YAWP: L'URLO BARBARICO
Yawp Edizioni | 114 pp. | €10,00
Né filosofia, né storia o gioco d'immaginazione. Una violenta carica, con sottili venature di rimpianto e riverberi di dolce-amara nostalgia. Cantilene d'odio e di passione, l'eco di una voce rauca che, accompagnata dalla brezza, accarezza il mondo con la cacofonica armonia di una deissi personale irrelata. Questo è Yawp.
Non è la prima volta che mi chiedono di recensire una raccolta di poesie. Ogni volta, lo ammetto, sono un po' indeciso, mi chiedo se sarò capace non soltanto di leggere ma di addentrarmi a fondo nel mondo che sta nelle parole e dietro le parole stesse, un mondo fatto di richiami, emozioni, sentimenti, orizzonti di vita, e tessitori di anime che si mostrano nella loro nudità. Ho paura di non esserne in grado, di non aver gli strumenti adatti, di non poter capire. Ma poi mi basta ricordare la stretta vicinanza che ci accomuna, l'essere umano, l'essere parte di qualcosa non da solo ma con esseri simili a me. Il compito del poeta è quello di gettare luci che siano uno spiraglio, una meta, una speranza, nell'abisso, a volte oscuro e difficoltoso, della vita. Bravi ragazzi, è questo quello che mi sento dire. Come si legge nella stessa prefazione, ci si chiede spesso dove siano finiti i giovani nell'età contemporanea, se non siano tutti inscatolati nelle macchine virtuali, nella logica del piacere e della superficialità, se davvero possiamo scommettere su di loro. E quando un gruppo di ragazzi decide di affidarsi alla poesia, e di essere artefici della stessa, non viene altro da dire che grazie.
Ho letto la raccolta con piacere, dedicandomi a tutte le poesie con la stessa curiosità e delicatezza, amandone i contorni sfumati e le atmosfere magnetiche, registrando nella mia mente alcune immagini vivide e terribilmente vere, ricordando quello che anche io a volte scrivo sui taccuini sparsi per casa. La scrittura è salvezza, è speranza, è luce, è spada per nuove battaglie, è l'incipit di rivoluzioni, è la culla dove proteggere e proteggersi.
Sono diversi gli argomenti che vengono trattati nell'antologia ma quelli che li accomuna è uno sguardo profondo sull'esistenza umana, su ciò che sentiamo dentro di noi, una vibrazione, un taglio, la mancanza di un respiro, una voce estranea ed eterea, qualcosa di misterioso che si annida dentro di noi e ci spinge ad anelare. Questo è l'uomo.
Ho apprezzato l'intera raccolta ma, come è giusto che sia, alcune mi hanno colpito particolarmente. Ho deciso pertanto di condividerne con voi solamente tre, consigliandovi questa antologia e di accostarvi alla poesia, spesso denigrata e abbandonata. Ancora bravi ragazzi e grazie, che la poesia vi (e ci) accompagni sempre.
e sfaceli
come il dramma permanente
di morire soli
o di ritrovarsi ottenebrati,
l’imperitura agonia del se fossi.
e Jacopo e
Yukio e
il monaco,
loro hanno compreso
che non c’è salvezza
fuori dall’immolazione,
nessuno scampo all'oblio
e dunque:
se bisogna dormire
se bisogna vagare
nel buio
senza guida
non è forse meglio così?
Non è forse meglio prendere atto
dell’insopportabile
bellezza
dell’Abisso?
Sentiremo
Il viaggio pluridimensionale.
Nutriremo
L'infinita capacità inconscia
Del potere umano
E caro nuotar, tutto intimo.
Cacceremo
da monarchi di nebbia;
Sventreremo
Ogni esistenza
e inesistenza
E nuovo bagliore,
per ridere su altri.
Ogni “specialità” e “deformità”
Sarà derisa dell’uniforme
E sbranata emotivamente.
E voi che ne pensate?