Purtroppo questo libro non mi ha entusiasmata molto, ma vi lascio leggere la recensione per sapere il motivo.
IL DELITTO DELLA VIA ACCATTAPANE
Giunti | 184 pp. | €12,90
La prima indagine del commissario Sonia Castelbarco alle prese con un omicidio, un giro di droga e un intrigo internazionale. Un thriller dal ritmo serrato che conquisterà i lettori italiani.Un’auto incendiata lungo la via Accattapane, nel mezzo della campagna, tra vigne e oliveti; accanto, il corpo di un uomo, per metà carbonizzato. Una scena a cui la polizia non pensava certo di dover assistere nella tranquilla località turistica di Donoratico.
Il caso vuole che in quegli stessi giorni un nuovo commissario sia approdato nella cittadina: è Sonia Castelbarco ed è appena arrivata dal nord Italia. Nonostante la giovane età, una massa di ricci ribelli e due occhi azzurro mare, Sonia è una donna lontana dagli stereotipi: ama cenare da sola al ristorante, fare lunghe nuotate per schiarirsi le idee, e una squadra tutta al maschile non le fa per niente paura... anzi. Con l’aiuto dell’ispettore Giampiccolo, napoletano dalla battuta sempre pronta, tutt’altro che immune al suo fascino, si getta a capofitto nella sua prima indagine, complicata dall’arresto di Maurizio Venturini, un figlio di papà arrogante e viziato, coinvolto in un giro di cocaina. Ben presto, però, quello che sembrava un banale delitto di droga si colora di tinte più inquietanti: un intrigo mafioso internazionale, in cui si nasconde il peggior malaffare intrecciato alla politica.
In un crescendo di colpi di scena, Il delitto della via Accattapane ci regala un perfetto giallo di provincia dove non mancano momenti di humor e di emozione.
Ho iniziato questo libro incuriosita dalla trama, pensando di trovarmi di fronte ad un giallo accattivante e pieno di sorprese. Ma ahimè mi sbagliavo. Il delitto della via Accattapane è un libro semplice, con una trama per niente complessa e con davvero pochi colpi di scena, come richiederebbe un buon giallo.
Sonia Castelbarco è il nuovo commissario di Donoratico, un paesino della Toscana. Dopo poco il suo nuovo incarico però la protagonista, insieme alla sua squadra, dovrà occuparsi di un apparente incidente. In via Accattapane infatti viene ritrovata una macchina mezza carbonizzata con un corpo irriconoscibile in un uomo. Chi è quell'uomo? È solo un caso che sia morto proprio la sera in cui è stato arrestato un giovane spacciatore?
La storia principale viene resa più intrigante dall'interesse reciproco tra il commissario e l’ispettore Giampiccolo. Relazione che secondo me nasce anche fin troppo velocemente.
L’uso di nomi e cognomi spesso non associati, rende difficile al lettore il riconoscimento immediato di chi si stia parlando. Ovvero per descrivere qualcuno ogni tanto viene usato il nome, altre volte il cognome. Ammetto di non aver ancora capito chi era chi.
Spesso Margherità Capitò usa nel suo libro dialoghi in toscano, che se da una parte rendono più realistica la storia, dall'altro mettono un po’ in difficoltà i lettori che non conoscono quel dialetto (compresa me).
Come ho già detto inoltre sono pochi i colpi di scena e le scene che dovrebbero creare suspense invece sono piatte. La storia scorre velocemente, senza difficoltà e senza approfondire certi aspetti che potrebbero interessare al lettore.
Insomma ritengo che Il delitto della via Accattapane sia un libro normale, senza troppe pretese. Un giallo da leggere al mare, in poche ore.
VOTO:
Chi leggerà o ha già letto questo libro?
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