lunedì 9 settembre 2013

Il talento dei soldi

Girando tra gli scaffali della libreria per l’ultima uscita del tuo autore preferito che devi assolutamente leggere, ti accorgi d’improvviso come ogni giorno spuntino nuovi romanzi, nuove copertine, nuovi nomi di autori che fino al giorno prima non esistevano. E a malincuore, dialogando con chi di dovere, ti rendi conto di come la maggior parte di quello che hai intorno sia semplicemente spazzatura. Sorge spontanea la domanda: la libreria non dovrebbe essere il santuario dei libri, della mente di poeti e scrittori abili nel giocare con le parole, nel suscitare emozioni, nell'intrigare con intrecci variegati, di storie visionarie e rivelatrici?(Giusto per fare un esempio, l’altro giorno sono andato alla posta per inviare un libro e, aspettando il turno, ho deciso di fare un giro nel negozio interno e… *rullo di tamburi*, cosa vedo? Il nuovo libro fiabesco di Benedetta Parodi.. Ok,anche io posso pubblicare un libro allora.) La verità è che ormai tutti possono scrivere, sentirsi scrittori non appena macchiato il primo foglio di carta bianca, pubblicare il proprio manoscritto con o senza il filtro di una casa editrice. 
Una delle piaghe dell’editoria italiana, e purtroppo non è l’unica, è l’editoria a pagamento: non devi essere bravo, la tua storia non deve essere originale, possono anche essere presenti “orrori” di grammatica e di punteggiatura.. Hai i soldi? Bene, benvenuto a bordo giovane nuovo scrittore, il tuo sogno si è realizzato! Illusione? Niente affatto. Basta semplicemente aprire il portafogli e sborsare una “piccola” somma.. al resto pensiamo noi! E ti assicuriamo che la somma che ti chiediamo è niente in confronto al successo che avrai, alla pubblicità che faremo al capolavoro che hai scritto, sei un talento, sei la rivelazione della letteratura! (Ogni scrittore sognerebbe queste parole ma cerchiamo di stare con i piedi per terra). Purtroppo molti sono finiti nel mirino delle case editrici a pagamento, chi per inesperienza, chi perché preso dalla frenesia di pubblicare il libro appena finito, chi perché non ascoltato dalle grandi case editrici, chi semplicemente perché rifiutato più volte. L’editoria a pagamento è l’oasi nel deserto, la scialuppa di salvataggio durante una tempesta, il forziere ritrovato su un’isola deserta. Ma a che prezzo?  Molti esordienti che hanno pubblicato con questo sistema hanno sborsato somme ingenti per poco più di cento pagine, senza codice ISBN, senza bollino SIAE, mai distribuiti e spesso perfino mai visti! E molto spesso viene pubblicata la bozza che avete inviato senza che sia letta, corretta, sistemata, esaminata frase per frase. 
Dove sta il lavoro di editing? Ma a che vale fare una scrematura tra i manoscritti pervenuti se l’importante è semplicemente guadagnare?  Che cosa vuol dire quindi editoria a pagamento? Vuol dire che un libro viene pubblicato con un contributo in denaro dell’autore, che può essere anche versato in forma di copie comprate. Cioè, io ti do (per esempio) 1000 euro, o mi compro 200  copie e tu, editore, me lo pubblichi, tu editore  mi  prometti  un editing, una distribuzione capillare, una promozione sui giornali, salvo poi ritrovarmi o con un portafogli più leggero di parecchi euro o con una casa piena di libri che non hanno nessun valore, se non affettivo... Ho scoperto che esiste una associazione, la NOEAP (No editoria a pagamento) che cerca di informare gli aspiranti scrittori e mettere in luce tutti questi (e altri) aspetti negativi... ovviamente ognuno è libero di scegliere quale strada intraprendere! Scrivono quelli della NOEAP: “Dire NO ALL’EDITORIA A PAGAMENTO è dire No a un’idea di casa editrice completamente sbagliata che specula sulle aspirazioni di tante persone; offrire l’informazione necessaria per mettere chiunque lo voglia in condizione di scegliere, in totale consapevolezza, che strada percorrere senza brutte sorprese. Soprattutto è dire NO AL MERCATO DEI SOGNI ALTRUI”

