Protagonista una giovane donna, innamorata di un giovane brigadiere, che vede sfumare il suo sogno di sposarsi con il carabiniere per poter riparare all'onore perduto, per colpa di un uomo che la rapisce, facendo pensare alla gente del paesino che la donna sia scappata con lui di sua volontà...
Tutt'ora Mimma, questo è il nome della protagonista, non ha perso l'amore verso i Carabinieri ed è per questo che, prima di andare a vivere in una casa di riposo, ogni giorno andava a trovare i carabinieri della scorta di Borsellino.
Avrebbe dovuto essere un film, e anche per questo non è il caso di inseguire strategie ed eleganze nello stile narrativo. Ma per questa storia semplice e toccante, per questa “sceneggiatura” dai colori forti di Sicilia e dolenti come una fiaba spezzata, non c’era il budget, lo sponsor, il sostegno di una produzione. (Funzionano, e ottengono, di più – si sa – i cinepanettoni…).
Eppure: “Non sei fregato veramente finché hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”, scrive Rita Borsellino in prefazione citando il Baricco di Novecento.
Eppure: “Non sei fregato veramente finché hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”, scrive Rita Borsellino in prefazione citando il Baricco di Novecento.
È così che “La mamma dei carabinieri” è diventata un libro, nella scelta caparbia e opportuna degli autori, Alessio Puleo e Filippo Vitale. Ed è così che proprio lei, Rita Borsellino, sorella di uno dei pochi eroi del nostro tempo, può dedicare la propria testimonianza d’apertura a queste pagine: così intrise delle tradizioni e dei misteri di una terra dove i valori sono talmente assoluti che si confondono.
Onore e rispettabilità, giustizia e legalità, apparenza e verità, amore e morte… Tutto è vissuto, tutto è sofferto, tutto attraversato dai passi di una vecchia signora, instancabile “mamma” e dirimpettaia di tutti quei ragazzi (quei carabinieri) che dal 1992 “stazionano davanti alla casa di mio fratello Paolo – per dirla con le parole della Borsellino – per proteggere la sua famiglia”.
Domenica Lupo, questo il suo nome, incrocia così (con le sue scelte e la sua vita) la sua storia personale con quella di tutti. Diventa un altro timido simbolo di un tempo e di un luogo che, grazie a questo libro, è importante ascoltare, guardare e conoscere (tentare di capire e forse combattere).
Domenica Lupo, questo il suo nome, incrocia così (con le sue scelte e la sua vita) la sua storia personale con quella di tutti. Diventa un altro timido simbolo di un tempo e di un luogo che, grazie a questo libro, è importante ascoltare, guardare e conoscere (tentare di capire e forse combattere).
Segnata dalla scomparsa prematura dei genitori, la piccola Mimma (con le due sorelle) cresce nell’affetto dei (peraltro giovanissimi) nonni, cui guarda come a mamma e papà.
Bellissima, protetta da quella casa antica e dall’intonsa onorabilità, Mimma cresce a un destino di felicità nell’incontro con l’altrettanto bellissimo brigadiere Giovanni Tagliarini.
Bellissima, protetta da quella casa antica e dall’intonsa onorabilità, Mimma cresce a un destino di felicità nell’incontro con l’altrettanto bellissimo brigadiere Giovanni Tagliarini.
Un futuro da far invidia agli dèi e non solo (come si sussurra nelle strade di Sicilia). E infatti Mimma è rapita e rubata ai propri sogni dai capricci di un giovane boss, e dai conseguenti obblighi della cosiddetta onorabilità. Di quell’esistenza perduta, le resteranno però tormentosi ricordi e improvvise fortune. Soprattutto il desiderio di essere “mamma” di quei ragazzi dei quali – sotto un cielo più giusto – madre avrebbe potuto essere davvero.
Ecco qui un video di un'intervista fatta un pò di tempo fa a Mimma:
Consiglio vivamente questo libro!!
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