Eccoci di nuovo presentandovi il libro "Orichalcum" e l'intervista all'autrice Cinzia Baldini!
ORICHALCUM
Autrice: Cinzia Baldini
Editore: Linee infinite
Pagine: 156
Prezzo: 10,00
Un incidente stupido dà inizio all'avventura: così viene scoperta un'antica stanza sotto cumuli di sabbia, perfettamente conservata, ricca di enigmi, rompicapi e detentrice di un arcano segreto. Stupefatti di fronte all'immagine del dio Thot una conoscenza antica, l'origine del popolo umano, diversa da come molti credono, sta per essere svelata.
Da dove proveniamo? Cosa siamo noi realmente, esseri umani? Tra scavi e reperti, deserti e piramidi, una storia diversa, una nuova possibile ipotesi, forse fantastica, delle nostre origini. E' una storia diverse dalle solite e sono sicuro che col tempo l'autrice potrà migliorarsi e creare migliori libri. Credo sarebbe stato più bello, forse più pieno,se fosse stato ampliato,in particolare riguardo la scoperta del mistero piuttosto che concludere tutto in poche pagine. Consigliato per una serena e piacevole, non troppo impegnata, lettura.
VOTO:
E ora potete leggere l'intervista che la nostra autrice, nonostante i mille impegni, è riuscita a inviarmi pur di farmela pubblicare prima di Natale come promesso. Grazie per la disponibilità e la grande volontà, Cinzia Baldini.
Ciao Cinzia! Parlaci un po' di te.
Ciao ai lettori di “Un buon libro non finisce mai”.
Mi presento in poche righe. Sono nata a Roma e vivo al Lido di Ostia, il mare della Capitale. Ho compiuto studi classico-umanistici e lavoro presso una Pubblica Amministrazione. Sono sposata, ho due figlie, mi dedico al volontariato con un’associazione animalista del territorio in cui vivo e adoro il mare. Sono curatrice di Art Litteram una rivista telematica rivolta ad “autori ed artisti esordienti e non solo…” e collaboro con vari siti web.
Nel pochissimo tempo che mi resta, leggo testi e riviste di egittologia e archeologia “eretica” di cui sono appassionata e, soprattutto, scrivo.
Quando hai scoperto questa vocazione? Com'è nata?
È una vocazione che ho sempre coltivato e quindi non saprei dire esattamente da quando mi sono accorta di averla, probabilmente è nata nell’istante stesso in cui ho imparato a scrivere. Posso invece dare la data esatta del momento in cui ho deciso di tirare fuori dal cassetto i miei manoscritti ed è stato negli ultimi mesi del 2006.
Hai pubblicato altri romanzi? Vinto concorsi letterari?
Oltre ad Orichalcum ho pubblicato altri quattro libri sempre per i tipi di Linee Infinite Edizioni e in antologie edite da diverse case editrice quasi tutti i racconti che ho scritto. Ho vinto numerosi concorsi letterari nazionali ed internazionali e ricevuto molti riconoscimenti ma quelli a cui sono più affezionata sono tre e precisamente la pergamena che mi ha conferito, nel novembre del 2009 l’ACIPAS - Associazione Commercianti Imprenditori Professionisti Antiracket Sortinese, per il racconto “In nome della legge” con la seguente motivazione: «Per averci saputo emozionare raccontandoci una storia di servitori dello stato "EROI LORO MALGRADO"». A seguire, il premio "Antica Ostia - Persone che continuano la storia" che mi è stato assegnato come personaggio della Letteratura dalla Pro Loco di Ostia Antica (Rm) il 7 marzo del 2010 e, il giorno successivo, l’8 marzo il riconoscimento “Donna dell’anno 2010” per la cultura che mi è stato attribuito dal XIII Municipio del Comune di Roma.
Orichalcum stesso nel 2007 è risultato tra i vincitori del 1° concorso DUCAS indetto dalla Nicola Pesce Editore, ha vinto il Premio Speciale CROCE DEL SUD nella 2a edizione del Concorso Internazionale Letteratura e Narrativa Scientifica “Creatività e Scienza Città di Salerno 2009” , si è classificato al 2° posto nel concorso "Il libro d'oro" della città di Modica (RG) nel 2009 ed è stato segnalato al VII Premio Letterario “Libri Editi” Modica (RG) nel 2010.
