Anche dopo 1984, Orwell è riuscito nuovamente a stupirmi, credo sia un genio e un visionario, un pilastro della letteratura e consiglio entrambi i romanzi a tutti i lettori, per crescere.
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
AUTORE: George Orwell
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 140
PREZZO: 9,00
Gli animali della fattoria Manor decidono di ribellarsi al padrone e di instaurare una loro democrazia. I maiali Napoleon e Snowball capeggiano la rivoluzione che però ben presto degenera. Infatti Napoleon, dopo aver bandito Snowball, introduce una nuova costituzione: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". La dittatura e la repressione fanno riappacificare gli animali con gli uomini che ormai non appaiono più agli exrivoluzionari molto diversi da loro.
Le favole di Fedro, dominate da animali che avevano una
caratteristica propria degli esseri umani, ovvero la capacità di parlare, erano
brevi racconti di natura esemplare dai quali era possibile trarre dei precetti
morali, insegnamenti condivisi dalla comunità e tramandati alle generazioni.
Orwell si riallaccia in maniera esemplare a questa lunga tradizione, creando
una favola che abbia il compito di veicolare idee politiche e sociali, ma soprattutto di smascherare le crude verità sui regimi del suo tempo (in particolare il
comunismo)e che cerchi di smuovere gli animi inerti dei suoi contemporanei
riuscendo a svelare in maniera indiretta ma significativa
l’orrore di ciò che
accadeva. In Inghilterra, un uomo di nome Jones è il padrone di una
fattoria padronale, una fattoria in cui gli animali hanno coscienza di sé,
comunicano tra di loro e organizzano incontri segreti durante la notte quando
sono certi che il padrone, barcollante per la troppa birra, si ritira nelle sue
stanze presso la casa coloniale. È cosi che una sera gli animali si riuniscono
nel granaio dopo aver appreso la notizia che il Vecchio Maggiore (un maiale)
aveva fatto un sogno che voleva comunicare a tutti gli altri animali. Durante
il suo discorso afferma che la vita che loro si trovano a vivere è misera e
faticosa , devono sopportare una vera e propria schiavitù ma non perché il
suolo non sia fertile o il clima dell’Inghilterra sia svantaggioso alla
coltivazione ma perché tutto il frutto del loro lavoro viene rubato dall' uomo che di per sé non produce nulla, ma ruba tutto. L’unica
soluzione è quindi quella di abolire la presenza dell’uomo, è necessaria una
Rivoluzione vera e propria che porti gli
animali ad assumere il comando totale della fattoria e a vivere un’esistenza
degna e felice, è auspicata un’età dell’oro che molto presto, secondo le
speranze del Vecchio Maggiore, potrà realizzarsi. Nei mesi successivi tutti si
preparano alla ribellione che sarà resa possibile anche dalla dipendenza dagli
alcolici del padrone che, trascurando la fattoria, sarà costretto a fuggire
dopo l’attacco dei suoi animali. Sciolti dal giogo
dell’uomo, gli animali bruciano freni, anelli da naso, catene, coltelli,
redini, paraocchi, fruste, nastrini: ogni segno di sottomissione o di
distinzione deve essere distrutto; vengono iscritti su un muro i sette
comandamenti dell’animalismo che tutti dovranno rispettare, viene suddiviso il
lavoro in modo tale che i maiali si occupino della direzione e
dell’organizzazione per via della loro cultura superiore mentre agli altri
animali spetteranno dei lavori più pesanti e faticosi. Sembra l’avvento di una
nuova era, di un paradiso dove tutti gli animali sono uguali e rispettati, i
raccolti sono ingenti, si lavora con uno spirito diverso, si combatte contro
gli uomini che cercano di riprendersi la fattoria, si è solidali, uniti,
fratelli. La fattoria padronale diviene la fattoria degli animali.Ma a un certo punto qualcosa cambia: il paradiso si trasforma in un inferno velato, una dittatura con a capo i maiali e in particolare Napoleon che si serve di tutti gli strumenti possibili per aggiogare e sottomettere gli altri animali, per far credere loro soltanto quello che lui riferisce facendo dimenticar loro quello che è realmente accaduto, i sette comandamenti vengono sostituiti da uno soltanto dopo essere stati completamente violati dai maiali, i traditori vengono uccisi senza nessuna pietà, il lavoro aumenta, le razioni di cibo diminuiscono, eppure gli animali non si lamentano. I maiali diventano quasi antropomorfi: iniziano a camminare su due zampe, fumano sigari, dormono nei letti del padrone, indossano il suo vestiario, camminano con una frusta in mano, assumono i vizi e gli errori del genere umano. Particolare e significativa, nonché macabra al punto da far venire i brividi, è la scena finale dove non è più possibile distinguere uomini e animali:
“Dodici
voci si alzarono furiose, e tutte erano simili. Non c'era da
chiedersi
ora che cosa fosse successo al viso dei maiali. Le creature di fuori
guardavano
dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale
all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i
due.”
