AMAILIJA
AUTORE: Romina Casagrande
EDITORE: Anguana Edizioni
PREZZO: 18,00
ISBN: 978-88-97621010
Amailija è un romanzo fantasy pieno di sentimenti e magia. La storia è
ambientata in due ere diverse: la prima risale all'anno 1342 e vede come
protagonista Margareth, ultima Signora del Tirolo; la seconda, invece, è
ambientata nel 2010 e la protagonista è Alice, una ragazza come tante, in cerca
di lavoro che per una pura casualità trova lavoro come guida estiva al Castel
Grafenstein.
Da quando inizia a lavorare nella fortezza Alice sente una presenza
accanto a sé, sprigionata dalla collanina che porta al collo, regalatale dai
nonni Daniel e Rose. La ragazza inizia anche ad avere degli incubi, il ragazzo
che lei sente vicino e le appare nei sogni è l’amante della principessa
Margareth, Christoph. Quest’ultimo si prende cura della protagonista, finché
Alice non incontra il proprietario del castello, Patrick un uomo affascinante, occhi
azzurri come il mare e un corpo muscoloso da invidiare. Inizialmente Christoph
cercherà di non far incontrare Alice e Patrick, ma arrendendosi al destino si
allontana da Alice, la quale rimarrà senza protezione. Ma tutto ciò è
inspiegabile, cosa vuole Christoph dalla sua vita? Perché la tormenta?
Pian piano la vita di Alice sarà sconvolta da una maledizione che
ricorda molto quella inflitta a Margareth molti secoli prima: una ferita sul
braccio, un terremoto e un’invasione di cavallette precedono la sua morte
dovuta alla collana che porta al collo che si va stringendo sempre più, come un
cappio. Solo con la forza dell’amore per sua sorella Vera, per il suo amico
Matt e soprattutto per Patrick, Alice riuscirà a rompere la maledizione e a
vivere.
Due donne, due ere, due amori. Cosa lega tutto ciò? Basterà leggere il libro per scoprirlo.
Consiglio questo libro ad un vasto pubblico, è ben scritto ed è una lettura abbastanza scorrevole. Ed essendo raccontato in prima persona ti coinvolge sempre di più, facendoti entrare nel libro. Inoltre ti lascia un senso di suspance fino alle ultime pagine.
Due donne, due ere, due amori. Cosa lega tutto ciò? Basterà leggere il libro per scoprirlo.
Consiglio questo libro ad un vasto pubblico, è ben scritto ed è una lettura abbastanza scorrevole. Ed essendo raccontato in prima persona ti coinvolge sempre di più, facendoti entrare nel libro. Inoltre ti lascia un senso di suspance fino alle ultime pagine.
Romina Casagrande è nata a Merano nel 1977. Laureata in lettere con
indirizzo classico, insegna presso la scuola media Giovanni Segantini di Merano.
Ha collaborato con il Museo del Turismo-Touriseum di Merano e con il Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano-Museion, sotto la direzione dell’artista
Heinz Mader. Appassionata di storia, tradizioni e folklore, divide il suo tempo
tra scrittura e pittura in una casa piena di animali. Amailija è il suo primo
romanzo.
Ciao Romina, grazie per aver accettato di parlare a noi e ai nostri lettori. Ti va di parlarci un po’ di te?
Grazie a voi per esservi interessati ad Amailija! È davvero un piacere essere ospitati nel vostro blog.
Sono una persona abbastanza timida. Parlare di me mi mette sempre in un certo imbarazzo. Insegno Lettere in una scuola media, amo l’arte, soprattutto quella contemporanea, e ho una passione smodata per inventare e scrivere storie. Oltre, naturalmente, a quella per i miei cani, due cocker indiavolati.
Come mai hai scritto Amailija?A cosa ti sei ispirata?Ho scritto Amailija in un momento di pausa dai miei studi in Beni Culturali, a cui mi ero iscritta dopo la laurea in Lettere. Per motivi familiari piuttosto gravi ho dovuto sospenderli però avevo bisogno di qualcosa in cui occupare la mente, di una storia che riassumesse ciò che stavo vivendo. La stesura di Amailija mi ha dato lo slancio per affrontare tutto. È stato un progetto in cui mi sono immersa anima e corpo perché ci ho creduto molto. Fin da quando ho scoperto la storia della contessa cui si ispira il personaggio fondamentale del romanzo: Margareth. Una storia vera, quella di una sposa bambina che troverà il coraggio e la forza di lottare contro tutte le gabbie della propria epoca, il Medioevo, per difendere se stessa, la sua eredità che in quegli anni, il XIV secolo, faceva gola a parecchi, trattandosi di una zona strategica quale il Tirolo. L’ho trovata una figura molto moderna e anche molto “internazionale” nonostante il carattere locale della vicenda. Ma in fondo, quando parliamo di sentimenti, non esistono più confini né barriere. Il fatto poi che non esista nessun ritratto che ci sveli il suo volto e tutte le leggende nate nei secoli intorno a lei la rendono un personaggio enigmatico e affascinante in cui i confini tra realtà storica e mito si intrecciano fino a confondersi a vicenda.
Ti faccio una domanda che penso interessi molto ai lettori. Perché dovremmo acquistarlo e leggerlo? Parlaci del tuo libro.
È una storia che già nella struttura offre qualcosa di nuovo. Ogni capitolo prende il nome da un gioco dei tarocchi e ogni sezione narrativa è dedicata a una Lama. Le introduzioni storiche per ciascuna Lama riportano indietro nel passato, al Medioevo di Margareth, mentre il resto della narrazione segue il filo della contemporaneità.
La parte storica si attiene il più possibile alla realtà, ricostruendo con la fantasia le zone buie, tralasciate dalle fonti. A questo aspetto del romanzo ho tenuto molto perché ritengo che il passato, la nostra memoria vadano trattati con cura e avvicinati con rispetto.
Prima di Amailija hai scritto altri romanzi o racconti?
Amailija è il mio primo romanzo. Credo di aver conosciuto scrivendolo il piacere di raccontare storie. Le ho sempre inventate, create nella mia mente. Scriverle è un modo per renderle più ricche. Per dargli vita. Amailija mi ha portato però molta fortuna. Quasi contemporaneamente è stato pubblicato nella raccolta Urban Gods il mio racconto, Appuntamento con demone, tra i vincitori dell’omonimo concorso indetto da Writer’s Dream. E ho trovato finalmente il coraggio di mettere su carta vari progetti che avevo in testa e a cui sto lavorando a piene mani.
Ti sei ispirata a qualche autore per scrivere il libro? Se sì, a chi?
Ci sono molti autori che mi piacciono tantissimo e di cui sono letteralmente innamorata. Philippa Gregory per la grande sensibilità nel restituire le emozioni e il vissuto di personaggi che la Storia lascia il più delle volte freddi e inaccessibili, con il grande merito di avvicinarli al pubblico. Adoro J.R.Lansdale per il suo stile assolutamente unico e selvaggio. Chelsea Quinn Yarbro per la grande capacità di fondere fantasy e storia. Ma credo che Amailija abbia in sé qualcosa di nuovo e di suo soltanto. Altrimenti non avrei sentito l’esigenza di scrivere una storia. Piuttosto di una brutta copia, preferisco leggermi un buon libro e far riposare la penna.
Che progetti hai per il futuro?
È prevista per gennaio la pubblicazione del mio secondo libro, Dreamland Forest, edito da Nulla Die. Sono molto emozionata per questa uscita. Tengo davvero tantissimo alla storia di Dreamland e ai suoi personaggi. Ancora una volta un fantasy, ancora una volta il Medioevo, anche se torniamo indietro nel tempo rispetto ad Amailija, al x secolo. Il protagonista è una creatura antica, costretta a vagabondare sulla Terra nelle feline spoglie di Simaril, un gatto brontolone e pestifero. Troverà l’ultimo della sua specie, un mezzosangue molto particolare che dovrà difendere da mille insidie. Demoni, druidi e, soprattutto, un amore impossibile ma che lascerà una traccia nelle loro vite...
Che genere letterario preferisci?
Trovo che il fantasy offra tantissime opportunità. Amo i generi ibridi che si offrono a molteplici contaminazioni e credo che il fantasy si presti molto bene. Basti pensare alle ultime declinazioni, non solo l’urban fantasy, che ormai sembra andare per la maggiore, ma anche lo steampunk. Non so resistere però alle biografie storiche…
Abbiamo finito con le domande. Vuoi aggiungere qualcosa?
Amailija è uscito da poco, ma ha ottenuto dei riscontri per ora molto positivi e che mi lasciano ogni volta una sensazione di meraviglia e una grande emozione. Si dice che l’Italia sia una nazione dove si legge sempre meno. Ma io vedo dai blog, da internet, da moltissime splendide iniziative di cui si parla purtroppo poco, che la realtà è diversa. Leggere è un’esperienza fantastica e l’amore per la lettura un dono insostituibile. Scrivo le storie che vorrei leggere. E se anche un solo lettore trova interessante quello che scrivo o si affeziona ai miei personaggi, per me è un onore unico e prezioso.
In bocca al lupo da tutti i lettori.
Ringrazio di cuore voi. E…crepi il lupo!
Ringraziamo veramente Romina, per la sua gentilezza e la sua disponibilità. Ancora una volta vi invito a leggere il suo libro!
Grazie a voi per esservi interessati ad Amailija! È davvero un piacere essere ospitati nel vostro blog.
Sono una persona abbastanza timida. Parlare di me mi mette sempre in un certo imbarazzo. Insegno Lettere in una scuola media, amo l’arte, soprattutto quella contemporanea, e ho una passione smodata per inventare e scrivere storie. Oltre, naturalmente, a quella per i miei cani, due cocker indiavolati.
Come mai hai scritto Amailija?A cosa ti sei ispirata?Ho scritto Amailija in un momento di pausa dai miei studi in Beni Culturali, a cui mi ero iscritta dopo la laurea in Lettere. Per motivi familiari piuttosto gravi ho dovuto sospenderli però avevo bisogno di qualcosa in cui occupare la mente, di una storia che riassumesse ciò che stavo vivendo. La stesura di Amailija mi ha dato lo slancio per affrontare tutto. È stato un progetto in cui mi sono immersa anima e corpo perché ci ho creduto molto. Fin da quando ho scoperto la storia della contessa cui si ispira il personaggio fondamentale del romanzo: Margareth. Una storia vera, quella di una sposa bambina che troverà il coraggio e la forza di lottare contro tutte le gabbie della propria epoca, il Medioevo, per difendere se stessa, la sua eredità che in quegli anni, il XIV secolo, faceva gola a parecchi, trattandosi di una zona strategica quale il Tirolo. L’ho trovata una figura molto moderna e anche molto “internazionale” nonostante il carattere locale della vicenda. Ma in fondo, quando parliamo di sentimenti, non esistono più confini né barriere. Il fatto poi che non esista nessun ritratto che ci sveli il suo volto e tutte le leggende nate nei secoli intorno a lei la rendono un personaggio enigmatico e affascinante in cui i confini tra realtà storica e mito si intrecciano fino a confondersi a vicenda.
Ti faccio una domanda che penso interessi molto ai lettori. Perché dovremmo acquistarlo e leggerlo? Parlaci del tuo libro.
È una storia che già nella struttura offre qualcosa di nuovo. Ogni capitolo prende il nome da un gioco dei tarocchi e ogni sezione narrativa è dedicata a una Lama. Le introduzioni storiche per ciascuna Lama riportano indietro nel passato, al Medioevo di Margareth, mentre il resto della narrazione segue il filo della contemporaneità.
La parte storica si attiene il più possibile alla realtà, ricostruendo con la fantasia le zone buie, tralasciate dalle fonti. A questo aspetto del romanzo ho tenuto molto perché ritengo che il passato, la nostra memoria vadano trattati con cura e avvicinati con rispetto.
Prima di Amailija hai scritto altri romanzi o racconti?
Amailija è il mio primo romanzo. Credo di aver conosciuto scrivendolo il piacere di raccontare storie. Le ho sempre inventate, create nella mia mente. Scriverle è un modo per renderle più ricche. Per dargli vita. Amailija mi ha portato però molta fortuna. Quasi contemporaneamente è stato pubblicato nella raccolta Urban Gods il mio racconto, Appuntamento con demone, tra i vincitori dell’omonimo concorso indetto da Writer’s Dream. E ho trovato finalmente il coraggio di mettere su carta vari progetti che avevo in testa e a cui sto lavorando a piene mani.
Ti sei ispirata a qualche autore per scrivere il libro? Se sì, a chi?
Ci sono molti autori che mi piacciono tantissimo e di cui sono letteralmente innamorata. Philippa Gregory per la grande sensibilità nel restituire le emozioni e il vissuto di personaggi che la Storia lascia il più delle volte freddi e inaccessibili, con il grande merito di avvicinarli al pubblico. Adoro J.R.Lansdale per il suo stile assolutamente unico e selvaggio. Chelsea Quinn Yarbro per la grande capacità di fondere fantasy e storia. Ma credo che Amailija abbia in sé qualcosa di nuovo e di suo soltanto. Altrimenti non avrei sentito l’esigenza di scrivere una storia. Piuttosto di una brutta copia, preferisco leggermi un buon libro e far riposare la penna.
Che progetti hai per il futuro?
È prevista per gennaio la pubblicazione del mio secondo libro, Dreamland Forest, edito da Nulla Die. Sono molto emozionata per questa uscita. Tengo davvero tantissimo alla storia di Dreamland e ai suoi personaggi. Ancora una volta un fantasy, ancora una volta il Medioevo, anche se torniamo indietro nel tempo rispetto ad Amailija, al x secolo. Il protagonista è una creatura antica, costretta a vagabondare sulla Terra nelle feline spoglie di Simaril, un gatto brontolone e pestifero. Troverà l’ultimo della sua specie, un mezzosangue molto particolare che dovrà difendere da mille insidie. Demoni, druidi e, soprattutto, un amore impossibile ma che lascerà una traccia nelle loro vite...
Che genere letterario preferisci?
Trovo che il fantasy offra tantissime opportunità. Amo i generi ibridi che si offrono a molteplici contaminazioni e credo che il fantasy si presti molto bene. Basti pensare alle ultime declinazioni, non solo l’urban fantasy, che ormai sembra andare per la maggiore, ma anche lo steampunk. Non so resistere però alle biografie storiche…
Abbiamo finito con le domande. Vuoi aggiungere qualcosa?
Amailija è uscito da poco, ma ha ottenuto dei riscontri per ora molto positivi e che mi lasciano ogni volta una sensazione di meraviglia e una grande emozione. Si dice che l’Italia sia una nazione dove si legge sempre meno. Ma io vedo dai blog, da internet, da moltissime splendide iniziative di cui si parla purtroppo poco, che la realtà è diversa. Leggere è un’esperienza fantastica e l’amore per la lettura un dono insostituibile. Scrivo le storie che vorrei leggere. E se anche un solo lettore trova interessante quello che scrivo o si affeziona ai miei personaggi, per me è un onore unico e prezioso.
In bocca al lupo da tutti i lettori.
Ringrazio di cuore voi. E…crepi il lupo!
Ringraziamo veramente Romina, per la sua gentilezza e la sua disponibilità. Ancora una volta vi invito a leggere il suo libro!
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