Comunque oggi, visti i giorni di "vacanza", ne approfitto per pubblicare una nuova recensione. Si tratta del libro Sei ore e ventitré minuti di Domitilla Shaula Di Pietro, edito da Fanucci per la collana TimeCrime. Un libro emozionante, da brividi e che parla a noi donne in modo schietto e sincero. Un libro da leggere assolutamente!
SEI ORE E VENTITRÉ MINUTI
Fanucci | €4,99 (eBook) | €14,90 (cartaceo)
Settembre, è notte nella campagna toscana.
Frida è irrequieta e ha voglia di camminare. Si sente sicura, conosce quei luoghi e non ha paura. Afferra uno scialle mentre il cellulare le sta squillando, non se ne accorge ed esce. Pochi passi, un rumore di foglie calpestate, e Frida viene afferrata da dietro, trascinata in un casolare, legata a un letto per sei ore e ventitré minuti. Se urla, l’ammazza, se non fa come dice lui, aumenta il dolore. L’unico modo per sopravvivere è isolare la mente e volare lontano dove non c’è traccia di tutto quel sangue... Cosa sarebbe successo se avesse risposto al telefono? Quale destino le avrebbe riservato il futuro? Avrebbe evitato l’orrore di quella notte che l’ha segnata per sempre?
Un romanzo che racconta il dolore fisico e la profanazione mentale, la morte del cuore e la sua resurrezione, ipotizzando anche un’altra vita, fatta di sogni e problemi quotidiani; perché non sempre quello che sembra destinato a essere più rassicurante, è ciò che ci rende più forti e profondi.
Perché bisogna avere il coraggio di denunciare, sempre.
L'AUTRICE
Domitilla Shaula Di Pietro è nata e cresciuta a Roma. Si sposa poco più che ventenne e dedica la sua vita ai figli. A quarant’anni diventa pittrice quasi per caso, riscuotendo fin da subito un buon successo. Dopo due sceneggiature scritte per il cinema, Sei ore e ventitré minuti è il suo primo romanzo.
Ci sono libri che ti conquistano fin da subito, sarà il titolo, sarà la trama, sarà la copertina, fatto sta che quel libro è destinato ad entrarti dentro, a conquistarti e a farti provare certe emozioni. Tutto Sei ore e ventitré minuti, un libro difficile da leggere e portare a termine. Ci vuole tenacia e grande forza per arrivare alla fine, così come la protagonista del libro ha avuto una grande forza per poter riprendere in mano le redini della sua vita.
questo è ciò che mi è capitato con
Con questa recensione non voglio parlarvi tanto della storia del libro, perché credo che vada letta e capita piano piano e le mie parole non basterebbero per farvi capire l’importanza di questo libro. Piuttosto voglio parlarvi della protagonista.
Frida è una donna felice, con una famiglia adorabile che le vuole bene. La sua è una vita normale, come tante altre, ma qualcosa sta per cambiare irrimediabilmente la sua quotidianità, basteranno solo sei ore e ventitré minuti per portare via la dignità, la sicurezza, la tranquillità ad una donna. Frida è in vacanza con la sua famiglia e la sua migliore amica quando tutto succede. Basta una passeggiata e il cellulare lasciato sul letto per spezzare l’incantesimo. Ma se solo Frida avesse risposto a quel cellulare forse tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Quindi forse la nostra vita è già scritta? O sono le nostre scelte a farci percorrere una strada piuttosto che un’altra? Queste sono le domande che perseguiteranno Frida per tanti anni e che l’autrice riesce a descrivere con un’abile maestria nel libro.
Il lettore infatti leggendo si imbatte su una doppia vita che riguarda la stessa protagonista. Da una parte la verità, dall'altra ci viene descritto quello che forse sarebbe successo se Frida avesse risposto alla chiamata. Due vite apparentemente diverse ma che continuamente si intrecciano e combaciano. Quindi qual è la verità sul destino? Esiste o meno?
Sei ore e ventitré minuti mette la protagonista, ma anche noi lettori, davanti a continue domande sulla vita. Sul perché le cose accadano e se è possibile cambiarle.
Quello che mi ha lasciata ancora di più incredula e stordita è che quella raccontata da Domitilla Shaula Di Pietro è una storia vera e personale. Anche se rivisitata e modificata nei nomi, l’autrice ha voluto lasciarci una testimonianza della sua storia e di tutto ciò che ne consegue. Quindi questo libro è molto più che un semplice romanzo, è una sorta di diario, che mette il lettore davanti alla realtà. La sua è una testimonianza di violenza non solo fisica, ma soprattutto psicologica. Con questo libro Domitilla vuole parlare soprattutto alle donne, vittime e non, affinché abbiano sempre il coraggio di andare avanti e di denunciare soprusi e violenze.
Insomma, come dicevo, Sei ore e ventitré minuti non è un libro facile da leggere, richiede attenzione per poter trasmettere tanto e, soprattutto, insegnare molto a noi donne.
VOTO: