"Un Paese in cui si legge poco, ha scarse
possibilità di vivere dignitosamente nel futuro"
Lorenzo
Ornaghi
Molto spesso coloro che leggono, che portano con sé sempre un libro, che approfittano di qualsiasi momento per catapultarsi tra le pagine di un romanzo, che preferiscono passare la serata insieme a personaggi fittizi anche dopo una giornata pesante di studio e di lavoro, vengono poco apprezzati e capiti. Non capita poche volte di dovermi sentir dire frasi come “Ma non ti annoia leggere?”, “Ma non ti stanchi leggendo, non ti viene il mal di testa?”, “Continuando così non ti farai mai una vita”. Cosa puoi fare allora? Provi a spiegar loro che leggere non significa studiare ma meditare, immaginare, sognare, sperimentare, ampliare la conoscenza del nostro lessico e del nostro bagaglio culturale; cerchi di far capir loro che la lettura ci serve soprattutto per vivere, che ci rende liberi, che ci permette di plasmare una mente critica e meno soggetta a pregiudizi e condizionamenti, che ci rende più creativi, coscienti e consapevoli della realtà in cui viviamo nonché degli eventi che si verificano intorno a noi. La lettura è un piacere fisico e psichico, è un nutrimento per l’anima umana. Ma purtroppo, più che una virtù, leggere viene visto come un vizio da evitare.
Viviamo infatti in un paese in
cui si legge sempre di meno: nell'ultimo anno 1 italiano su 2 afferma di non
aver letto nessun libro nella sua vita e di non avere intenzione di cominciare
ritenendolo un “passatempo inutile e poco produttivo” , preferendo spendere il
tempo in qualcosa di più importante ( ho sentito gente ritenere più costruttivo
un reality show o una partita di calcio). La stessa crisi ha portato a un
massiccio taglio che si ripercuote soprattutto sull'istruzione e sulla scuola
pubblica costretta a operare in un degrado pazzesco al limite della vivibilità,
per non parlare di tutti quei beni culturali che vengono abbandonati a se
stessi per mancanza di fondi. Non c’è molto da dire: pochi investono sulla
cultura del nostro paese, pochi se ne interessano, la maggior parte la ritiene
superficiale. Quali sono le cause e le possibili soluzioni? Per quanto riguardo nello specifico il mondo
della lettura, presto il popolo italiano si ridurrà ad essere analfabeta e
inconsapevole delle bellezze della letteratura mondiale e locale, probabilmente (giusto per
fare qualche esempio) tra qualche decennio pochi conosceranno, almeno per
grandi linee, la trama dei Promessi Sposi, l’esistenza di un certo Dante
Alighieri che ha gettato le basi della nostra lingua, e forse (non per
apparire catastrofico ma credo sia già così) il significato di elementi-base
della letteratura, ma anche della lingua, quali le figure retoriche (quanti
sanno cosa è una metafora e quanti lo sapranno?).Voi cosa pensate a riguardo? Sono solo io a pensarla così?























