martedì 22 gennaio 2013

Recensione: Il seggio vacante


IL SEGGIO VACANTE
AUTORE: J. K. Rowling
EDITORE: Salani
PREZZO: € 20,00




A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un’idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un’antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all’interno dell’amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l’unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo. J.K. Rowling firma un romanzo forte e disarmante sulla società contemporanea, una commedia aspra e commovente sulla nozione di impegno e responsabilità. In questo libro di conflitti generazionali e riscatti le trame si intrecciano in modo magistrale e i personaggi rimangono impressi come un marchio a fuoco. Farà arrabbiare, farà piangere, farà ridere, ma non si potrà distoglierne lo sguardo, perché Pagford, con tutte le sue contraddizioni e le sue bassezze, è una realtà così vicina, così conosciuta, da non lasciare nessuno indifferente. 



Sono rimasto letteralmente a bocca aperta nel momento in cui ho chiuso questo romanzo. Da una scrittrice di fama mondiale quale la Rowling, che tutti noi conosciamo ( e come potremmo non farlo) per la saga del giovane mago Harry Potter, che probabilmente entusiasmerà anche le prossime generazioni, mi aspettavo tanto, forse troppo, ma per fortuna queste mie aspettative non sono state deluse. Abbandonando, almeno per il momento, magia, pozioni e incantesimi, l'autrice ci parla adesso della vita reale, ci dà uno spaccato di vita quotidiana, di tipi umani in cui ognuno di noi può identificarsi e che può riconoscere tra le strade della propria città, un ingarbuglio di azioni e sentimenti che sino alla fine ci terranno col fiato sospeso. Un microcosmo ambientato in una apparente idillica cittadina inglese, con elementi tipici quali ponti, fiumi, parchi, strade adornate da file di alberi, casette a schiera con un giardino personale: questa è Pagford dove tutti gli abitanti si conoscono tra loro, dove storie di famiglie e legami di sangue sono intrecciate, dove bisogna lottare per proteggere qualche segreto, dove i cittadini appaiono per la maggior parte cordiali tra di loro e amorevoli, ma dove ognuno ha qualche interesse privato, una piccola sfumatura di egoismo e potere. Una piccola città che contiene grandi personaggi, figure dotate di un'attenta descrizione fisica e una introspezione psicologia quasi maniacale: ciascun personaggio è messo in stretta correlazione con gli altri, ciascun nome assume un volto, delle fattezze umane, presenta una sorta di Bipolarismo causato dalla società, dalla necessità di dover apparire diversi da come si è in realtà per poter vincere la guerra, la corsa al potere che è il filo conduttore dell'intero libro. I personaggi sono uno degli elementi più forti dell'intero romanzo: anche i più marginali assumono un rilievo particolare, ciascuno nel suo piccolo contribuisce a portare avanti la storia, ciascuno ha una storia da raccontare che non viene tralasciata, ciascuno è immerso in un particolare background e, non importa se questo sia borghese o socialmente basso, in quanto tutti sembrano assumere la stessa dignità. Personaggi alquanto particolari sono i più giovani del romanzo che invece si mostrano quali sono senza sotterfugi e quasi senza maschere alla società: particolare è in questo caso la figura di Krystal, ragazza costretta a vivere con una madre tossicodipendente e un fratello piccolo cui nessuno presta attenzione;  costretta a crescere subito farà da balia sia alla madre che al fratello e questo darà a lei la possibilità di crearsi  una corazza tanto dura quanto il suo carattere. Tutte le storie, tutti i personaggi ruotano intorno alla morte dolorosa e improvvisa, per molti abitanti, di Barry Fairbrither, morto a causa di un' aneurisma impensabile che lascerà vacante il seggio da consigliere, innescando una serie di azioni, intrighi, e misteriosi messaggi del "suo fantasma", che porteranno i personaggi a mettere in discussione la propria vita, le persone che conoscono da una vita e che forse non sono del tutto sincere con loro, le proprie certezze. 
Chi riuscirà a prendere il potere? Color che vogliono chiudere il centro di tossicodipendenza e estromettere dai confini comunali i Fields, un periferico e degradato quartiere di Pagford? O coloro che vogliono continuare l'azione di Barry impedendo una simile catastrofe? E come finiranno le storie d'amore tra i ragazzi, i matrimoni messi in discussione da pettegolezzi, i desideri da madri ormai troppo grandi e di figli troppo ribelli? Grazie a questo romanzo la Rowling ci mostra lo spaccato malato della nostra società abitata da egoismo e interesse, da personaggi "poco sani" che spesso invece sembrano integri fisicamente e moralmente: un'epopea del quotidiano è quella che viene creata dall'autrice, un quadro particolare del nostro mondo. 