Ho deciso di chiedere anche l’opinione di un autore, Maurizio Reginella:

“Ogni delusione è figlia di un’illusione. E nell’inseguire i propri sogni, ci trinceriamo nelle illusioni, ci asserragliamo nella speranza, divenendo preda facile per gli sciacalli. Non è forse del tutto errato paragonare l’editoria a pagamento, ad un branco di sciacalli, per quanto duro possa sembrare il termine. Ho avuto a che fare con l’editoria a pagamento e, forse, parlo per esperienza. Scrivere un romanzo, lasciarlo lievitare in un cassetto assieme alle più recondite speranze, ai nostri più intimi sogni di scrittori senza fama, e trascinarsi tutto dietro, in silenzio e per anni, significa inevitabilmente illudersi. Accarezzare la speranza che quel romanzo un giorno possa diventare un best seller è un gran bel sogno, dal quale certo io non sono immune. L’editoria a pagamento nasce e si fortifica prosperando proprio sul momento di maggior debolezza di uno scrittore. Così hai terminato il tuo romanzo. Lo hai fatto leggere al tuo amico più stretto, a qualche parente, e tutti ti hanno incitato ad andare avanti. Nel momento in cui decidi di cercare case editrici su internet, poi, ti si apre un baratro davanti, un mondo che non sospettavi nemmeno, e che somiglierà un po’ al paese dei balocchi. Le case editrici più grandi (forse) raccoglieranno il tuo manoscritto con la premessa di darti una risposta entro sei mesi. In caso di rifiuto, il silenzio sarà l’unica risposta che riceverai, e sarà quanto mai eloquente. Riceverai però risposta da un’infinità di case editrici che ti diranno di aver trovato in te la rivelazione su cui stavano da tempo puntando. Caspita! Mai parole furono tanto benvenute per le tue speranzose (e tristemente illuse) orecchie. Ti spiegheranno poi che, essendo un

piccolo gruppo editoriale, hanno però bisogno di un sostegno. E parliamo di cifre ragguardevoli, che possono andare dai mille ai ventuno mila euro che qualche galantuomo ha chiesto a me nel lontano 2008. In cambio loro ti daranno una spinta verso il successo. Bello, brutto, interessante o orrendo, che importa? Il loro guadagno starà nel vendere le copie che comprerai tu, non nel raggiungere i lettori in cerca di novità in libreria, anche perché, il tuo beneamato romanzo, in libreria non ci arriverà mai. Scrivere è un mestiere, e ci vuole abilità per farlo. Vendere libri pure e spesso, seppur parallele, le due strade hanno orizzonti diametralmente opposti.” 

Sia comunque ben chiaro che probabilmente non tutti gli autori a pagamento sono degli incapaci e che non tutti i contributi economici chiesti dagli editori siano finalizzati sempre e comunque ad arricchirsi o siano mirati a raggirare degli sprovveduti esordienti, perché ci sono delle eccezioni. Ma certo è che, come ha dichiarato il sociologo Leo Palmisano, "in Italia si pubblica tanta merda".


Se vuoi foste degli scrittori sareste disposti a pubblicare il vostro libro anche se a pagamento? Che ne pensate di questo sistema? 


2 commenti:

  1. Christy, io conduco questa lotta da anni... purtroppo molte persone sono talmente piene di sè che pubblicano con le eap al solo scopo di "imporsi" e dire "anche io ho pubblicato". Nel mio blog rifiuto di recensire libri delle eap e molti di questi autori mi hanno criticata! aneddoto: dopo una mia presentazione di Stryx, una volta ho incontrato un "autore" che pubblicava a pagamento. La sala si è svuotata in pochi istanti dopo la mia presentazione, con lui sono rimasti i parenti e i cugini.

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    1. Ardua è la lotta ma sarebbe meglio io credo autopubblicarsi a un certo punto piuttosto che pagare per il nulla

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