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lunedì 17 marzo 2014

Io sono respiro puro di Maria Fornaro

Buongiorno carissimi lettori, siccome sono strapiena di studio ho pensato di programmare qualche post per non lasciarvi completamente a secco, non sono brava? =P
Comunque vi voglio parlare di un libro che mi sembra molto interessante, qualcuno di voi lo ha letto? Che ne pensate?


IO SONO RESPIRO PURO

AUTORE: Maria Fornaro
PAGINE: 70
PREZZO: 10,00
PREZZO EBOOK: 3,99

La poesia è divenuta elemento importante della vita dell’autrice, è l’universo in cui si perde e attraverso essa riesce a concretizzare tutte le sue emozioni, le sue sensazioni, i suoi pensieri e i suoi ricordi. È la componente assolutamente imprescindibile della natura umana, come l’aria, che dà forza all’anima. Di animo passionale e tumultuoso, celato nel passato sotto montagne di grigia quotidianità, ora, finalmente, esplode in tutto il suo essere travolgente, regalando versi che toccano l’anima di ognuno di noi. I versi risultano la trasfigurazione in chiave simbolica dell’amore protagonista indiscusso che assurge a unico, vero motivo di vita. L’amore che lenisce le pene, che sussurra, che grida ed infiamma le passioni. Ne risulta una vena poetica impregnata di una grande sensibilità in un caleidoscopio di emozioni che nascono dal cuore, dai ricordi, dalle paure, dai desideri. È una forza travolgente senza tempo.


L'AUTRICE: 
Maria Fornaro nasce a Fragagnano (TA) nel Dicembre del 1964. Sposata dal 1994, ha due figli.
Laureata in Materie Letterarie all’Università di Bari, dopo un breve periodo di insegnamento e varie altre esperienze lavorative nel campo museale, si è dedicata interamente alla propria famiglia. Le piace leggere, ascoltare, discutere e mettersi in gioco. Scrive per diletto e per emozioni e pensa come Daniel Glattauer che “scrivere è come baciare, solo senza labbra, ma con la mente”.
    I suoi autori preferiti sono Valerio Massimo Manfredi, Glenn Cooper, Kahlil Gibran, Michail Bulgakov, Edgar Lee Masters,  Nikolaj Vasil'evič Gogol' , Franz Kafka, Khaled Hosseini, Carlos Ruiz Zafón, Henrik Ibsen, Thomas Mann, Giovanni Verga, Luigi Pirandello.


Ho iniziato a scrivere sull’onda di emozioni che mi hanno travolta, emozioni che hanno lenito ferite e accarezzato l’animo e il cuore. Non sapevo di saper scrivere e non so ancora se so farlo, ma lo faccio perché il mio cuore comanda le mie dita.”


LINK UTILI:

venerdì 3 maggio 2013

Recensione: Il soffio delle radici

Lo so è ora di pranzo e non dovrei essere al pc, ma oggi mi aspetta un pomeriggio pieno di studio, quindi ne approfitto ora. Oggi vi farò leggere una recensione che ho scritto per un'autrice italiana, che gentilmente mi ha inviato il pdf del libro che contiene le sue poesie ^^ ma non aggiungo altro, leggerete tutto nella recensione!

IL SOFFIO DELLE RADICI

AUTORE: Carla de Falco
EDITORE: Laura Capone Editore
PAGINE: 111
PREZZO: 10,00

Se è vero che esistono modi diversi di fare poesia e di sentirla, è solo una la destinazione a cui ognuna di queste vie può portare, ed è l'emozione. Un'emozione che non è il semplice agitarsi di sentimentalismi facili e a malapena abbozzati, ma è la capacità di accendere un palpito involontario ed indelebile nel lettore o nell'ascoltatore. Nei versi di Carla de Falco proprio questo tipo di emozione è al centro dell'azione poetica, il collante di tutto: la poesia come via di comunicazione con il mondo e come strumento per relazionarsi con la vita. Le quattro sezioni di cui si compone questo libro affrontano ciascuna un tema specifico. La prima, il soffio delle radici, esplora il rapporto con la terra e le origini; la seconda, emozioni al confine, richiama per l'appunto l'ambito dell'emozione, declinata in questo caso nella sfera affettiva; la terza, la fiamma del canto, riflette sul senso e sulla necessità del canto poetico in un mondo che sembra aver sancito l'inutilità dell'agire poetico; la quarta, abissi per versi, scende con un evidente gioco di parole nell'angolo oscuro dell'essere umano.




