mercoledì 22 febbraio 2012

Recensione: La maledizione del centauro

Finalmente ho finito di leggere il primo volume di una saga fantasy un po' insolita e per questo particolare...

  LA MALEDIZIONE DEL CENTAURO
di ROBERTA USAI


Le gemelle Anne e Kirsten Fletchey non vedono l’ora di crescere, per questo il giorno del loro tredicesimo compleanno hanno stretto un patto: mai più fantasie. Ma la notte della vigilia di Natale di due anni dopo, Anne e Kirsten faranno una scoperta che cambierà per sempre la loro vita: sono le Custodi del Confine, le protettrici di un orologio a pendolo magico capace di trasportarle dalla Sardegna alla mitica isola di Atlantide. Ad Atlantide, Anne e Kirsten si uniranno a un gruppo di fuorilegge che da dieci anni cerca di destituire il tiranno Centauro, che con il suo arco maledetto riduce in schiavitù chiunque venga colpito. Dove si nasconde l’arco? Chi ha tradito i Fuorilegge, rivelando l’identità di uno di loro? Le Custodi riusciranno a salvare Atlantide? Tra Ninfe, creature ancestrali, guardie crudeli, traditori e nuovi amici, Anne e Kirsten dovranno vedersela anche con il loro lato più razionale, abbatterlo e accettare che, in un altro mondo, gli dèi interferiscono nella vita degli uomini, la magia esiste e nei boschi vivono creature mitiche come centauri, fauni e sirene. Un’avventura ai confini di questo mondo, ma anche un romanzo di formazione, in cui due adolescenti ricercano il proprio ruolo nel mondo.

Perché ho detto che è un romanzo insolito ma particolare?
Prima di tutto l'autrice non ha voluto creare un mondo fantasy completamente slegato dal mondo reale, ma un cosiddetto med-fantasy ovvero un romanzo che, non solo ha rapporti con la realtà che viviamo ogni giorno,ma è ambientato in modo dettagliato e fedele in Sardegna richiamando città realmente esistenti e paesaggi che caratterizzano l'isola; la stessa Atlantide che l'autrice ricostruisce come mondo parallelo in cui le protagoniste si avventureranno, non è altro che la copia, in versione magica, della terra dell'autrice. Credo che questo sia un punto a suo favore: i bambini sognano sempre di immergersi in mondi pieni di creature fantastiche, credono nella magia, nell'esistenza di maghi, draghi, ninfe, e creature oscure,i bambini vedono nel mondo circostante sempre impronte di magia.
Non è forse vero che durante i primi anni vediamo il mondo con questi occhi? L'autrice riesce così, a mio parere, a creare un mondo fantasy diciamo più vicino alle fantasie dei bambini, in particolare dei suoi concittadini facendo credere che realmente esiste una Sardegna parallela dove continua l'eterna lotta tra bene e male, una Sardegna che richiama il mito di Atlantide rivisitato e adornato di dettagli nuovi.


Le due protagoniste sono due sorelle uguali nell'aspetto fisico eppure così variegate e diverse: Anne è studiosa, riflessiva e un po' più razionale rispetto a Kirsten che è più istintiva, una vera e propria anticonformista che non segue le regole, che preferisce praticare arti marziali apparendo come un vero e proprio maschiaccio. Entrambe però nel giorno del loro tredicesimo compleanno decidono di diventare grandi abbandonando fantasie, diari dove riporre segreti, fiabe e storie fantastiche. Non voglio diventare grandi, vogliono fare finta di esserlo.  Ma non si può andare contro la propria indole e per questo la stessa Anne che dovrebbe interessarsi a libri che trattano argomenti più importanti, più inclini alla sua nuova adulta personalità, quando si reca in biblioteca è attratta dai libri fantasy e non dal resto. 
Il patto si infrange quando episodi strani, che non riescono a essere spiegati dalla loro ratio costruita, avvengono intorno a loro:come ad esempio  Mark, uno dei fratelli, che inizia a fare incubi di notte e a ritrovarsi pieno di tagli.
E poi c'è un vecchio che nasconde verità e segreti, che nasconde un pendolo, il cui improvviso ticchettio attrae le due ragazze, catapultate, una volta toccato il pendolo a Natale,  nella Sardegna parallela dove inizierà l'avventura, dove incontreranno i ribelli che da dieci anni cercano di combattere il dispotico sovrano dell'isola , il Centauro.
Questo è dotato di un arco magico che dopo 230 vittime gli donerà l'immortalità: il compito sarà impedirglielo.

Nonostante qualche parte un po' troppo monotona ( ad esempio le troppe scene quotidiane e la parte dell'addestramento), il libro è ben strutturato e piacevole da leggere. Sono sicuro che la nostra autrice ci regalerà un seguito degno della nostra attenzione.
Consiglio all'autrice di rileggere questo primo romanzo e cercare di capire come poter migliorare. Ad ogni modo è un libro che consiglio :)
UNa buona lettura....
                                                                ..... e grazie all'autrice Roberta Usai!




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