lunedì 1 ottobre 2012

Recensione: Non ti muovere



NON TI MUOVERE


AUTORE: Margaret Mazzantini
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 300
PREZZO: 13,00

Una mattina Angela ha un incidente con il suo scooter. Trasportata d'urgenza in ospedale, viene identificata da un'anestesista come la figlia di un suo amico, un chirurgo dell'ospedale, Timoteo. Venuto a conoscenza della notizia, l'uomo ripensa al suo passato e si rivolge con un lungo monologo alla figlia, a cui racconta un periodo della sua vita fino ad allora tenuto segreto: la passione per una travagliata ragazza di borgata, Italia, che lo portò alla rinascita, alla scoperta di sé, quando ormai tutto sembrava non avere più alcun senso. Un amore nato come sfogo orrendo, tramontato quando era sul punto di divenire vita. La morte della donna in seguito a una setticemia causata da un aborto lascerà un vuoto incolmabile in Timoteo, che si vedrà costretto a riprendere la propria strada e tornare alla sua arida esistenza familiare e alla sua vita di facciata. Solo in seguito, la figura della figlia risanerà parzialmente la grande ferita.



Non rispetta lo stop, corre in fondo, sta quasi per girare l'angolo, sta quasi per scansare quella macchina, quell'uomo ignaro di una ragazzina che sfreccia per la strada, sull'asfalto bagnato e col casco slacciato; cade, non sente più nulla, non vede nient'altro che il cielo su di lei e mille occhi estranei che la scrutano mentre sangue e schiuma colano da tutte le parti: lei sta ormai ferma dentro la sua giacca di pelle e aspetta, ormai solo il buio è suo.  Un uomo che opera nella sala dello stesso ospedale dove viene portata lei, Angela, si sfila i guanti dalle mani, si avvicina piano alla porta, la vede: non è più chirurgo, primario, uomo forte e coraggioso, è un padre, debole, solcato da un dolore improvviso eppure così forte,un padre che vede la propria figlia pronta per essere operata da mani non sue, mani che avevano salvato diverse vite ma non erano riuscite a salvare la sua, a impedire quell'incidente, a salvaguardare quella creatura piccola e  fragile, sua figlia. Una madre che viene fermata all'aeroporto, che si trova migliaia di chilometri lontana, che torna subito, si aggrappa a quell'aereo, spera di morire piuttosto che vedere la morte negli occhi della sua bambina, vola e spera che quel viaggio non finisca mai. 
Ma c'è una terza donna nella storia, un'ombra che solo lui ha conosciuto, un'ombra che ancora adesso cammina tra i suoi pensieri, lo disturba come se fosse il ricordo più dannato ma felice della sua vita, una vita spezzata, rubata, abbandonata: è Italia. Il romanzo è la storia di un padre che di fronte all'attesa si scopre, si svela alla propria figlia e a sé stesso, si denuda facendo crollare l'immagine di marito e padre modello e mostrando il suo scempio, il suo amore per una donna derelitta.  L'ha incontrata in un bar di periferia, tra il sudore e l'afa di una giornata estiva mentre il meccanico sistemava l'auto incapace di continuare a camminare, di portare quell'uomo in salvo, nel rifugio famigliare. Un raptus, un lampo di follia, uno stupro: un corpo sopra l'altro, una pelle chiara segnata dalle sue mani, una casa angusta e misera, dei soldi buttati nelle sue mani. Ma è Italia che resta in lui, non il suo seme: lo costringe a ritornare, il suo odore si è impossessato di lui, è una fragranza maledetta e che lo inebria, non riesce a trovare più nulla di bello, nulla che gli faccia palpitare il cuore, la incontra più volte in quell'angolo dimenticato dal mondo, la ama, vuole lasciare la moglie, la sua vita da perfetto borghese, vuole vivere, sentire quell'odore sempre, non doverlo nascondere, non doversi vergognare del suo amore passionale e fisico, eppure così vero e puro. Ma quando si è felici non si capisce mai, lo si scopre sempre dopo, e quel dopo è sempre troppo tardi. E quando il coraggio lo prende, quando quell'amore è pronto a tutto, il destino gioca un brutto scherzo. Un uomo distrutto da se stesso e dal suo amore, una donna estranea agli occhi di tutti che ha bisogno di lui, che si aggrappa, gli graffia la pelle,l'anima, lo vuole per sé perché non ha mai avuto nessuno. Due donne, due germogli, due vite:una destinata a essere, l'altra a perire. 
Un libro eccezionale, ricco di sentimenti, emozioni, pensieri descritti abilmente e resi tangibili, che ci permettono un'ottima immedesimazione e ci fanno conoscere a fondo i personaggi che prendono vita, escono dalle pagine del libro e diventano reali. Una storia passionale ma tragica, drammatica nell'essenza,  per la sconfitta. Una tristezza incredibile, una malinconia che difficilmente non potrà non uscirvi dagli occhi. 



"Tienimi. Vieni una volta al mese, una volta l’anno – non importa! – ma TIENIMI!"


VOTO:


2 commenti:

  1. Sembra davvero bello e anche davvero triste :')

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  2. Molto bello "Non ti muovere". Scoprii la Mazzantini per caso, perché mi fu prestato questo libro.
    Devo ammettere che ho gradito di più "Nessuno si salva da solo"; lei però è brava ovunque. Ha uno stile così brutale, maledettamente accattivante, violento. Ha la stessa cattiveria sincera della vita, di uno schianto secco contro una roccia.
    È reale, anche al costo di mettere a disagio il lettore. Cosa che ho sempre gradito in uno scrittore.

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