"Se è vero che esistono modi diversi di fare poesia e di sentirla, è solo una la destinazione a cui ognuna di queste vie può portare, ed è l’emozione." Questo possiamo leggere all'interno della prefazione di questa raccolta di componimenti che ci permetteranno di amare, soffrire, angosciarci, sorridere, sentire. Sentire palpitare il nostro animo, sentire e scovare un senso insito nelle parole, sentire e aspettare che si mostri una via, partecipare all'anima dell'autrice, inglobarla, farla nostra e così arricchirci. Le parole sembrano perdere la loro consistenza materiale e divenire effimere voci che la marea trascina sino a noi, le lasceremo su una spiaggia a marcire, relitti di un mondo da esprimere o le ascolteremo danzare in mezzo a noi estasiati da quella musica soave, quasi una dolce cantilena, che la poesia ci infonde? L'opera si divide in qauttro diverse sezioni. La prima è dedicata alla terra e alle origini, quella terra napoletana, quel calore del meridione che non è luogo bucolico bensì scenografia di sangue e dolore, un dolore muto, forte, proprio che non rimane isolato, individuale, ma che diventa collettivo, universale, che riguarda uomini e donne "nel fragore indifferente della città e del suo ventre", dolore che possiamo ritrovare nei seguenti versi:
"il bianco della tela
si macchia improvviso..
è il rosso fuoco acre
del sangue dei macelli
ad ovest come a est
nelle navate di un centro
dove ogni anno
pagani fedeli celebrano
spettacoli osceni."
Seconda parte interamente dedicata alle emozioni, sensazioni cupe, ombre che fanno male sono quelle che vengono descritte e ppure sembra quasi esserci una luce, uno spiraglio nonostante questa sezione non lasci scampo, nonostante sia dura, svelata, cruda come la realtà stessa, cruda come la nostra vita, acerba come il linguaggio che brucia, graffia l'anima, fa gelare il sangue. Molto intensa e particolare che mette in evidenza l'egoismo, la brutalità degli uomini, compagni in realtà nemici, sventurati e portatori di sventura, è la poesia Fratello Icaro, definito tale perchè forse lo siamo tutti, tanti Icari che cercano con le ali di cera di volare,ma attenti a star lontano dal sole, attenti alla folla che prega che tu cada, che tu sia sconfitto:
" non teme di cadere
l'importante è non guardare
chi brama assai vederlo
fallire o rinunciare
mentre gli ignavi sotto
lo stanno già a scrutare"
E dopo il dolore arriva il fuoco che brucia, la fiamma benevola della poesia, ancora per noi stessi, forse l'unica, forse dimenticata, nella quale bisogna mettere "nome, cuore, occhio, cervello", la quale è vitale, indispensabile sia per il poeta che per questo mondo che si sta disgregando, per questo male che solca oscuro i nostri cieli:
"succede solo quando scrivi
che, quando scrivi, scrivere è un'urgenza
un'ossessione, una dipendenza.
....
succede che hai l'ansia di fermare
sulla pagina in maniera quasi urgente
ogni tuo pensiero o meditare
con voglia di dire l'ultima parola"
La voce di un poeta ristora, aiuta, alza, calma e da forza, è un lampo di luce in mezzo alle tenebre, faro in mezzo alla tempesta:
"ho sentito la voce di un poeta
era calda
....
bruciava come carne viva
e afrodisiaca come carezza giusta
....
oltre il buio delle barbarie
la voice di brace era già sogno"
L'ultima sezione infine scruta con attenzione i meandri più profondi e oscuri della nostra anima, il peso che ognuno d noi sente, l'abisso che si cela dietro i nostri occhi..
Particolari questi versi:
"che angoscia cominciare la battaglia
quando la notte non è tutta compiuta
e nella mente non è trascolorato
l'ultimo crepitio dell'eco onirica"
"non ha odore il buio
non di quello ho orrore
ho paura del bagliore
che la vista incide e taglia
che ferisce gli orizzonti
che annega tutto in luce
che bruciando mi ferisce
e nel vuoto mi conduce"
Un percorso di poesia e di vita.






