giovedì 28 luglio 2011

L'inverno che Helen O' Mara smise di sognare - Lisa Moore

Un nuovo romanzo per la casa editrice Bollati Boringhieri.

Dalla tragedia alla rinascita: la vita di una giovane vedova, da un lungo, disperato inverno del cuore a un luminoso risveglio dei sentimenti.



La notte di San Valentino del 1982, una «tempesta perfetta» provoca l'affondamento di una piattaforma petrolifera al largo di Terranova. A bordo ci sono 84 membri dell'equipaggio, reclutati nelle cittadine della costa, giovani, poveri e inconsapevoli o incuranti del rischio. La storia narrata da Lisa Moore è quella di chi rimane. Helen O'Mara è una delle vedove, ha tre figli piccolissimi e ne aspetta un quarto. Helen è costretta a continuare a vivere, per essere insieme madre e padre, ma una parte di lei, quella innamorata di Cal, il marito morto, resterà congelata nella lunga notte d'inverno che ha cambiato la sua vita. Il lutto assume via via le forme del dolore, della ribellione, del rimpianto, del ricordo, del sogno, ma sembra non finire mai. Ogni pausa dall'impegno di cura, ogni sguardo che Helen alza verso la finestra dal lavoro di cucito che ha scelto per tirare avanti, le riporta alla mente un episodio della vita con Cal; ogni notte è affollata di sogni che si confondono con gli ingannevoli richiami del dormiveglia. Solo più di vent'anni dopo, quando John, l'unico figlio maschio, che non a caso ha scelto di lavorare come esperto per sistemi di sicurezza per le piattaforme petrolifere, telefona per annunciarle che diventerà padre, Helen si sveglia dal lungo, ostinato, torpore del desidero. Il disgelo assumerà la forma concreta di Barry, un attraente quanto riservato artigiano che la saggia e attenta sorella Luise le ha mandato per sistemare la casa.

Lisa Moore affida il resoconto del percorso difficile, accidentato, verso il risveglio, a una serie di brevi, accurati quadretti familiari, scene della vita reale di tutti quegli anni di vita interiore sospesa. Gli andirivieni dei temporali, sprazzi di ricordi felici alternati a memorie tragiche, rendono la narrazione avvincente, provocano emozioni contrastanti, lacrime, sorriso, riso. Il paesaggio nordico, freddo ma limpido, ostile ma pieno di fascino, è lo sfondo capace di mutare all'improvviso quanto i sentimenti della protagonista e del lettore. E Lisa Moore è maestra nel renderne la particolarità: una tragedia dimenticata, lontana nel tempo e nello spazio, diventa viva, attuale. È proprio perché nessuno dimentichi che l'autrice la rievoca, in un racconto che ha i toni del realismo e l'attrattiva dell'immaginazione.



L'AUTORE
Lisa Moore è autrice di due raccolte di racconti, Degress of Nakedness (1995) e Open (2002), quest'ultima finalista al Giller Prize, il più importante premio letterario canadese. Il suo primo romanzo Alligator (2005), è stato a lungo nella lista dei bestseller in Canada, il libro dell'anno per il «Globe and Mail», e ha vinto il Commonwealth Writers Prize for Canada and the Carribbean 2006. L’inverno che Helen O’Mara smise di sognare è stato finalista al Man Brooker Prize 2010. Vive a St. John's, Terranova, con il marito e due figli.



Hanno scritto di lei:

«Moore intreccia il presente e il passato, evocando ricordi dolorosi con la perfezione dei dettagli».
«The New Yorker»


«La scrittura scabra, misurata, di Lisa Moore è colma di una bellezz discreta. Le sue immagini sono salde, sicure, sembrano rese non solo con le migliori parole disponibili, ma nelle sole parole immaginabili».
«The New York Times Book Review»


«Il dolore della perdita scorre in tutto il libro come un fiume, trascinando con sé ogni cosa. La sorgente dei suoi affluenti è il passato, il loro sbocco il presente. L'ineluttabilità del dolore è scritta nella struttura del romanzo».
«The Guardian»


«Lisa Moore mette sulla pagina quello che tutti noi cerchiamo sempre nei romanzi ma troviamo solo nei migliori: un talento magnetico nel rivelare com'è la terra al tatto, allo sguardo, al gusto, all'olfatto, e un istinto infallibile per quello che è importante nella vita. In poche parole: Lisa Moore sa scrivere».
«Richard Ford»






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