Come definiresti questo tuo libro? Quale definisci il migliore o a quale sei più affezionata?
Orichalcum è la mia seconda creatura letteraria. È un romanzo che amo definire di genere fantarcheologico perché, anche se l’ambientazione e gli scenari sono quelli di un prossimo futuro, la trama riprende e sviluppa una leggenda antichissima tramandata dai primordi della nostra civiltà.
Ho definito Orichalcum una creatura perché per un autore ogni libro che vede la luce è un vero e proprio parto e, come accade per i figli, non saprei, tra tutti, quale definire il migliore o dire a quale sono più affezionata. “Semplicemente donna”, “Orichalcum”, “Il Veleno di Circe”, “L’Orologio Parallelo”, “Non Nobis Domine – I Custodi della Verità” ognuno ha una sua storia, fa parte di un momento di ricerca di un personale stile letterario, di un percorso di maturazione psicologica, di esperienza di vita, di sperimentazione con altri autori, perciò ognuno è migliore per qualcosa rispetto all’altro e a tutti sono affezionata alla stessa maniera.
Come ti è venuta in mente questa storia?
Lo spunto per scrivere la trama di Orichalcum me lo ha fornito un libro che fa parte dei miei preferiti. Un volumetto che ha quasi quattromila anni e non li dimostra assolutamente! Mi riferisco all’antico romanzo del 1394 a.C. circa, noto come “Sinuhe l’Egiziano”. Il racconto, ricostruito tramite il ritrovamento di papiri, ostraka e vasi fittili è un piccolo capolavoro di narrativa, attualissimo e avvincente anche ai giorni nostri. Nessuno, nonostante i millenni trascorsi, sa se Sinuhe, il medico, protagonista del romanzo, che racconta in prima persona la sua vita, sia realmente esistito o sia stato generato dalla felice ispirazione di un antico e sconosciuto autore. Tra gli egittologi e gli studiosi di nicchia, i pareri sono discordi, per alcuni la storia potrebbe essere vera, altri la ritengono inventata di sana pianta.
Per tornare alla mia ispirazione, invece, verso la parte finale del libro, c’è un paragrafo in cui il medico, passando in rassegna la sua esistenza, scrive: “Ho avuto nondimeno cura di conservare questi libri che ho scritto. La mia governante ha intrecciato per ciascuno di essi una forte copertina di fibra di palma. Tengo questi libri ricoperti entro una scatola d’argento, e la scatola d’argento posa entro un forziere di legno duro, e questo a sua volta è rinchiuso in un forziere di rame, così come erano racchiusi una volta i libri divini di Thot per essere affondati nel letto del fiume…” la tentazione di provare ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere se qualche fortunato archeologo fosse riuscito a riportare alla luce gli antichi libri del sapere è stata talmente forte che non ho saputo resistere ed è nato Orichalcum.
Lo spunto per scrivere la trama di Orichalcum me lo ha fornito un libro che fa parte dei miei preferiti. Un volumetto che ha quasi quattromila anni e non li dimostra assolutamente! Mi riferisco all’antico romanzo del 1394 a.C. circa, noto come “Sinuhe l’Egiziano”. Il racconto, ricostruito tramite il ritrovamento di papiri, ostraka e vasi fittili è un piccolo capolavoro di narrativa, attualissimo e avvincente anche ai giorni nostri. Nessuno, nonostante i millenni trascorsi, sa se Sinuhe, il medico, protagonista del romanzo, che racconta in prima persona la sua vita, sia realmente esistito o sia stato generato dalla felice ispirazione di un antico e sconosciuto autore. Tra gli egittologi e gli studiosi di nicchia, i pareri sono discordi, per alcuni la storia potrebbe essere vera, altri la ritengono inventata di sana pianta.