martedì 26 febbraio 2013

Recensione: La mia arpa


LA MIA ARPA

AUTORE: Liliana Manetti
EDITORE: Aletti Editore
PAGINE: 64
PREZZO: 12,00


"La mia arpa" è l'espressione della mia anima, dove mi metto a nudo con le mie problematiche, i miei amori intramontabili come quello per la natura e le emozioni che mi danno le sue stagioni così diverse eppur così complementari...L'amore per la vita in genere emerge nelle note dolci delle mie poesie, velate sempre dal mio romanticismo.Le corde mute della mia anima se le ascolti in un giorno di settembre dall'aria frizzantina come questo sapranno suonarti una melodia bellissima: ma solo se vuoi, solo se le rispetti e le ami profondamente, altrimenti come dico nei miei versi "giaceranno nel loro dolore.»



Sono abituato a leggere poesie di grandi autori, che hanno fatto la storia della nostra letteratura, che sono riusciti ad esprimere anche con una semplice parola il sentimento di estraneità che provavano nei confronti del mondo, l'angoscia esistenziale che gravava sulle loro spalle, la solitudine di chi non si sente compreso, la lotta di chi voleva cambiare il mondo. Ergo, è abbastanza difficile ogni volta iniziare a leggere una raccolta di poesie di qualche autore esordiente, agli inizi di una carriera voluta o forse semplicemente destinata; eppure credo che bisogni valutare la sensibilità di ogni poeta a prescindere dal paragone con altri autori, mettere in evidenza la sua capacità di emozionare e emozionarsi, di trasmettere frammenti della sua anima a noi lettori, custodi della sua poesia e custodi dei segreti che anche una singola frase può svelarci.

All'inizio dell'antologia l'autrice paragona la sua anima ad un'arpa che può donare melodie meravigliose o il silenzio distrutto di mille pezzi e corde ormai mute: apprezzare la sensibilità della sua poesia significa immergersi nelle profondità delle parole senza restrizioni, lasciarsi trasportare, immaginare e sentire, farsi accomunare dai suoi sentimenti che sono anche nostri e scoprire qualcosa, un'ultima verità forse, un ultimo segreto, una rivelazione, la via segreta della vita. Molto particolari a mio parere le prime tre poesie che possono essere considerate un vero e proprio elogio alla poesia e a quel mondo che soltanto ai poeti, a quelle anime più elevate e distaccate dalla terra, è concesso. Particolari codesti frammenti che ci danno una chiara idea del concetto di poesia che ha l'autrice e delle sensazioni che parole, frammenti di età passate, scintille di vita suscitano in lei, un brivido, un solco sul viso:

"Mi nutro di parole..
le assaggio… le mangio…
le assaporo                                                                     
scrivo, parlo, leggo
mi danno vita
mi fanno sentire la vita…"   
"Racchiusi in questa penna d’altro tempo
miliardi di parole mai scritte
milioni di frasi mai svelate"

              
"Volteggio senza ali
in questo cielo azzurro
e intorno tanti occhi
tante mani
tante anime sorelle
canto la gioia che mi esplode negli occhi
viva,finalmente viva…
in questo mondo di poesia."

"Sorpresa, estasiata
sento un brivido
che mi corre sulla pelle…
emozione senza fine
una lacrima solitaria
attraversa i solchi del mio viso".


L'antologia prosegue con una serie di poesie che pongono al centro sempre la sua vita: scriveva Carlos Ruiz Zafòn "Un racconto è la lettera che un autore scrive a se stesso per mettere a nudo la propria anima" e di fatto l'autrice ripercorre passato, presente e futuro, riscopre ricordi, traccia speranze, piange e sorride, e chiude l'antologia con una richiesta, con la visione di un futuro in cui possa amare e essere amata, trovare quella felicità che non sempre ci circonda. Elogio alla vita è la sua poesia, un grido forte e energico che scuote le coscienze e che l'ha salvata, che l'ha portata ad amar questa vita!

