GIULIO PINTO
Ciao Giulio, grazie per aver accettato di parlare a noi e ai nostri lettori.
Ti va di parlarci un po’ di te?
Mi chiamo Giulio Pinto, vivo a
Roma e ho trentatré anni. A gennaio dovrei conseguire la laurea di Vec-chio
ordinamento in Lettere con una tesi sulla poetessa Alda Merini. Ho come
relatrice il docente ordi-nario Francesca Bernardini.
Amo la lettura, la natura, e la musica. I “magnifici sette” della
canzone italiana son secondo me Vasco Rossi, Francesco Guccini, Roberto
Vecchioni, Fabrizio De André, Franco Battiato, Lucio Dalla e Angelo Branduardi;
anche se nessuno di loro ha un timbro piacevole come quello di Augusto Daolio
che tuttora non ha a mio avviso eguali. Il mio scrittore preferito è invece
Italo Calvino.
Come mai hai scritto Folle estate?A cosa ti sei ispirato?
Un dì mia
cugina, vedendomi molto affascinato e per nulla indignato dai metodi poco
ortodossi che adottano certe scuole private per cercar di far diplomare quanti
più alunni sia possibile (ovviamente per motivi di marketing), mi consigliò di
scrivere un libro a tal riguardo. Io avevo in mente da un po’ di tem-po di
scrivere un romanzo, o magari anche solo un racconto su un poliziotto. Ho così
iniziato a scrivere un libro su una coppia formata da una professoressa che,
sebbene lavori in una scuola statale, insegna in una scuola privata di proprietà
della sua famiglia, e da un poliziotto. Per svariati motivi ho iniziato la
stesura del testo nel 1998 e l’ho finito solamente nel 2010 (escluso l’editing
che ho realizzato insieme all’editor della casa editrice all’inizio di
quest’anno).
Ti faccio una domanda che penso interessi molto ai lettori. Perché
dovremmo acquistarlo e leggerlo? Parlaci del tuo libro.
In Folle estate c’è una coppia protagonista stravagante che
interagisce con individui ancor più bizzarri. E’ presente una corruzione
generalizzata, che è esposta con leggerezza e quasi con compiacimento per quel
che concerne i comportamenti di taluni personaggi che, pur essendo
trasgressivi, si rivelano incruenti, men-tre viene consegnata al pubblico
ludibrio l’ipocrisia e la corruzione di personaggi fittizi che predicano bene e
razzolano male, e storici che si son resi protagonisti di singole uccisioni e
stragi varie che talvolta vengono volutamente nascoste dalle nostre istituzioni
culturali. E’ proprio confrontandolo con quello di quest’ultimi che viene
sminuito e in un certo qual modo giustificato il marcio dei primi. Ho voluto di
proposito scrivere un libro di rottura degli schemi stereotipati; per questo
motivo l’ippica, che è la grande passione della lei della coppia protagonista e
sulla quale si disserta a lungo, viene trattata per l’impegno, le gioie e le
delusio-ni che riserva agli addetti ai lavori, e non mostrandone la sua
convenzionale immagine di bisca con esseri vi-venti che sostituiscono le carte
e le macchine da gioco.
Se mi è consentito, prima di dire perché qualcuno dovrebbe comprarlo, vorrei consigliare di astenersi dall’ acquistarlo a coloro che potrebbero esser turbati dall’esposizione di punti di vista contrari alla morale co-mune. Consiglio di acquistarlo a chi è di mente aperta e pensa di dilettarsi con un libro che alterna passi ab-bastanza pesanti ad altri decisamente molto divertenti.
Se mi è consentito, prima di dire perché qualcuno dovrebbe comprarlo, vorrei consigliare di astenersi dall’ acquistarlo a coloro che potrebbero esser turbati dall’esposizione di punti di vista contrari alla morale co-mune. Consiglio di acquistarlo a chi è di mente aperta e pensa di dilettarsi con un libro che alterna passi ab-bastanza pesanti ad altri decisamente molto divertenti.
Prima di Folle estate hai
scritto altri romanzi o racconti?
No, ho scritto solamente pochissime poesie ironiche da
leggere in presenza degli amici che non avrò mai la velleità di pubblicare.
Ti sei ispirato a qualche
autore per scrivere il libro? Se sì, a chi?
Ho voluto
scrivere un romanzo sui generis e non ho avuto pertanto alcuna ispirazione da
modelli lette-rari stereotipati. Mi ha però aiutato la lettura dei libri Baglioni e Costanza di Marco Melega e La sfinge delle Brigate Rosse di Sergio
Flamigni, per quel che concerne la realizzazione dei dialoghi dei protago-nisti
che vertono su fatti storici.
Che progetti hai per il
futuro?
Ho iniziato a scrivere un romanzo che con Folle estate non ha nulla a che vedere.
Quando l’avrò ter-minato, mi piacerebbe però scrivere un libro che sia il
seguito di Folle estate.
Che genere letterario preferisci?
Il romanzo realista.
Abbiamo finito con le domande. Vuoi aggiungere qualcosa?
Certo, un caloroso saluto a te e a tutti coloro che
seguono il tuo blog.
In bocca al lupo da tutti i lettori!!
Crepi il lupo, ma solo in senso
metaforico! In Italia i lupi vengono spesso barbaramente uccisi con l’u-so di
esche avvelenate e armi da fuoco. Questa pratica oltre a esser deprecabile è
anche punibile a norma di legge, non solo con sanzioni pecuniarie ma anche con
pene detentive. Invito tutti a denuncia-re all’autorità giudiziaria chi ammazza
i lupi.
Son uscito dal seminato, ma mi è sembrato opportuno spezzare una lancia
in favore di questi splendi-di animali.
Un grazie speciale và a Giulio per la disponibilità! Un saluto da tutti noi!!!
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