martedì 15 novembre 2016

Recensione: Milano da morire

Buongiorno carissimi lettori, iniziamo questa giornata, ricca di post, con una recensione. Ahimè si tratta di una recensione negativa :\ infatti l'avevo pronta da un bel po', ma ho rimandato sempre per pubblicarla. Ma oggi mi sono finalmente decisa a farvela leggere.

Il libro è un noir, edito Giunti, scritto a quattro mani da Achille Serra e Giovanni Di Sorte.

MILANO DA MORIRE
Giunti | 192 pp. | €9,90
Milano, anni ’70: il desiderio di benessere e di soldi facili si alterna alla violenza quotidiana delle manifestazioni di piazza, dei crimini della malavita spicciola e delle bande organizzate.
Appena arrivato da Roma per dirigere la Squadra Mobile nel capoluogo lombardo, il commissario Rocchi si ritrova ben presto ipnotizzato e sedotto dalla magia delle notti milanesi, con i locali scintillanti, il dinamismo sfrenato, la voglia di apparire. Quando Marco Cavalli, ricco proprietario di un famoso night nonché noto playboy, viene trovato morto nel suo appartamento, tutti gli indizi sembrano convergere su una persona: Anna Martini, la vicina di casa, da sempre invaghita del giovane e gelosa della bellissima figlia Chiara, che ha avuto una relazione con la vittima. Ma Rocchi non si lascia ingannare dalle apparenze: il quadro pare fin troppo semplice e lineare. Solo il fine intuito del commissario riuscirà a portare alla luce una verità sconvolgente, che nessuno avrebbe mai potuto ipotizzare. 
Un romanzo noir dal ritmo serrato e ricco di colpi di scena basato sulle vere inchieste di Achille Serra.


Milano da morire non è nulla di quello che ci si aspetta leggendo la trama. O meglio, non si tratta del classico noir, ma è più una sorta di libro inchiesta. Oltre che alla storia già accennata nella trama, punto focale del libro è sicuramente la descrizione di una Milano diversa da come siamo abituati a vederla. Milano negli anni ’70 era una città con una doppia personalità, se da una parte c’era la nobiltà, la moda ed era il sogno dei giovani, dall'altra era una città corrotta, intrisa di sangue e droga. È questo che Achille Serra e Giovanni di Sorte vogliono evidenziare nel loro libro scritto a quattro mani, e sicuramente è quello che meno mi aspettavo.

Protagonista dell’intera storia è il commissario Rocchi, che, come molti suoi coetanei, si trasferisce nella grande Milano, nella speranza di trovare adrenalina e finalmente passare all'azione, dopo anni passati chiuso in una piccola caserma a compilare fogli. Ma quello che non si aspetta è la vera Milano, quella in cui i soldi passano di mano in mano, per avere un po’ droga, quella in cui la prostituzione è una fonte di reddito cospicua. In tutto quest’ambiente aggiungiamoci un delitto e il noir è pronto e succulento.
La povera vittima è Marco Cavalli, un noto playboy e proprietario di un locale rinomato, tutto sembra fin troppo chiaro, il colpevole è la vicina di casa, da sempre invaghita del giovane. Ma il commissario Rocchi sembra non credere a questa verità, da bravo investigatore capisce che deve esserci qualcos'altro sotto. Da qui si sviluppa una trama fitta di mistero e suspense. Sicuramente la parte più interessante del libro, e forse l’unica. 

Purtroppo questo libro non mi ha lasciato nulla, non mi è piaciuto l’inizio, in cui gli autori si sono persi fin troppo a spiegare l’ambientazione di Milano degli anni ’70 e non mi è piaciuto come è stata sviluppata la storia. Il commissario Rocchi sembra poco professionale e spesso vengono inseriti ulteriori dettagli per spiegare, ancora una volta, com'era la vita a Milano in quel periodo. 
Quindi non mi sento di consigliarlo, soprattutto se siete appassionati del genere. 

VOTO:






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