"Dai seriamente, cosa vorresti fare da grande?"
"Ho detto che voglio fare lo scrittore".
Un sogno, una vocazione, il desiderio di creare storie, di essere artigiano di creature e mondi immaginari dove perdersi, ritrovarsi, confondersi. Lasciare un senso, smuovere le radici a cui sono aggrappati gli uomini, svegliarli dal loro torpore. O semplicemente creare un emozione, un sentimento, una prospettiva diversa. Vorrei fare lo scrittore. Ho sempre scritto, sin da quando ne ho memoria. Inizialmente erano storielle di breve durata, per lo più poesie inventate per determinate occasioni. Poi piano piano qualcosa è maturato in me. Ho sentito voci bussare alla mia mente, ho sentito passioni che non erano le mie, ho visto mondi diversi al di là dello specchio. Come poter resistere a tanta bellezza? Come un marinaio disperso in mare, io disperso nel mondo, ho sentito il richiamo delle sirene che mi chiedevano ascolto. Fermati un attimo, dicevano. Raccontaci. Così ho iniziato a scrivere. La mano che scorreva veloce lungo il foglio man mano che uomini irreali assumevano connotati famigliari e le loro storie erano un po' le mie. Frammenti di me stavano in ognuno di loro. Così ho creato storie, volti sconosciuti, passioni che ardevano o si spegnevano al passare del vento, mondi tanto diversi ma tanto uguali al nostro. Una via di fuga non per perdersi ma per riacquistare occhi nuovi con cui guardare il mondo, la vita, la folla imperversante fuori. Sarò mai in grado di creare una storia così bella da essere apprezzata da qualcuno eccetto che da me? Come padri e madri, non vediamo difetti nei nostri figli, ma solo bellezza, affinità, perfetta sincronia tra i tasselli. Ma sarò davvero in grado di scrivere qualcosa di compiuto, qualcosa che punti dritto al cuore del lettore? Sarò in grado di intrecciare legami tra la mia storia e qualcun altro? Arriverà il momento in cui i miei personaggi andranno fuori nel mondo? Distrutti o conservati come preziosi cimeli. Chissà che sorte toccherà a loro. Intanto scrivo, dovrei lasciar stare queste preoccupazioni, dovrei inscatolare i dubbi che mi soggiungono e continuare ostinato, fiducioso, speranzoso. Non lascio spazio alla paura, alla vergogna che i miei personaggi proverebbero sentendosi per la prima volta nudi e esposti di fronte a qualcuno diverso dal loro creatore. Vai avanti mi ripeto. E intanto scrivo, scrivo, scrivo. "Vorrei fare lo scrittore".
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