccupate per l'assenza della morte: infatti, senza lei non ci può essere resurrezione e senza resurrezione è difficile mantenere vivo il messaggio di salvezza eterna dell'anima. In seguito, tuttavia, si scopre che basta portare il moribondo fuori dal confine per porre fine alle sue agonie, e così la mafia, anzi, "la maphia e i suoi maphiosi", come indicato nel libro, comincia ad organizzare viaggi, per far raggiungere la condizione di “caro deceduto”, con garantita sepoltura appena fuori dal territorio nazionale, senza che il governo, minacciato dai continui rinvenimenti d'agenti posti di guardia al confine ridotti in coma, possa fare qualcosa.Questo scompiglio dura sette mesi, dopo i quali sarà la morte stessa (o meglio l'essere superiore che si occupa della morte in quello specifico paese, con una missiva manoscritta in una busta di colore violetto indirizzata ai mezzi di comunicazione che supera ogni esame grafologico per individuarne l'autore, di cui si giunge solo a scoprire che si tratta di una scrittura femminile), ad annunciare la ripresa della sua normale produttività. In seguito altre lettere di colore violetto continuano ad arrivare nelle case dei rispettivi destinatari con il loro nefasto contenuto. Una sola missiva non raggiunge il destinatario, un violoncellista, e viene per ben tre volte rispedita al mittente. Così, la morte, in forma di una donna di 36 o 37 anni, decide di consegnare personalmente la lettera al legittimo e sventurato destinatario. Questa volta, però, vuole conoscere la sua prossima “vittima” e inizia a spiarlo. S'introduce, non vista, a casa sua, e va a sentirlo suonare. S'instaura quindi tra la morte e il violoncellista un rapporto particolare, che rende la morte più “umana”, facendole dimenticare il suo ruolo. E ricomincia lo sciopero …
E voi avete letto qualche suo libro?
Quali sono le vostre impressioni?
.