giovedì 12 novembre 2015

Recensione: Io non ho paura

Buongiorno lettoriiiii :D Non sentite anche voi l'euforia natalizia??! Sorprese, sorprese in arrivo!
Continuiamo la nostra settimana con una nuova recensione.. Avevo già letto in passato dello stesso autore "Come Dio comanda" (apprezzato) e "Che la festa cominci" (del quale a essere sincero non ho mai capito il senso).


IO NON HO PAURA

Einaudi | 219 pp. | € 11,00

In questo romanzo Niccolò Ammaniti va al cuore della sua narrativa, con una storia tesa e dal ritmo serrato, un congegno a orologeria che si carica fino a una conclusione sorprendente: e mette in scena la paura stessa. Michele Amitrano, nove anni, si trova di colpo a fare i conti con un segreto cosi grande e terribile da non poterlo nemmeno raccontare. E per affrontarlo dovrà trovare la forza proprio nelle sue fantasie di bambino, mentre il lettore assiste a una doppia storia: quella vista con gli occhi di Michele e quella, tragica, che coinvolge i grandi di Acqua Traverse, misera frazione dispersa tra i campi di grano. La storia è ambientata nell'estate torrida del 1978 nella campagna di un Sud dell'Italia non identificato, ma evocato con rara forza descrittiva. In questo paesaggio dominato dal contrasto tra la luce abbagliante del sole e il buio della notte, Ammaniti alterna, a colpi di scena sapienti, la commedia, il mondo dei rapporti infantili, la lingua e la buffa saggezza dei bambini, la loro tenacia, la forza dell'amicizia e il dramma del tradimento.



Piantala con questi mostri, Michele. I mostri non esistono. I fantasmi, i lupi mannari, le streghe sono fesserie inventate per mettere paura ai creduloni come te. Devi avere paura degli uomini, non dei mostri.


I mostri si aggirano nel buio. I mostri ci spiano durante l'intera giornata pronti a catturarci e portarci via durante le notti più oscure. I mostri non conoscono pietà. I mostri si nascondono, non hanno paura, hanno soltanto fame. E si nutrono proprio dei nostri tremori. I mostri hanno sembianze umane, si aggirano tra di noi, parlano, mangiano, camminano come noi. E si confondono nella folla. A volte è impossibile riconoscerli, a volte lasciano cadere la propria maschera. Uomo e mostro, sottile la distanza, profonda la differenza. 
Lo sa bene Michele che i mostri possono avere connotati molto famigliari, essere le persone a noi più care e vicine. Come è possibile nascondersi senza farsi riconoscere? Come è possibile continuare a vivere senza un barlume di colpa negli occhi una volta che la coscienza si è macchiata, che si è incrinata sotto il suo stesso peso? Ad Acqua Traverse, paese del Sud italiano costituito da appena quattro case, la vita si svolge connotata dagli stessi ritmi e gli stessi colori, il giallo dei campi di grano e l'azzurro del cielo infuocato d'estate. Si sente il caldo sulla pelle, il canto dei grilli tra le spighe di grano, il calpestio delle ruote delle biciclette che scorrazzano così come veloci volano le avventure e le gare di Michele e dei suoi amici. 
Ma l'avventura più grande, e forse la più temuta e di certo non aspettata, sarà quella di divenire grandi lasciando al mondo dell'infanzia e del passato gli occhi di un bambino che si scontra non con le streghe, nè con gli orchi, nè con i giganti dei campi (e forse sarebbe stato di gran lunga preferibile), ma con la vita stessa e la crudeltà della verità. Durante una delle loro gare fanciullesche,  Michele si imbatte inconsapevole nell'esistenza del male e nel timore della scoperta. Crescere fa male, sapere arreca dolore. Ma Michele inizialmente, essendo un bambino di 9 anni, spazia con la mente inventando storie fantastiche dove il cattivo è espugnabile e dove lui è l'eroe.

"Più mi avvicinavo alla casa più la collina gialla cresceva di fronte a me più un peso m schiacciava il petto togliendo il respiro.E se arrivavo su e c'erano le streghe o un orco? Sapevo che le streghe si riunivano la notte nelle case abbandonate e facevano le feste e se partecipavi diventavi pazzo e gli orchi si mangiavano i bambini."

Ma dietro l'angolo arriva lo schiaffo, la consapevolezza. Michele trova un buco nella terra, trova un buco nella rispettosa e finta cordialità umana. Michele trova un bambino come lui, un bambino abbandonato nelle viscere del mondo con la sua paura. Michele scopre la sua stessa paura. La paura di un mondo ben lontano dalle sue aspettative, dalla sua immaginazione, un mondo dove il male esiste ed è vicino, molto vicino.

Corre Michele, corre verso la purezza e l'innocenza dell'anima, corre verso l'amicizia e il tormento dei suoi dubbi. Un piccolo eroe che, a costo di tutto, a costo della sua stessa vita, aiuterà uno sconosciuto degno come lui di vivere, degno come lui di vedere il sole. Non è più una fiaba, è un romanzo duro e crudo. 









VOTO:

Che ne pensate? 
Avete letto questo o qualche altro libro dell'autore?





5 commenti:

  1. 'Che la festa cominci' è un libro un po' strano, però a me è piaciuto.
    Di Ammaniti ho letto anche 'Ti prendo e ti porto via', un libro davvero bello: te lo consiglio molto perché ne ho un ottimo ricordo.

    Come ti avevo già detto questo lo ho.. dopo la tua recensione sono più curiosa di leggerlo!

    RispondiElimina
  2. Recensione interessante. Io non ho letto il libro, ho visto il film, ma mi sembrava ben fatto. Una storia che mi è piaciuta. Poi non so se hanno rispettato il libro..

    RispondiElimina
  3. Adoro Ammaniti e questo libro è uno di quelli che ho nel cuore. Anche il film mi è piaciuto molto.
    Recentemente ho letto il suo ultimo libro - Anna - che ho molto apprezzato!!!

    RispondiElimina
  4. non conosco Ammaniti, so che è un autore bianco o nero: o lo si apprezza molto o non lo si regge... personalmente vorrei approcciarlo, e forse inizierei proprio da questo titolo

    RispondiElimina
  5. Libro e film eccezionali...uno dei pochi libri che ho letto due volte.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...