Cari lettori, buon pomeriggio! Oggi doppio post, voglio infatti lasciarvi la mia recensione di un libro molto particolare e ahimé ancora poco conosciuto. Umami di Laia Jufresa è un libro molto interessante, che ci svela parte della quotidianità messicana e che è riuscito a conquistarsi un posticino nel mio cuore. Ma non voglio svelarvi altro, trovate tutto nella recensione...
Ringrazio la SUR edizione per questa nuova collaborazione e per avermi fatto dono di questa meraviglia!
UMAMI
SUR edizioni | 250 pp. | €16,50
Nel corso dell’afosa estate di Città del Messico, mentre Ana è intenta ad allestire il suo orticello, scopriamo le storie dei suoi vicini, tra segreti e non detti che solo poco a poco ci permettono di completare il puzzle della narrazione. Chi era davvero mia moglie? Perché mamma se n’è andata? Com’è possibile che una bambina che sapeva nuotare sia affogata? Queste e molte altre sono le domande alle quali i deliziosi personaggi del romanzo tentano di dare risposta tornando, ognuno a modo suo, a interrogare un passato che è ancora più presente che mai.
Con una scrittura delicata e mai banale, Laia Jufresa racconta una storia di innocenza e perdita, ma anche di crescita e ritorno alla vita, che nella stessa pagina riesce a farci ridere, commuovere, e sorridere ancora.
umamiu·mà·mi/sostantivo maschileUno dei sapori fondamentali (come l’amaro, il dolce, il salato, l’acido) per il quale viene preso a prototipo quello del glutammato di sodio.
Umami, parola poco conosciuta, è uno
dei sapori che riusciamo a percepire durante i pasti. Difficile da definire e
difficile da spiegare, visto che tutt’ora si sta cercando di studiare bene i
canali deputati alla sua percezione. Ma l’umami diventa quasi più comprensibile
leggendo questo libro.
Umami non è solo il titolo del libro
scritto dalla bravissima Laia Jufresa, ma è anche l’abitazione di uno dei
protagonisti. Insieme a dolce, salato, amaro e acido, umami è infatti una delle
case che compongono un complesso residenziale in cui vivono famiglie diverse,
ognuna con una propria storia e un passato più o meno complesso. Laia Jufresa
lascia la narrazione nelle mani di vari personaggi, che con il passare degli
anni ci descrivono la loro vita, non solo familiare ma anche il rapporto con
gli altri abitanti del complesso residenziale. Impareremo a conoscere la
piccola Ana, impegnata a creare la sua milpa, e la sua famiglia ancora distrutta
dalla perdita di uno dei componenti; il vecchio Alfonso, creatore del complesso
residenziale e ormai vedevo. Loro sono solo una parte dei narratori di Umami,
ma secondo me i più importanti o almeno sono quelli con cui più sono entrata in
sintonia, che sono riusciti ad emozionarmi per la loro semplicità e i loro
sorrisi forzati, dietro i quali si cela una profonda tristezza.
Umami infatti è un romanzo fatto di
mancanze, in cui ogni personaggio ha perso qualcosa o qualcuno durante la vita
e non sempre quel vuoto può essere riempito, ma l’importante è provarci e
trovare qualcosa che ti tenga occupato. Umami è stato anche definito un romanzo
intimo e condivido assolutamente, perché leggendo si ha la continua percezione
di essere i confidenti dei protagonisti. Il lettore conoscerà le emozioni più
profonde di ognuno di loro.
Tra le pagine di Umami non troverete
solo delle storie, ma assaporerete davvero il gusto di ogni pagina. Leggere
questo libro è come cibarsi di emozioni velate e di cui è intriso l’intero
libro.
Con un’ambientazione calorosa e
ospitale come il Messico e con uno stile narrativo in continua evoluzione (in
base al personaggio che narra) Umami si è aggiudicato un posto nel mio cuore.
Penso che questo sia uno di quei libri che ti riscalda il cuore con la sua
storia, ma soprattutto per i suoi personaggi.
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