martedì 19 maggio 2015

Il racconto dei racconti: Lu cunto de li cunti

Il tema dominante nell'intera opera è il rapporto speculare che esiste tra realtà e finzione: attraverso la menzogna e l'invenzione della favola, Basile racconta la verità del mondo.

"Lo cunto de li cunti" pose le radici per tutte le fiabe conosciute al mondo, inspirando autori postumi come i fratelli Grimm, fornendo una ricca collezione di personaggi e dinamiche, scenografie e intrighi, storie e avventure. L'opera nasce come una raccolta di 50 fiabe scritte in lingua napoletana tra il 1634 e il 1636 da Giambattista Basile. Le 50 fiabe sono collocate all'interno di una cornice che segue il modello del Decameron di Boccaccio, anche se il linguaggio e i temi trattati sono diversi. L'opera ha le caratteristiche della novella medievale mostrando tuttavia una certa differenza in quanto si orienta verso toni fiabeschi e surreali, nonostante i quali l'opera sia dedicata prevalentemente a un pubblico maturo capace di cogliere i significati morali alla base di ogni racconto: infatti alla fine di ognuna delle prime quattro giornate compare un dialogo in versi, o egloga, a carattere satirico e morale, in cui si colpiscono, rappresentandoli in stile iperbolico e grottesco, i vari vizi umani, dall'ipocrisia alla cupidigia. La cornice narra la vicenda della principessa Zoza, una principessa triste che non riesce più a sorridere nonostante gli sforzi del padre che invita a corte saltimbanchi, buffoni, giocolieri, cantastorie e uomini di spettacolo. Zoza non riesce tuttavia ad uscire dal suo perenne stato di malinconia finchè un giorno, mentre si trova affacciata alla finestra della sua stanza, scoppiò a ridere allorquando vide una vecchia cadere che, per rivalsa e vendetta, le lanciò una maledizione: Zoza si sarebbe potuta sposare solo con Tadeo, un principe che a causa di un incantesimo giace addormentato in un sepolcro in uno stato di morte apparente, e che riuscirà a svegliarsi solo se una fanciulla riuscirà a riempire in tre giorni un’anfora con le sue lacrime. 
Come ogni fiaba che si rispetti, indefinito è l' asse spazio-temporale, gli stessi protagonisti hanno nomi e caratteri che non garantiscono nulla riguardo alla loro identità, l'unica connotazione è l'appartenenza ad una certa gerarchia sociale. Uno dei temi più importanti è la metamorfosi: la realtà in continua evoluzione, il divenire dei fatti e delle storie è una risoluzione, una tappa obbligatoria del percorso dei protagonisti che prima del termine del racconto cambiano sempre la propria condizione. La costante presenza del cambiamento e, soprattutto, del miglioramento è uno degli elementi ricorrenti in una società quale quella del XVII secolo, tendenzialmente statica, ma pervasa dal desiderio di modernità. 

La prima trasposizione cinematografica de "Lo cunto de lo cunti" è Il racconto dei racconti (titolo originale Tale of Tales), un film a episodi del 2015 co-scritto, co-prodotto e diretto da Matteo Garrone, primo film in lingua inglese del regista e presentato in concorso al 68° Festival di Cannes nello stesso anno; il film si basa su tre delle fiabe scritte da Basile: La regina, La pulce, Le due vecchie. 

Locandina italiana Il racconto dei racconti - Tale of TalesUna regina che non sa più a sorridere, consumata dal desiderio di quel figlio che non arriva. Due anziane sorelle fanno leva su un equivoco per attirare le attenzioni di un re erotomane sempre affamato di carne fresca. Un sovrano organizza un torneo per dare in sposa la figlia contando sul fatto che nessuno dei pretendenti supererà la prova da lui ideata, così la figlia non lascerà il suo fianco e i confini angusti del loro castello. La brama con cui la regina vuole per sé (e solo per sé) un figlio annulla il sacrificio del marito e soffoca il desiderio di essere amato (per sé) del nuovo nato, che una volta cresciuto incontra il suo "gemello" più povero ma infinitamente più libero. La lascivia insaziabile del re erotomane, archetipo predongiovannesco, è una sfida inesauribile alla morte e alla decadenza del corpo, così ben incarnata dalle due anziane sorelle impegnate in una corsa a ritroso nel tempo che finirà per dividerle, "separando ciò che è inseparabile": come l'unione fra i due "gemelli" dell'episodio precedente, come il legame fra un padre immeritevole e una figlia degna di ereditare un regno nell'episodio successivo. 



Conoscevate il libro? Lo avete letto?
E il film, lo avete visto o guarderete? 

8 commenti:

  1. Sembra davvero interessante e molto "favoloso" nel vero senso della parola cioè da favola.
    Non conoscevo ne il libro ne il Film Ezio ma sarei curiosa di vedere il Film ..... quanto al libro non ne ho idea se è in napoletano preferisco darmi ad altre letture ;-) quantunque sia sicuramente interessante. Mi piacciono tutte le raccolte di favole antiche e/o popolari
    Buona serata

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    1. C'è anche la traduzione italiana :P
      Comunque il film l'ho visto, il libro magari capiterà prima o poi di leggerlo!

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    2. He he he per fortuna che c'è anche una traduzione italiana Ezio ......
      non mi dispiacerebbe il libro .... come era il Film ? Bello ? Fatto bene o male oppure Così Cosi !

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    3. A me sinceramente, nonostante i pareri discordanti, è piaciuto!

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    4. Bene ...... se ti è piaciuto - questo è l'importante quando si guarda un Film, che piaccia a chi lo guarda ;-)
      io personalmente sono meno interessata al parere degli altri - se un Film mi è piaciuto continua a piacermi anche se altri lo giudicano in modo diverso ;-)

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  2. Cari confratelli e care consorelle, io l'ho letto moltissimi anni fa, attratta da singole trasposizioni per bambini come "Vardiello." Ricordo di aver faticato un po', dato il napoletano del '600, ma arrivai interessata fino alla fine. Spero di poter vedere il film. Che la Dea vi benedica

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  3. Non ho letto il libro, non ho visto il film: devo rimediare al più presto! Un saluto :)

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  4. Interessante! In realtà mi attira più il libro che il film, ma forse perchè io odio vedere film tratti da libri se prima non ho letto i libri XD

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