LA CASA DEGLI SPIRITI
AUTORE: Isabel Allende
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 368
PREZZO: 8,00
“Ci sono molti bambini che hanno sogni divinatori, ma queste cose passano quando perdono l’innocenza”Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto un popolo. Un grande affresco che, per fascino ed emozione, può essere paragonato, nell’ambito della narrativa sudamericana, soltanto aCent’anni di solitudine di García Márquez. L’amore, la magia, il mistero, i sogni si mescolano alle violenze e agli orrori della guerra cilena che portò all’ascesa di Pinochet. Alle Tre Marie, splendida tenuta di proprietà di Esteban Trueba, si intrecciano le passioni dei diversi protagonisti: Clara, la moglie del proprietario, trascorre un’esistenza avvolta nei ricordi; Férula, sorella di Esteban, dedica la sua vita agli altri; Blanca è innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; Alba, la nipote, dovrà invece affrontare la dittatura mentre Esteban scoprirà, proprio a causa dei tragici eventi politici del suo paese, di amare innanzitutto la sua famiglia.
Capita molto raramente ormai di
incontrare tra gli scaffali delle librerie un romanzo vero come
questo, pochissimi sono ormai i nuovi scrittori che sanno affermarsi
non grazie ai soldi, né a un editore importante, né a una
pubblicità quasi afissiante, ma grazie semplicemente alla loro arte
creativa, alla vena poetica insita in loro e che si riverbera sulle
pagine bianche ricolme di inchiostro quasi per magica chiaroveggenza,
come presi da una divina ispirazione, da dolce terribile invasamento.
Proprio per questo motivo la mia attenzione è quasi sempre rivolta
al mondo dei classici, dei grandi pilastri della letteratura
mondiale, quei Titani che il mondo ha visto e che ha già perso o si
accinge a farlo; quasi mai ho ritrovato la bellezza di un classico in
un libro del nuovo millennio e per questo, eccetto qualche autore
contemporaneo, una volta in libreria il mio sguardo si proietta sugli
scaffali dimenticati quasi da tutti in favore dei fantasy sempre
uguali o dei romanzi erotici che sembrano spopolare ( o deturpare il
significato della lettura, punti di vista).
Tralasciando questa breve introduzione,
oggi voglio parlarvi di un libro che mi ha stregato volendo
minimizzare in termini semplici la sensazione di rapimento e di
assuefazione che il primo romanzo, scritto dall'Allende, e primo
letto da me, mi ha suscitato. La casa degli spiriti è un romanzo
eccezionale che tratteggia senza destare noia nel lettore le
vicessitudini di una famiglia, di intere generazioni costrette al
cambiamento, alle tragedie, alle gioie della vita. Una famiglia
abbastanza variegata e numerosa ma ben caratterizzata: non un solo
personaggio del romanzo è messo da parte, solo citato o descritto
superficialmente, ma tutti hanno un'identità ben definita, tutti
hanno una storia da raccontare e tutti non possono far a meno delle
altre, perchè tutto è collegato, tutto ha un senso solo
nell'insieme. Diversi sono i personaggi che si alternano lungo la
narrazione e diversi i punti di vista attraverso cui prosegue la
descrizione degli avvenimenti ma non per questo ci si sente smarriti,
anzi, si ha una visione globale della realtà circostante, dei
sentimenti e dei pensieri che alimentano giovani speranze e vecchi
amori. All'inizio si narrano le vicende della famiglia di Clara, una
delle protagoniste indiscusse del romanzo, ma di lei si parla poco
perchè tutta l'attenzione è rivolta alla giovane sorella, Rosa, la
bella sirena dai capelli verdi, l'incantevole ricamatrice di mostri e
creature fantastiche, di uomini con criniere da leoni e code di
serpenti, una donna che, come la maggior parte dei successivi
personaggi femminili, vive nel suo mondo fantastico isolandosi dalla
vera vita, dalla concretezza del reale. Lei è la promessa sposa di
Esteban Trueba che è partito per le miniere lontane solo ed
esclusivamente per accaparrarsi qualche frammento d'oro e guadagnarsi
la possibilità di sposarla.. ma il tempo non lascia tregua a
nessuno, i sogni si infrangono, promesse mai mantenute verranno
sepolte dal silenzio della nera notte improvvisa e tutto dovrà
cambiare. Il primo a subire questo mutamento è Esteban Trebua, il
personaggio che ci accompagnerà sino alla fine e che forse subisce
le maggiori metamorfosi essendo ora un amante fedele e casto, ora un
violentatore e freguentatore del Lampioncino Rosso, ora un dolce uomo
innamorato di Clara e della sua aura divina e fuggente, ora un
ragazzo impegnato nella sua scalata sociale, ora padrone, ora
senatore, ora burbero vecchio e rattrippito, un miscuglio di
sentimenti e sfaccettature. A questo punto avviene il distacco
narrativo nei confronti della famiglia Della Valle e l'obiettivo è
rivolto nei confronti della nuova famiglia di Esteban e Clara.
