lunedì 15 febbraio 2016

MiniRecensione: La cacciatrice di ossa

Buon inizio settimana lettori! Iniziamo questo lunedì con una breve recensione di un libro che non mi ha entusiasmato molto >.< Si tratta di uno dei romanzi di Kathy Reichs ma probabilmente uno dei suoi meno riusciti!

LA CACCIATRICE DI OSSA
Kathy Reichs |362 pp. | €13,00

Gambe flesse, cosce strette al petto, capo chino. Un braccio piegato all'indietro, l'altro teso verso l'alto con le dita irrigidite alla ricerca di un'impossibile via di fuga. Il cadavere ritrovato nella discarica di Morehead Road dentro un fusto riempito di cemento non ha ancora un nome. Ma ha già un codice: MCME 227-11. Il codice del nuovo caso affidato a Temperance Brennan, l'antropologa forense più brillante degli Stati Uniti. Tempe inizia subito a indagare, nonostante l'FBI sembri decisa a metterle i bastoni fra le ruote. A suggerire quella che potrebbe essere la pista giusta è un meccanico di scuderia per i bolidi delle gare NASCAR, Wayne Gamble. Wayne lavora all'autodromo non lontano da Morehead Road ed è convinto che quel macabro ritrovamento abbia qualcosa a che fare con la scomparsa di sua sorella, dodici anni prima, insieme all'aspirante pilota Cale Lovette. La loro era parsa solo una fuga d'amore, eppure, stranamente, anche in quell'occasione era intervenuta l'FBI. Perché adesso, a tanti anni di distanza, il Federai Bureau non vuole che Temperance si interessi a questo vecchio caso rimasto irrisolto? Cocciuta, acuta e ironica come sempre, Tempe torna a cimentarsi con la morte e con le storie sempre diverse che il corpo di ogni vittima racconta. Ma questa volta la verità ha i toni ingannevoli e ambigui del grigio: grigio come il cielo sopra il Charlotte Motor Speedway e come l'asfalto della sua pista ad alta velocità.




Un intreccio a tratti ben congegnato, uno stile semplice ma senza nulla di particolare (l'effetto sorpresa al termine di ogni capitolo è ormai un canone quasi obbligatorio nei romanzi thriller), una storia ricca di scenari, sottofondi, parole sospese. Una lettura leggera ma poco accattivante. La protagonista, Temperance Brennan, il cui soprannome per eccellenza è "doc", appare misurata, studiata, plasmata con discrezione nella personalità e negli atteggiamenti, spiccando nella eterogeneità dei personaggi che, come giusto che sia, rimangono in secondo piano. Una donna dedita principalmente al suo lavoro, un big nel suo campo (i suoi pareri vengono richiesti in diversi consulti) nella quale però sembra non esserci spazio per i sentimenti o per le emozioni (punto a favore per l'autrice che non si è dilungata sulla sua vita privata incentrando tutto sulla storia principale), quasi un automa con un solo interesse: ossa. 
Brennan infatti è un'antropologa forense che ha il compito di scoprire, a volte tramite frammenti di ossa, l'identità di cadaveri che giacciono sul tavolo operatorio ricostruendone ora del decesso, possibile causa, età, sesso. Ma questa volta il gioco sembra farsi più difficile. Morti collegate, amore, segreti, veleno, razzismo: queste sono le parole chiave del romanzo che corre veloce mostrando soltanto pezzi di puzzle, a volte visti da una prospettiva sbagliata, altre volte incompleti o errati, sino ai capitoli finali dove il quadro viene mostrato nella sua interezza e i tasselli prendono il loro posto. Ma a che prezzo? Anche in questo caso, come in molti romanzi thriller, Temperance, perseguendo il suo obiettivo e la ricerca della verità, dovrà far i conti con un incontro molto ravvicinato con la morte (insomma sempre a cacciarsi nei guai gli investigatori). La storia nel complesso è ben architettata, quasi un labirinto dove più strade si incrociano e si intersecano, ripescando elementi del passato e vite presenti. Un cadavere ritrovato per caso all'interno di una discarica determina la riapertura di un caso di qualche anno prima: due giovani fidanzati, Cale Lovette e Cindy Gamble sono scomparsi senza lasciar traccia. Che fine hanno fatto? Come mai all'epoca l'inchiesta fu breve e superficiale? E che collegamento c'è con l' FBI e con il gruppo Patriot Posse? L'interesse del lettore viene pian piano conquistato. Tuttavia più che dall'indagine in sè e dai colpi di scena (niente di troppo eclatante) la mia attenzione è stata rapita dalla storia dei due giovani amanti scomparsi quasi volessi finire il libro solo per sapere effettivamente che fine avessero fatto >.<
Tra interrogatori, molteplici personaggi che compaiono all'improvviso, storie discordanti, si snoda la storia che porterà (oltre a sospettare di tutti e di nessuno) a un'unica verità: spesso i mostri sono più vicini di quanto crediamo, spesso un'idea, un'ideologia può portare a commettere atti crudi e spietati. 
Il libro tuttavia, nonostante l'entusiasmo iniziale, non credo sia da annoverare tra i migliori thriller di sempre. 


VOTO:

Avete letto nulla dell'autrice?
Che ne pensate?




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