Per tornare alla mia ispirazione, invece, verso la parte finale del libro, c’è un paragrafo in cui il medico, passando in rassegna la sua esistenza, scrive: “Ho avuto nondimeno cura di conservare questi libri che ho scritto. La mia governante ha intrecciato per ciascuno di essi una forte copertina di fibra di palma. Tengo questi libri ricoperti entro una scatola d’argento, e la scatola d’argento posa entro un forziere di legno duro, e questo a sua volta è rinchiuso in un forziere di rame, così come erano racchiusi una volta i libri divini di Thot per essere affondati nel letto del fiume…” la tentazione di provare ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere se qualche fortunato archeologo fosse riuscito a riportare alla luce gli antichi libri del sapere è stata talmente forte che non ho saputo resistere ed è nato Orichalcum.
Come mai hai ambientato la storia in Egitto?
Non poteva essere ambientata in nessun altro luogo se non in Egitto per vari motivi, primo tra tutti perché Thot, dio buono e generoso, benefattore e protettore degli esseri umani, era una delle principali divinità del pantheon dell’antica terra dei Faraoni. Un altro motivo è dato dal fascino che, da sempre, le superbe vestigia di quel lontanissimo periodo storico che vide fiorire la civiltà che si specchiava sulle rive del Nilo, esercita su tantissime persone e, poi, anche per un motivo personale. Parlare di antico Egitto mi ha dato l’occasione di rendere omaggio contemporaneamente alle due grandi passioni della mia vita: l’archeologia eretica e l’egittologia.
Perché dovremmo leggerlo secondo te?
Per uscire dalla quotidianità e fare rotta verso un mondo straordinario in cui il mito e la storia si intrecciano come le eliche del DNA. Per raggiungere, cavalcando la fantasia, il luogo dove, in un tempo lontano, regnarono dèi leggendari e gloriosi Faraoni. Per ritrovare, calpestando quelle antiche impronte, la nostra essenza più umana e genuina che i condizionamenti della società attuale vorrebbero farci dimenticare.
Per uscire dalla quotidianità e fare rotta verso un mondo straordinario in cui il mito e la storia si intrecciano come le eliche del DNA. Per raggiungere, cavalcando la fantasia, il luogo dove, in un tempo lontano, regnarono dèi leggendari e gloriosi Faraoni. Per ritrovare, calpestando quelle antiche impronte, la nostra essenza più umana e genuina che i condizionamenti della società attuale vorrebbero farci dimenticare.
Progetti per il futuro? Stai scrivendo qualcosa?
È un progetto in via di ultimazione ormai. Sto scrivendo un nuovo romanzo che dovrebbe proseguire Orichalcum. Era un impegno che avevo preso con i mie lettori che non mi perdonavano, a loro dire, di aver fatto terminare troppo presto l’avventura di Nur e dei suoi colleghi archeologi.
È un progetto in via di ultimazione ormai. Sto scrivendo un nuovo romanzo che dovrebbe proseguire Orichalcum. Era un impegno che avevo preso con i mie lettori che non mi perdonavano, a loro dire, di aver fatto terminare troppo presto l’avventura di Nur e dei suoi colleghi archeologi.
Cosa vuoi aggiungere?
Volevo esprimere la mia riconoscenza al buon Platone che mi ha suggerito il nome per il libro. Nei suoi dialoghi Timeo e Crizia, infatti, dice che la perduta città di Atlantide era protetta da tre cinte murarie una delle quali era di oricalco, un metallo la cui composizione è ancora oggi sconosciuta.
Volevo esprimere la mia riconoscenza al buon Platone che mi ha suggerito il nome per il libro. Nei suoi dialoghi Timeo e Crizia, infatti, dice che la perduta città di Atlantide era protetta da tre cinte murarie una delle quali era di oricalco, un metallo la cui composizione è ancora oggi sconosciuta.
Un saluto da parte tua
Certo, un affettuoso saluto ai lettori di “Un buon libro non finisce mai” e un sentito ringraziamento alla redazione del blog che mi ha così gentilmente ospitata. È stato un piacere ma soprattutto un onore visto il prezioso contributo che date alla diffusione della cultura.
Certo, un affettuoso saluto ai lettori di “Un buon libro non finisce mai” e un sentito ringraziamento alla redazione del blog che mi ha così gentilmente ospitata. È stato un piacere ma soprattutto un onore visto il prezioso contributo che date alla diffusione della cultura.
Non ci resta che ringraziarti e augurarti in bocca al lupo :)
Nessun commento:
Posta un commento