Quest'ultima è una dei personaggi forti del romanzo: sin da piccola
sembrava una ninfa, diafana nel corpo e nell'anima, camminava per
casa con sguardo assente, faceva muovere con la forza della mente la
saliera, parlava con gli spiriti (elementi sempre presenti o quasi in
tutte le prossime vicende) e riusciva a predire qualsiasi cosa,
catastrofi o fortune che fossero. Le vecchie famiglie, quella di
Clara e di Esteban, iniziano a passare in secondo piano sino a
scomparire del tutto al momento della morte dei genitori di Clara,
avvenuta in un incidente stradale che lei aveva predetto, e della
madre di Esteban da anni malata e sofferente. Ma continua a far parte
della loro vita la sorella di Esteban, la povera e malandata Ferula,
invecchiata dai malanni e dalle cure della madre, rinchiusa tra
quelle mura che puzzavano di medicine e putrefazione, delle piaghe
che la madre si procurava non muovendosi dal letto. Proprio lei si
occuperà delle faccende domestiche, diverrà una delle amiche più
intime di Clara, quasi una sorta di madre protettiva, un'amante senza
riserve, causa di gelosia e di litigi e infine di sensi di colpa e
abbandono. Le vicende della famiglia si intrecciano, la quotidianità
non può definirsi normale tra spiriti e il lavoro che occupa Esteban
alle tre Marie, la sua terra, con i braccianti da educare, sfamare,
far lavorare, dovendo inoltre fronteggiare l'avanzata del marxismo
che diffondeva tra le campagne idee aberranti che bisognava
sdradicare. Tutto questo non permetterà lui di accorgersi di cosa
stia accadendo sin dall'infanzia tra sua figlia Blanca e Pedro Terzo
Garcia, un semplice contadino che diverrà suo acerrimo nemico,
ricercato, affrontato, quasi ucciso e infine custode della figlia che
dovrà affrontare, prima di un ricongiungimento, diverse peripezie,
umiliazioni terribili, decisioni prese dal padre burbero e adirato,
fatidici incontri e dolori, grandi quanto una ricompensa finale.
Esteban appare quindi quasi come un padre burbero e “capriccioso”
che vuole avere dei figli modello, in particolare nel momento in cui
deciderà di prendere la strada della politica, ma anche i due
fratelli di Blanca, James e Nicolas, non saranno all'altezza delle
sue aspettative, il primo perchè eccessivamente caritatevole e
prodigo nell'aiutare gli altri, il secondo perchè troppo “folle”
ed esuberante. Ultimo grande protagonista per eccellenza è la figlia
di Blanca, la piccola e delicata Alba che sarebbe stata fortunata,
come dicevano Clara e le sorelle Mora, grazie all'influneza positiva
degli astri ma ben presto ci accorgeremo che le peripezie che dovrà
affrontare saranno molte, alcune sembreranno addirittura
insormontabili sino alla fine. E questi sono soltanto i personaggi
principali delle vicende raccontate, molti altri sono presenti
all'interno del romanzo, molte altre storie si intrecceranno alle
loro, le influenzeranno, avranno un peso maggiore o minore a seconda
delle circostanze. È un mondo quello che Isabel Allende crea, un
agglomerato di personaggi, di generazioni che si succedono, di amori
e speranze, di dubbi e decisioni da prendere, di riunioni spiritiche
e elementi soprannaturali; un circolo senza fine che continua anche
dopo la morte, anche dopo le ultime parole del libro come testimonia
quasi la frase finale che sembra riaprire l'intera storia dal
principio. I personaggi sono diversi ma anche il contesto muta: si
passa dalla vita civile e nobile della città ai lavori di campagna,
ai ruderi dei contadini, case di mattoni lontane dallo splendore e
dal decoro, da un periodo di pace sociale e tranquillità a scioperi,
barricate, dittature e fascismi transoceanici; è un romanzo che
abbraccia anche le trasformazioni della società, che ci racconta,
senza entrare nel dettaglio e nello storico eccessivamente, i periodi
bui che si sono avventati dopo il crollo voluto della Sinistra e la
presa di potere da parte della casta militare. Eppure nonostante la
molteplicità di personaggi, vicende e nomi, nessuna confusione
emerge nella mente del lettore, ma si materializzano quelle vite,
quei volti prendono forma, si crede alla fine del libro di aver
assistito all'intera vita dei personaggi da vicino come se fossero
reali, come se fossero realmente esistiti. Con questo libro Isabel
Allende mi ha completamente conquistato e ormai una parte di me è
rimasta tra quelle pagine, tra i boschi e il fiume degli amanti alle
Tre Marie, tra le stanze dimenticate della casa all'angolo della
capitale, tra gli esperimenti di Nicolas e la voragine di libri di
Jaime, tra il fervore di Esteban e la sua rassegnazione, tra le
strade della città in mano ai militari, tra il silenzio e i vaticini
di Clara, tra la speranza e la tenacia di Alba. Un libro che merita,
che rapisce e immerge, dal quale non è più possibile risalire.
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