VOTO:



E voi che ne pensate? 



5 commenti:

  1. prima o poi lo comprerò di sicuro :)

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  2. Anch'io prima o poi vorrei leggerlo, però la trama non mi intriga per niente...

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  3. sai anche io ero un po' scettica all'inizio..ma la tua recensione vedo che è più che positiva quindi l'ho aggiunto alla lista dei libri da leggere :)



    http://tt1altromondo.blogspot.it/

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  4. Un "libro" vacante. Recensione al libro "Il Seggio Vacante" di J. K. Rowling.
    L'importanza di un buon nome a volte non basta per decretare la buona riuscita di un libro. E' il caso del libro "Il Seggio Vacante" della scrittrice britannica plurimilionaria J. K. Rowling, la creatrice della saga di Harry Potter.
    Cimentatasi in un romanzo a suo dire "per adulti", la Rowling ha confezionato un prodotto ad hoc per il mercato dei bestsellers di tutto il mondo. Inevitabile la fortunata riuscita dell'impresa. In men che non si dica il suo romanzo è balzato in testa alle classifiche di vendita in ogni paese trascinato da un'enorme aspettativa, un'ottima campagna promozionale e un nome, il suo, che ha "garantito" l'effetto specchietto per le allodole.
    Un libro di 550 pagine, che si può leggere tranquillamente sotto l'ombrellone, non fosse altro per la difficoltà nel ricordare a mente la miriade di personaggi le cui vite si incastrano tra loro intensamente.
    Otto famiglie di un ridente paesino di campagna inglese si disputano a colpi di pettegolezzi, tiri bassi, piccole vendette un posto vacante nel Consiglio amministrativo del comune a seguito della morte del signor Fairbrother. Durante la narrazione si svelano contraddizioni, scheletri nell'armadio, paure, insofferenze, intolleranze garbatamente tenute nascoste dall'apparenza serena e cordiale di tutti gli abitanti di Pagford. L'eterna lotta tra ciò che sei e ciò che vuoi che gli altri vedano di te e della tua vita.
    Il risultato? Un'impasse un po' banale, scontato e soprattutto verboso. La Rowling riesce a costruire un perfetto bestseller in grado di tenerti incollato fino all'ultima pagina grazie a una prosa distesa, paratattica, piatta e superficiale. La stessa prosa da libro per ragazzi già fortunosamente adottata per la serie del maghetto. Se non fosse per le grandi aspettative e premesse sembrerebbe una sceneggiatura da soap opera.
    Intrighi, tradimenti, pettegolezzi alla "Desperate Housewives" e una debole caratterizzazione dei personaggi fanno da ingredienti fondamentali di un libro che certamente non ha la presunzione di essere un capolavoro ma quella di vendere tante copie e coprire un bacino di utenza decisamente allargato.
    Ma un libro per adulti per essere definito tale non deve contenere necessariamente riferimenti al sesso, un linguaggio "volgare" e tematiche di vita quotidiana di disagio e forti contraddizioni. Un libro per adulti deve far riflettere, smuovere, maturare, impegnare ben oltre la semplice prerogativa di suspance.
    Non mi stupisce che la BBC abbia già comprato i diritti per farne una trasposizione seriale. Il libro si adatta perfettamente a una sceneggiatura televisiva.
    Ma la grande carenza della scrittura della Rowling è stata la mancanza di dare spazio all'immaginazione; come se l'essersi avvicinata alla narrativa per adulti le sia costata la perdita della capacità di incantare il lettore. Tutto viene descritto in maniera quasi ottocentesca, da un narratore onnisciente che non risparmia dettagli perfino inutili.
    E così il lettore si trova immerso nella prosa con un andamento meccanico e persuasivo ma senza che la sua mente venga stuzzicata, incuriosita, stimolata, sollecitata. Una prosa old style, senza innovazioni, senza stilismi, da letteratura per l'infanzia ma che per tematica e contenuto strizza l'occhio a un pubblico adulto.
    Insomma, un libro sicuramente piacevole e poco impegnativo, ma niente a che vedere con un buon romanzo che lasci il segno. Un romanzo mancato, forse... vacante.


    http://laureatoeincrisi.blogspot.it/2013/05/un-libro-vacante-recensione-al-libro-il.html

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    1. Non penso sia il caso di fare spam, grazie comunque della segnalazione.

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