Orwell con questa “favola” attacca apertamente il
totalitarismo sovietico di Stalin e, anche per questo, trovò diverse
difficoltà, come afferma lui stesso in un articolo alla fine del romanzo, per
la pubblicazione. Non è quindi soltanto letteratura ma politica, satira,
attacco agli ideali utopici della Rivoluzione Russa, alla degenerazione di un
regime assassino, all’attività di propaganda che rendeva nulla la capacità di
raziocinio, riuscendo a creare in questo modo non soltanto una critica violenta
e aperta nei confronti delle realtà che lui stesso si trovava a vivere, ma
anche un monito per le generazioni future affinché non si ripetessero gli
errori del passato, affinché la società non diventasse come quella descritta
nel romanzo 1984. Orwell comprese bene come nel regime sovietico una stretta
oligarchia viveva nel lusso e nell’agio della stabilità e della sicurezza
mentre la maggior parte della popolazione viveva nello sfruttamento e nella
povertà. Non a caso il comandamento che alla fine sostituisce i precedenti
sette, che potrebbero quasi simboleggiare gli ideali della Rivoluzione Russa,
è: “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli
altri”. È infatti un’opera ricca di allegoria e significato: l’Animalismo non è
altro che il comunismo basato sulle teorie di Marx, la cacciata di Jones
rappresenta il rovesciamento dello zar, il conflitto tra Napoleon e Palladineve
rappresenta quello tra Stalin e Trozkij, il crollo del mulino a vento
rappresenta l’incendio del Reichstag, causato probabilmente dai nazisti ma la
cui colpa fu data ai comunisti che vennero perseguitati e torturati. Ma l’opera
può simboleggiare anche l’essenza di qualsiasi regime totalitario: basti pensare
all’attività di
propaganda operata da Clarinettoche richiama quella attuata dai
regimi nazista e fascista, dove la cultura e l’educazione della popolazione era
organizzata e controllata dallo stesso dittatore, dove i testi scolastici erano
redatti da intellettuali al servizio del regime che aveva abolito libertà di stampa,
di pensiero, di avere idee discordanti rispetto a quelle imposte e diffuse a gran
voce: l’ignoranza è dunque un'arma preziosa nelle mani
di qualsiasi dittatore, in quanto permette di far credere al popolo ciò che si
ritiene più utile. Inoltre le continue uccisioni da parte dei cani al servizio dei
maiali rappresentano le continue attività di repressione nei confronti dei nemici
e oppositori del governo il cui destino era o fuggire lontano o consegnarsi alla
morte. Non c’era via di scampo, non c’era alternativa, non c’era più ragione: per
un periodo la storia è stata dominata dai mostri più efferati e purtroppo ancora
oggi qualche mostro continua ad esistere..
Consiglio vivamente la lettura di questo
romanzo a tutti i lettori anche se penso sia più produttivo leggerlo dopo aver studiato
e avere un quadro generale delle vicende storiche che vengono simboleggiate.
Orwell è un intellettuale che decise
di non restare impassibile ma di gridar a gran voce affinchè potesse essere sentito,
affinchè anche i ciechi riuscissero a vedere quello che stava accadendo, affinchè
la ragione potesse essere svegliata dal torpore eterno nel quale sembrava destinata
a restare. Affermava Primo Levi: “«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».. Leggete
dunque questo libro e conoscete, tramandate alle generazioni future.
VOTO:
Che ne pensate voi?
Come ti avevo già detto, io gli avevo dato 4/5. Mi era piaciuto, ma non lo avevo trovato tutto sto gran spettacolo ^^
RispondiEliminaMi hai appena ricordato del fatto che questo titolo è nella mia wishlist da troppo tempo! Devo rimediare :D
RispondiEliminaTe lo consiglio vivamente :D
EliminaMi hai appena ricordato del fatto che questo titolo è nella mia wishlist da troppo tempo! Devo rimediare :D
RispondiEliminaciao
RispondiEliminalibro che devo rileggere. Questo libro mi ricordo che è stata una lettura estiva di mio fratello ai tempi della scuola.
Io ai tempi dela scuola lessi 1984 ma anche questo merita..
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