venerdì 24 luglio 2015

Recensione: Il condominio

Buongiorno lettori! Come procede? Noi abbiamo ormai quasi tutto pronto per i festeggiamenti del compliblog quindi tenetevi pronti ^^
Oggi intanto vi lascio la recensione del mio ultimo libro letto che da un anno stazionava nella mia libreria.. ho solo una cosa da dire: Ballard è una vera e propria scoperta, un genio!


IL CONDOMINIO

Feltrinelli | 189 pp. | €8,50

Un elegante condominio in una zona residenziale, costruito secondo le più avanzate tecnologie, è in grado di garantire l'isolamento ai suoi residenti ma si dimostrerà incapace di difenderli. Il grattacielo londinese di vetro e cemento, alto quaranta piani e dotato di mille appartamenti, è il teatro della generale ricaduta nella barbarie di un'intera classe sociale emergente. Viene a mancare l'elettricità ed è la fine della civiltà, la metamorfosi da paradiso a inferno, la nascita di clan rivali, il via libera a massacri e violenza. Il condominio, con i piani inferiori destinati alle classi inferiori, e dove via via che si sale in altezza si sale di gerarchia sociale, si trasforma in una prigione per i condomini che, costretti a lottare per sopravvivere, danno libero sfogo a un'incontenibile e primordiale ferocia. "Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell'immenso condominio, nei tre mesi precedenti. Ora che tutto era tornato alla normalità, si rendeva conto con sorpresa che non c'era stato un inizio evidente, un momento al di là del quale le loro vite erano entrate in una dimensione chiaramente più sinistra. Con i suoi quaranta piani e le migliaia di appartamenti, il supermarket e le piscine, la banca e la scuola materna - ora in stato di abbandono, per la verità - il grattacielo poteva offrire occasioni di scontro e violenza in abbondanza."






Perdersi per poi non ritrovarsi o riscoprirsi? Nulla è certo, è un salto nel buio: nessuno sa cosa si cela realmente dentro di noi, cosa resta assopito negli angoli più remoti e nascosti degli infiniti corridoi della nostra psiche. Di certo, è qualcosa che potrebbe prendere il sopravvento da un momento all'altro, reclamare spazio e tempo, impadronirsi di un corpo e di una mente a lungo sfuggita intessendo trame di raziocinio e sanità. Basterebbe un semplice taglio per far venire giù la tenda dietro alla quale, l'uomo e il mostro, si nascondono insieme. Proprio Ballard è il cantore delle deriva dell'animo umano: estasiato ed impaurito, ci mostra fin dove si possa spingere l'uomo, "l'animale sociale" per eccellenza, seguendo il proprio istinto di autoconservazione e sopravvivenza individuale, quale siano gli effetti dell'annullamento totale del SuperIo freudiano e la conseguente liberazione di impulsi ingabbiati da ormai troppo tempo da sovrastrutture sociali, convenzioni, conformismo, buonsenso e limiti prodotti dalla società. Si abbandona quindi una falsa identità a favore della ricerca e della riscoperta della vera essenza dell'uomo sino a giungere, benchè non a un felice primitivismo, alla piena espressione libera dell'io con l'esposizione, senza vergogne o remore, dei propri istinti primordiali selvaggi ma puri. 


Sicura dentro il guscio del condominio come i passeggeri a bordo di un aereo guidato da un pilota automatico, la gente era libera di comportarsi come voleva, di esplorare tutti gli angoli più bui che era capace di trovare. Sotto molti aspetti, il condominio era un campione di tutto quanto era stato fatto dalla tecnologia per realizzare l’espressione di una psicologia veramente libera.

E questa "regressione", caratterizzata da un percorso a ritroso nella storia con uno smantellamento passo dopo passo dei limiti sociali dettati nelle varie epoche, si accompagna alla decadenza del grattacielo di 40 piani, un'ecosistema indipendente e autonomo, un microcosmo che perde contatto con il mondo esterno sino a divenire l'unica realtà esistente. Di fatti l'intera vicenda si svolge all'interno del palazzo, un'immane torre di Babele che raggiunge il cielo tentando di colonizzarlo: nei suoi 40 piani il condominio offre agli abitanti tutti i servizi e le comodità necessarie, le tecnologie più avanzate e i divertimenti più sfrenati. C'è tuttavia una vera e propria organizzazione gerarchica, ogni classe sociale occupa un determinato piano secondo il seguente schema: la classe inferiore costituita da un proletariato di hostess, tecnici cinematografici e gente simile, abitava tra il primo e il nono piano; la classe media, la borghesia di medici e avvocati, tra il decimo e il trentacinquesimo piano; la classe superiore, l'oligarchia di attrici, magnati e imprenditori occupava gli ultimi cinque piani del grattacielo. Il romanzo si sviluppa proprio attraverso la voce narrante di tre uomini, ciascuno emblema delle tre classi sociali e di tre atteggiamenti diversi per affrontare il declino materiale, fisico, igienico e morale del grattacielo: Wilder per la classe inferiore, Laing per la media, Royal per la superiore. 
Se all'inizio, nonostante le tensioni sotterranee tra gli inquilini, tutto procede normalmente e il condominio è elegante, pulito, perfetto nella sua organizzazione, man mano che compaiono i primi problemi (disfunzione del sistema elettrico e dei condizionatori, dell'acqua potabile, degli ascensori) viene intaccata l'integrità della struttura e il sottile equilibrio tra gli abitanti e contemporaneamente tra le varie sfaccettature dell'animo umano. Si assiste a un lento e progressivo declino sino al raggiungimento di uno sfacelo totale, un clima di violenza gratuita e di impulsi lasciati a spasso senza guinzaglio: ciascuno può fare quello che vuole, non ci sono ostacoli, solo libertà e autonomia. L'uomo che aveva imparato a dominare i propri impulsi si perde, regredisce allo stato animale, gli impulsi che per secoli sono stati tenuti sotto chiave adesso esplodono e devastano ogni cosa, il caos che si crea nel condominio (appartamenti saccheggiati, sacchi della spazzatura dovunque, mancanza di luce e acqua) è il prodotto finale dell'uomo che, ormai libero dai dettami della società, può finalmente vivere diversamente: raggiunto il culmine finale, si potrà nuovamente ristabilire una certa quotidianità ma stavolta priva di regole, in cui ognuno può esprimere se stesso nel bene e nel male. 

"Per la prima volta, questo rimuoveva anche la necessità di reprimere tutti i comportamenti antisociali e li lasciava liberi di sperimentare ogni impulso deviante e capriccioso. "



VOTO:

Lo avete letto? Che ne pensate?

1 commento:

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