"Saremo nient’altro che felici,
noi due piccole anime innamorate dell’amore,
e ogni volta che mi specchierò
nei tuoi profondi occhi neri
vedrò il mio sorriso…
per sempre."




martedì 2 ottobre 2012

Recensione: Meditazioni al femminile

Da molto tempo ho a casa questo libricino, mi era stato inviato un anno fa dall'autrice. Ma dovendo leggere altri libri, l'avevo sempre messo da parte e solo ora sono riuscita a leggerlo. E posso affermare che ho sbagliato ad aspettare così tanto, vale la pena leggere queste poesie, ve lo assicuro!

MEDITAZIONI AL FEMMINILE

Sangel edizioni | 88 pp. | €10,00
Con Meditazioni al femminile, l’autrice padovana Michela Zanarella conferma la sua cifra stilistica e affida all’originalità delle immagini, all’azzardo delle similitudini, a metafore mai prevedibili e, a volte, addirittura spiazzanti, gli esiti più felici del suo discorso poetico. 


Uno stile sensuale e delicato, parole ben scelte e ben accorpate tra di loro, una sensibilità rara da trovare e ben espressa dai versi incantevoli di questa nuova antologia. Una poetessa italiana ancora giovane eppure piena di carisma e sentimenti, stati d'animo da mettere a fuoco, impressioni, sensazioni da buttare giù sul foglio. Leggiamo nella prefazione: "NON SONO IO A SCEGLIERE DI SCRIVERE, è LA POESIA CHE MI SCEGLIE QUANDO VUOLE, SENZA CHIEDERE".
Possiamo ben capire da queste poche righe che la poesia è concepita non come un mestiere, un passatempo quotidiano con cui riempire le nostre giornate, ma è ispirazione, fuga in un mondo altrove, lontano da questo, è invasamento da parte di un Dio, delle antiche Muse. A tal proposito mi piace citare questi versi dell'autrice della lirica Veggenze:

"La mia anima fruga 
nel rovescio del mondo, 
messaggi sublimi, 
impalpabili. 
Nascono fili 
di luce improvvisa. 
Rabbrividisco." 

Una concezione che potremmo definire simbolista, quasi decadente volta a scoprire i messaggi arcani del mondo, le porte segrete della natura, l'illuminazione istantanea di un attimo, della verità che noi uomini cerchiamo, sfioriamo ma non raggiungiamo mai.
La sensibilità dell'autrice tocca diversi punti e diversi argomenti: è una voce che parla di amore, di eros che squassa le menti e le carni, di amanti che si frugano e si trovano o si perdono nel tempo, che cercano di resistere oltre lo spazio, oltre il tempo..

"Insieme 
oltre gli schemi della fine, 
ci spingeremo alati 
sulle assi del tempo, 
come a scoprirci nudi 
per la prima volta, 
nervosi d'amore, 
pronti a scavare intimità 
d'acque e universo" 

Ma non è soltanto l'amore il tema principale delle sue poesie: è un'anima messa a nudo, che si denuda di tutte le maschere per lasciarsi andare, scoprire piano piano, giocare sulla sua forza e sulle sue debolezze, è un'anima moderna che sente il peso di un'epoca ormai misera, degradata spiritualmente, un'epoca di FANGO E RADICI:

"Affoghiamo le nostre miserie 
con le lacrime. 
Siamo spiriti di un secolo 
che divora le memorie. 
..... 
Ci vediamo acque 
di mari diversi, 
figli di burrasca. 
Ci incontriamo 
nel petto della stessa terra, 
fango e radici 
per un nuovo germoglio" 

Una poesia che lancia una speranza, una speranza per il domani, che chiede e dà, sogna:

"Ho bisogno 
di un sogno, 
di un inchino alla luna, 
di un senso da offrire 
al seno del mondo" 

Sono rimasta abbastanza colpita da queste poesie, hanno scavato dentro di me lasciando una traccia, indicandomi una via, una nuova prospettiva, occhi nuovi in un mondo ormai vecchio. Sono poesie profonde che graffiano l'anima, che le ridanno luce, che la risollevano dal grigiore delle giornate.
Una lettura piena di riflessione e passione, imperdibile.


VOTO:





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