mercoledì 28 novembre 2012

Intervista a... Alessandro Riccardi

Ecco l'intervista dell'autore de "La lunga notte"...


Ciao Alessandro, parlaci un po' di te.
Ho 35 anni, nasco come sceneggiatore e regista, attualmente ho una mia società di produzione cinematografica. Ho la fortuna di lavorare con mia moglie e mi piace andare in giro per il mondo a fare riprese, raccontare storie. Mi ritengo un ragazzo fortunato!
L'attività di scrittore: vocazione o scelta?
Direi vocazione. Ho sempre amato raccontare storie e mi piace sperimentare linguaggi diversi. Ho provato il racconto teatrale, quello cinematografico e quello narrativo. Quest'ultimo è quello che amo di più, mi permette di non avere limiti, di scavare nelle storie come voglio, approfondire dei lati che in altri contesti non mi sarebbe permesso.
La lunga notte: cosa rappresenta questo romanzo per te?
La lunga notte rappresenta un lungo periodo della mia vita, durante il quale svolgevo un lavoro che non mi piaceva e mi sentivo in trappola, schiacciato da una serie di aspettative che pensavo di dover soddisfare, prima di rendermi conto che non era la vita che volevo. Scrissi questo libro perché sentivo il desiderio di raccontare una storia che non aveva collegamenti con la realtà, perché la realtà che vivevo non mi piaceva.
Quando ripenso alla scrittura de La lunga notte, lo ricordo come un momento di evasione.
Come mai hai deciso di avvicinarti al mondo dei vampiri?
Da quando a 13 anni lessi Dracula, di Bram Stoker, la figura del vampiro mi ha sempre affascinato. Ho dedicato tanto tempo a studiare le leggende e i racconti, ho letto molti romanzi sui vampiri e visto parecchi film.
Prima che arrivasse Twilight i vampiri erano i miei personaggi horror preferiti... ora ho cambiato genere! ;);)
Tiziano: affascinante e forte, tormentato e inseguito. Come è nato questo personaggio nella tua mente? E francesca? La storia si è schiantata su di te casualmente o è stata finemente elaborata?
La storia è nata in modo spontaneo. Inizialmente l'idea era solo quella di raccontare la nascita di un nuovo vampiro. Quando mi sono seduto al computer per scrivere, ero convinto che sarebbe stato un racconto. Poi più scrivevo e più mi veniva da scrivere.
Alla fine avevo scritto 250 pagine e neanche me n'ero accorto.
Tiziano è nato in una notte. Sognai questo ragazzo con i capelli lunghi, pallido, molto bello, che mi raccontava la storia di questo amore perduto tragicamente in giovane età (quella che poi è diventata la sua storia con Caterina). Mi svegliai con una forte sensazione di malinconia addosso e pensai che chiunque avesse vissuto un'esperienza come quella, non avrebbe mai più potuto trascorrere una vita realmente serena.
Francesca invece è l'antitesi. E' una ragazza insieme sfortunata e fortunata, che ha subito una grave perdita, ma questo non ha minato la sua stabilità. Il problema è che questa stabilità diventa per lei una gabbia dalla quale fuggire, non un motivo di serenità.
E' per questo che accetta così velocemente la proposta di Tiziano, perché in realtà non vede l'ora di cambiare radicalmente la propria vita, renderla più emozionante.
Quali sono secondo te i pro e i contro del tuo libro?
E' difficile dirlo adesso, perché sono passati 4 anni da quando è stato pubblicato, e se lo scrivessi oggi verrebbe fuori un libro completamente differente.
Credo comunque che il punto forte sia una scrittura scorrevole, che rende la lettura veloce e non faticosa. Questa è una cosa che mi hanno detto in molti, sia chi ha amato questo libro, sia chi l'ha detestato.
Il punto debole principale credo sia proprio il personaggio di Francesca. Oggi mi rendo conto che è una ragazza piuttosto debole, diversa da quella che avevo in mente mentre scrivevo.
Un libro che parla di oscurità e personaggi della notte. Quale senso attribuisci al buio? Ed esiste una luce?
Io amo il buio. L'ho sempre amato. Da piccolo avevo molti amici che ne avevano paura, io invece se entravo in una stanza completamente buia mi sentivo sereno.
Non vedo il buio come qualcosa di malvagio o di negativo. In ognuno di noi c'è sia un lato in luce che uno all'ombra, ma non sono così sicuro che quello in luce sia il migliore.
Secondo me, la cosa più importante da fare col buio è conoscerlo, comprenderlo, farselo amico.
La luce esiste, certo, ma non mi piace che prenda tutto.
Nuovi progetti a cui stai lavorando?
Mi sono preso una lunga pausa dalla narrativa. Per la verità non ero neanche più sicuro di riuscire a scrivere un romanzo, poi sono stato negli Stati Uniti un paio di mesi per un lavoro, e quando sono rientrato in meno di trenta giorni ho scritto 400 pagine. Avevo la testa che mi scoppiava, tanti erano stati gli input che avevo assorbito!
Ho mandato il libro ad alcune agenzie letterarie e mi hanno risposto tutte positivamente. Ora stiamo lavorando per migliorare alcune parti, poi cercheremo un editore.
Stavolta ho ricevuto commenti positivi anche dai miei critici più feroci.
Credo molto in questo romanzo, speriamo bene!
Un saluto
Vorrei salutare il titolare di Asengard per aver creduto in me e nel mio libro. Viviana, mia moglie, che è una continua fonte di ispirazione. E il piccolino che porta nella pancia, che ancora non è nato ma che già mi riempie di gioia.







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